Storia della Banca Centrale Europea
La Banca Centrale Europea (BCE) non nasce con l'Euro e come per altre istituzioni europee è il prodotto di un lungo processo di azioni ed eventi che hanno contribuito alla sua costituzione.
ROAD2UNION - Le tappe verso la BCE (ed Oltre…) | |
1979 | Sistema Monetario Europeo (SME) |
1992 | Trattato di Maastricht |
1994 | Istituto Monetario Europeo (IME) |
1998 | Banca Centrale Europea Sistema Europeo delle Banche Centrali |
1 Gennaio 1999 | Unione Economica e Monetaria |
1 Gennaio 2002 | Introduzione dell’ euro come moneta corrente |
2007 | Trattato di Lisbona |
2014 | Assett Purchase Program (APP) |
Il primo atto propedeutico alla creazione di un Istituto Centrale Europeo è del 1975, quando fu elaborata l'Unità di conto europea (UCE) che poi si trasformerà pochi anni dopo nella unità di conto europea (European Currency Unit - ECU) (1979).
Il primo atto propedeutico alla creazione della BCE è del 1979 quando venne istituito il sistema monetario europeo (SME) e la Unità di Conto Europea (European Currency Unit - ECU). Lo SME era un regime di cambi (“exchange rate regime”) formalizzato nel 1979 e rimasto in vigore fino al 1999. Il suo obiettivo era di sviluppare una cooperazione fra la banca centrale e gli stati membri al fine di garantire una maggiore stabilità economica. (“Glossary:European Monetary System (EMS) - Statistics Explained”)
L’ECU era invece una “moneta fittizia”, cioè una unità monetaria standard del costo di beni, servizi o attività nella Comunità Europea (“ECU”). Era composta dalla media ponderata di diverse valute europee; pertanto ogni membro vi contribuiva con la propria valuta in percentuale corrispondente alla proprio potere finanziario. La sua introduzione comportò la circolazione dei prodotti finanziari e rimase in attività dal 31 marzo 1979 al 1 gennaio 1999, quando venne sostituita dall’euro con un rapporto di cambio 1:1.
Nel 1992 venne firmato il trattato sull'Unione europea (TUE) detto anche trattato di Maastricht dal nome della città olandese dove venne formalizzato alla presenza del Presidente del Parlamento europeo on. Egon Klepsch. Il TUE determinò la nascita dell’Unione Europea, introdusse l’espressione Comunità Europea (CE) (“Trattato sull'Unione europea (TUE) / Trattato di Maastricht”) e varò l’Unione Economica e Monetaria (UEM).
Il trattato diede anche una prima forma alla futura BCE, delineandone i compiti ed una serie di tappe intermedie per la sua formazione. Prima fra queste fu la costituzione, nel 1994, dell'istituto monetario europeo (IME) al fine di coordinare le politiche monetarie nazionali in previsione dell'Unione Europea.
L’anno fondamentale per per la politica monetaria europea fu il 1998 quando vide luce il Sistema Europeo delle Banche Centrali e la Banca Centrale Europea (BCE). Ubicata a Francoforte, la BCE costituisce l’insieme degli istituti nazionali che lavorano in termini di coordinamento e governance comuni; pertanto la BCE non è un organismo autonomo ma attivamente composto dagli istituti nazionali (vedi dopo).
L’anno successivo (1999) venne raggiunto il sogno di adottare una valuta comune europea grazie alla nascita dell’Euro. La sua introduzione determinò un grande passo in avanti per l’integrazione economica. La nuova moneta iniziò a circolare sui mercati finanziari il 1° gennaio 1999 e fu disponibile nelle tasche dei cittadini europei nel 2002.
L’introduzione dell’euro richiese la definizione dei tassi di cambio con le valute nazionali di ogni paese dell’unione riferendosi al tasso registrato il 31 dicembre 1998. Per l’Italia il cambio si attestò a 1936,27 lire italiane per ogni euro.
A differenza di quanto frequentemente affermato o creduto da parte della vulgata, il tasso di cambio non fu definito in modo arbitrario, in base alla potenza economica del paese o in modo relativo rispetto ad altri cambi ma fu una vera e propria fotografia del cambio valuta al 31 dicembre 1998, cioè dei tassi di cambio fra l’ECU e le valute nazionali.
Per le sue modalità di nascita e di definizione risulta chiaro che l'euro non è una moneta straniera ma una vera e propria moneta da considerare come valuta nazionale.
Per comprendere meglio il funzionamento e l'organizzazione della BCE ricordiamo che esistono due sistemi al suo interno.
Il primo prende il nome di Eurosistema ed è il sistema di banche centrali dell’area euro responsabili della politica monetaria singola (composto dal consiglio della BCE e dai rappresentanti delle Banche Centrali Nazionali dei membri UE che hanno adottato l’Euro) (“Bank of Italy - The Eurosystem”); il secondo è il sistema europeo delle banche centrali (SEBC) - che è quello allargato - comprensivo anche dei paesi che non utilizzano l'euro come valuta. L’ Eurosistema definisce ed attua la politica monetaria per l’area dell’euro, preserva la stabilità dei prezzi mantenendo l’inflazione a valori inferiori - ma prossimi - al 2% nel medio periodo e prende decisioni sui tassi di interessi di riferimento che influenzano i livelli dei prezzi (vedi “La BCE e l’eurosistema in tre minuti”).
Funzioni della Banca centrale Europea
Le funzioni della BCE sono definite dall'ultima versione dall’ articolo 127 e Commi seguenti del Trattato di funzionamento sull'Unione Europea (TFUE) (“Trattato sul funzionamento dell'Unione europea | EUR-Lex”).
I compiti principali della BCE sono specifici e prevedono di: attuare le politiche monetarie, fissare i tassi di interesse, fissare i tassi sui depositi, svolgere le operazioni di cambio per gli operatori nazionali, detenere le riserve ufficiali, regolare il sistema dei pagamenti e - introdotta nell'ultimo decennio - coordinare in modo stretto la vigilanza bancaria attraverso le banche nazionali (per una trattazione più approfondita si rimanda al sito della banca centrale sulla Vigilanza Bancaria). In questo contesto risulta chiaro che le banche nazionali non perdono valore, ma vengono coordinate dalla BCE nelle loro attività.
L’ attività di vigilanza della BCE si formalizza con la produzione di decisioni che ottimizzano l’operatività delle banche nazionali, come la ricostituzione di riserve e capitali delle banche (per le decisioni catalogate in modo analitico si rimanda al sito internet dedicato).
La BCE svolge anche studi di carattere macroeconomico, osservazioni, reportistica sui principali fatti macroeconomici che avvengono in Europa ed in altre aree economiche. (consultabili sul sito internet).
“We keep prices stable and your money safe” (“All about us”)
Uno dei principi fondanti della BCE - e suo compito principale - è quello di garantire la stabilità dei prezzi, come definito nel Trattato di funzionamento dell'Unione Europea (source) e riportato dallo statuto della Banca Centrale Europea (source). Negli ultimi decenni tale attività è stata applicata più volte, ad esempio nell’ultimo periodo (dal luglio 2022; fonte (KUDRYAVTSEV and Rizvi) in cui la BCE è intervenuta con un aumento dei tassi di prestito per stabilizzare l’incremento inflattivo dei prezzi (per capire meglio le azioni sui tassi per fronteggiare l’inflazione vedi la pagina dedicata della Banca d’Italia).
Spesso la BCE viene paragonata alla Federal Reserve americana; in realtà le due istituzioni non sono uguali. Infatti la BCE svolge un ruolo di cooperazione e coordinamento con le Banche Nazionali, il tutto inserito all’interno di una mission di garantire una stabilità dei prezzi. Tale attività si scontra con la capacità fiscale che è rimasta di pertinenza degli stati nazionali.
In alcuni ambienti economici europei - e non solo - viene auspicato il superamento di tale dicotomia attraverso una riduzione della attività di stabilizzazione da parte della BCE ed una maggiore autonomia delle banche nazionali mediante il superamento del controllo rigido dei prezzi.
La BCE, in quanto organo dell'Unione Europea, non agisce in autonomia ma deve coordinarsi e cooperare con le altre istituzioni (consiglio, commissione, parlamento, ecc.) dalle quali riceve anche un parziale controllo. Le modalità di collaborazione derivano da una sentenza della Corte di Giustizia Europea del 2004 e successivo recepimento nell'articolo 13 del Trattato di Lisbona (2007) (“Il trattato di Lisbona”).
Governance della BCE
La governance della BCE prevede tre organi che interagiscono fra loro: il consiglio direttivo, il comitato esecutivo ed il consiglio generale.
Il consiglio direttivo è composto dal comitato esecutivo della BCE e dai governatori delle banche centrali nazionali di tutti i paesi dell’area dell’euro; questi ultimi dirigono il consiglio direttivo della banca e quindi la BCE stessa. Da questo deriva che la BCE non è un'istituzione al di fuori dei sistemi nazionali; infatti le funzioni direttive all'interno della BCE sono a carico dei governatori delle banche nazionali, anche se ciascuno non rappresenta il proprio paese ma ha diritto ad un voto in piena indipendenza e nell’interesse dell’intera area euro (vedi “La BCE e l’eurosistema in tre minuti”).
Il consiglio esecutivo è composto dal Presidente, dal suo vicepresidente e da quattro membri selezionati dai governi dell'area Euro su raccomandazione del Consiglio europeo, previa consultazione con il Parlamento Europeo e con il consiglio direttivo della BCE. Pertanto la politica agisce mediante la selezione dei componenti del comitato esecutivo. Il consiglio è un organo fondamentalmente politico e la consultazione con il Parlamento Europeo determina una sorta di controllo e coordinamento con la parte “politica” eletta a suffragio universale.
Il consiglio generale è un ibrido fra i due precedenti organi ed è composto da: presidente, vicepresidente ed i governatori delle banche centrali nazionali.