La liberazione del 13 Giugno 2014
Il 13 giugno 2014, Mariupol, città nel sud-est ucraino situata a 70 km dal confine con la Federazione Russa, e occupata dalle cosiddette forze separatiste e anti-Maidan dall'inizio/metà aprile dello stesso anno, è stata liberata dopo quasi due mesi di occupazione. Le forze di occupazione erano in realtà un movimento creato da Mosca per contrastare la Rivoluzione della Dignità, con cui il popolo ucraino confermava la sua volontà di avvicinarsi all'Europa e abbandonare il dominio di Mosca. Le forze armate inviate dal Cremlino, senza le dovute insegne di riconoscimento, si spacciavano per separatisti locali.
La città è stata liberata, ma il confine tra Ucraina e Federazione Russa è rimasto a soli 20 km dalla città.
Nel 2022, Mariupol è stata assediata e bombardata da terra, mare e cielo. La ferocia degli attacchi, senza vie di fuga per i civili, è stata un massacro in diretta osservato dalla maggior parte dei cittadini russi.
Mentre in Italia si discuteva sui presunti "nazisti" da cui Putin stava "liberando" le "terre russe" e su quanto tempo sarebbe passato prima della caduta di Kyiv, Mosca proseguiva con il suo piano di costruzione delle strade e delle ferrovie necessarie per trasportare la guerra verso l'Europa dell'Est, considerata "terra di Mosca".
La NATO, a cui aderivano i Paesi dell'Est Europa, è stata sempre una spina nel fianco per Mosca, che vedeva questi territori come "terre russe". La lingua russa era obbligatoria nelle scuole di tutti i paesi occupati, non liberati, dal giogo sovietico, che si era unito all'Occidente solo per combattere l'ex alleato Hitler, fino a quando non riuscì a occupare mezza Europa.
Forse pochi ricordano e pochissimi libri di storia italiani riportano che la nascita della NATO nel 1949 fu preceduta dal blocco di Berlino del 1948, quando l'Unione Sovietica bloccò tutti i collegamenti terrestri con Berlino Ovest, creando un grave rischio di carestia per la popolazione isolata. Gli Alleati occidentali risposero con il ponte aereo di Berlino, mantenendo vive le speranze dei berlinesi occidentali e garantendo le necessità di base nonostante i rischi di intercettazioni e attacchi sovietici.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, era chiaro all'Occidente come agiva Mosca, con quali metodi e ambizioni. Tre anni dopo la caduta dell'impero giapponese, pochi parlano dell'occupazione mongola, cinese e coreana da parte dell'Armata Rossa.
Il 13 giugno 2014, Mariupol ha mostrato che il confine dell'Europa dei valori e delle leggi sarebbe stato protetto e che la pace in Europa sarebbe stata difesa dall'Ucraina. Molti pensano che Putin abbia fallito perché non ha preso Kyiv in tre giorni, come dichiarava all'inizio della sua "operazione speciale", ma il mondo russo e le terre "storicamente" russe, secondo Putin, si trovano ovunque egli punti il dito.
Nella primavera del 2022, Mariupol ha resistito per 86 giorni. È stata difesa nonostante l'assedio e i bombardamenti con obici, missili, carri armati, navi e aerei. La potenza degli ordigni lanciati sulla città, in termini di tritolo, superava quella della bomba atomica sganciata su Hiroshima.
Oggi, dopo quasi due anni e mezzo, Mosca si vanta che Mariupol fa parte della sua "legislatura". Passaporti russi sono distribuiti tra i cittadini per esercitarne il controllo e ottenere carne da cannone gratuita, mentre sotto la propaganda della ricostruzione, sono state costruite strade federali e ferrovie, indispensabili per portare avanti la guerra.
In questi giorni si parlerà di pace e dei suoi "modelli", come se esistesse una variante di pace alternativa in cui regna la violenza e l'assenza di leggi che garantiscono i diritti umani.
L’occidente e la necessità di un'azione immediata
In conclusione, vorrei riportare le parole della ministra uscente della Difesa olandese, Kajsa Ollongren, che ha affermato:
"La capacità produttiva europea (delle armi) deve essere aumentata per l'Ucraina, ma anche per noi stessi", sottolineando che le forze armate olandesi "devono essere pronte a combattere e il tempo stringe".
Il tempo stringe perché se Mosca dal 2014 ha impiegato quasi 8 anni per preparare la sua nuova mossa, ora vuole una tregua per prepararsi ancora meglio. In 2 anni gli è stato permesso di portare avanti la sua versione pervertita di "pace nel mondo". Il tempo stringe, le decisioni vanno prese ora.