Il Segretario di Stato degli Stati Uniti, Antony Blinken, si reca in Giordania e Turchia per discutere del futuro della Siria, condizionando il supporto americano ad un processo di formazione del governo “inclusivo” delle minoranze e conforme al rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale. Alla luce del ritrovamento di Travis Timmerman (15), il nuovo governo ad interim siriano dichiara di essere pronto a collaborare con gli Stati Uniti per localizzare gli americani scomparsi in Siria durante il regime di Assad; separatamente, una delegazione congiunta di Turchia e Qatar è arrivata a Damasco per colloqui con al-Jolani e al-Bashir.
I ribelli dichiarano di voler chiudere le prigioni governative e sciogliere le forze di sicurezza dell’ex regime, oltre a dare la caccia a coloro che sono stati coinvolti nell’uccisione e/o nella tortura dei detenuti. Nel Golan, le Forze di Difesa Israeliana (IDF) raggiungono il villaggio di Um Batnah, nella campagna sud-orientale di Al-Quneitra, evacuando i civili verso le aree limitrofe. Raid israeliani sull’eliporto di Al-Marwahyat (ex SAA), ad Aqraba, nel sud-ovest di Damasco. Nel nord-est, scontri sporadici tra le SDF e le fazioni a guida Turca presso la diga di Teshreen, che separa Manbij da Al-Raqqah, suscitano preoccupazioni per il rischio di una catastrofe umanitaria. Ciononostante, le parti in guerra si accordano per un cessate il fuoco di quattro giorni: dalle 17:00 (ora locale) di giovedì fino a lunedì. Dozzine di civili scendono in strada ad Hatlah, nella campagna orientale di Deir Ezzor, contro il controllo delle SDF sulla città . L’Assemblea del Popolo dell’Amministrazione Autonoma Democratica del Nord e dell’Est della Siria (AANES (16)) annuncia in uno statementche la bandiera siriana sarà issata in tutte le sedi istituzionali della regione. Infine, le forze russe vengono avvistate mentre si ritirano dalle basi di Ain Issa e Tel Al-Samn, nella campagna di Al-Raqqah. Ad Al-Qardaha, città natale di Bashar Al-Assad, avvengono scontri tra gruppi armati lealisti e bande locali.
Durante la notte, i ribelli hanno conquistato la città nord-orientale di Deir al-Zour e il suo aeroporto militare, sotto il controllo delle SDF(10), assicurandosi così le ricche risorse petrolifere locali. Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) conducono raid in Siria per il quarto giorno consecutivo (11): Il governo di Netanyahu dichiara di voler impedire che i ribelli ottengano i mezzi per minacciare Israele; la Francia sollecita il ritiro della presenza militare israeliana nel Golan. Nel centro di Damasco riaprono i negozi, ma le stazioni di servizio, di proprietà statale, restano chiuse. In un’intervista al Corriere della Sera, il nuovo PM al-Bashir afferma che il suo governo dovrà affrontare un sistema amministrativo profondamente corrotto e finanze disastrate, senza riserve valutarie estere. Tra le sue priorità di mandato vi saranno: la sicurezza, il risanamento dei servizi essenziali, la stabilità del paese e il “ritorno a casa” dei richiedenti asilo. Nel frattempo, il Qatar annuncia la futura riapertura della sua ambasciata a Damasco (12). I ribelli siriani danno fuoco alla tomba di Hafez al-Assad (13), mentre emergono nuove informazioni sui piani di Bashar: secondo il SOHR, la Russia avrebbe respinto la richiesta di Assad di creare uno stato separato sulla costa siriana. A nord, un accordo mediato dagli Stati Uniti porta al ritiro delle SDF dalla città di Manbij, a favore delle fazioni sostenute dalla Turchia, dopo otto anni di controllo curdo (14). Nonostante le buone intenzioni, l’escalation con le forze turche continua: bombardamenti nell’area dell’operazione “Peace Spring”, attacchi di droni e artiglieria a Raqqa e nelle campagne di Aleppo, crescenti violazioni contro i civili curdi che tornano nei loro villaggi ad Afrin: arresti arbitrari, rapimenti, aggressioni e omicidi. Il SOHR denuncia saccheggiamenti e intimidazioni contro i civili da parte di gruppi armati indipendenti, vestiti con le uniformi dei ribelli, in diverse province siriane. A sud, uomini armati si radunano nei pressi di Daraa, al fine di arrestare il comandante locale di alto rango “Mohamed Ali Al-Rifa’i,” il quale aveva lavorato per le forze del regime, accusato di essere coinvolto in “assassinii, violazioni e rapimenti contro i residenti della regione”. Le navi della marina russa lasciano la base di Tartus e ormeggiano a 13 km dalla costa.
I ribelli siriani nominano Mohammed al-Bashir come primo ministro ad interim del paese (6). Nel frattempo, diversi paesi occidentali (7) sospendono le richieste di asilo per i cittadini siriani, bloccando sia le nuove domande che quelle ancora in fase di valutazione. Filippo Grandi, capo dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha affermato che l’agenzia “spera che gli sviluppi sul terreno si evolvano in modo positivo, permettendo finalmente ritorni volontari, sicuri e sostenibili”. Dopo gli sforzi di lunedì, i soccorritori nella prigione di Sednaya hanno dichiarato di aver concluso le ricerche, senza aver trovato ulteriori prigionieri. I corpi di 35 persone, torturate e giustiziate, sono stati consegnati ad un ospedale di Damasco. In merito alle violazioni dei diritti umani, Abu Mohammed al-Jolani (8), promette di condannare i criminali di guerra coinvolti. Parallelamente, l’aviazione israeliana bombarda diverse fabbriche appartenenti alle forze di difesa aerea ad Aleppo, depositi di armi e munizioni nei pressi di Damasco, Qudsaya (Rif Dimashq) e Al-Salamiyah (Hama), con l’intento di interferire con il futuro riarmo della Siria; l’IDF viene accusata di aver raggiunto oltre 25 km a sud di Damasco, ma Netanyahu nega. Continua l’escalation nel nord-est: scontri armati sono riportati tra le “Forze del Consiglio Militare di Manbij” (9) e le fazioni filo-turche vicino al ponte di Qarqouzaq; le SDF abbattono un drone turco a Al-Darbasiyah (Mardin, confine turco-siriano), mentre un altro colpisce un sito militare a Tal Mishtanour (Kobani).
Assad riceve asilo umanitario in Russia. In Siria, i ribelli annunciano l’amnistia per i soldati del regime sconfitti. Migliaia di prigionieri vengono liberati dalle carceri governative. Particolare attenzione va al carcere di Sednaya (Damasco), il “mattatoio umano” dove i “Caschi Bianchi” — la Difesa Civile Siriana — liberano 1500 persone rinchiuse in un complesso sotterraneo e rinvenuto corpi con segni di torture ed esecuzioni, alcuni dei quali stipati nei forni. Nel frattempo, migliaia di rifugiati siriani tornano in patria attraverso il valico di Bab Al-Hawa, al confine con la Turchia, alcuni dopo oltre un decennio di esilio. A sud, le forze israeliane intensificano gli attacchi aerei, colpendo depositi di armi e mezzi delle SAA. Parallelamente, le forze turche conducono regolarmente operazioni aeree con droni nelle aree controllate dalle Forze Democratiche Siriane (SDF) nel nord-est della Siria, provocando decine di vittime, tra cui membri delle Forze di Sicurezza Interna (Asayish)(5) e civili. I droni turchi colpiscono infrastrutture critiche come il ponte di Qarqouzaq, che collega Kobani a Manbij, per sabotare la logistica delle forze curde, dopo che l’SNA si assicura il controllo della città . L’esercito russo, intanto, si ritira dalla base di Sarin nella campagna di Kobani (confine nord-est con la Turchia).
Nella provincia di Al-Quneitra (alture del Golan), l'esercito israeliano inizia un’operazione di terra, dispiegando carri armati e veicoli blindati presso il ponte di Al-Ruqad e avanzando fino a 100 metri dalle abitazioni civili nel villaggio di Al-Hamidyah. Durante l’escalation, un giovane di Jabatha Al-Khashab è stato ucciso e tutti i residenti di Rasm Al-Rawadi sono stati arrestati e confinati nella scuola del villaggio,. A nord-est, l’artiglieria turca bombarda le aree rurali della città di Abu Rasin, controllata dalle SDF, nel nord-ovest di Al-Hasakah. Ciononostante, le forze armate statunitensi avvertono l’SNA e HTS di non avanzare nelle aree controllate dalle SDF a Deir Ez Zor e Raqqa. L’intelligence ucraina ha dichiarato che l'esercito russo ha ritirato due navi, la fregata “Admiral Grygorovych” e la nave cargo “Inzhenier Trubin”, dalla base navale di Tartus (costa occidentale della Siria), mentre gli aerei militari russi decollano dalla base aerea di Khmeimim (Latakia). I ribelli adottano la bandiera della Repubblica Siriana (1932 - 1958) come bandiera ufficiale del Paese.
Il regime di Assad è ufficialmente rovesciato: il Presidente fugge a Mosca; le forze armate si ritirano dall’aeroporto internazionale di Damasco.
I ribelli aprono le prigioni di a Sednaya e Adra, nel Rif Dimashq (regione di Damasco). In tutto il Paese si festeggia: migliaia di persone scendono in piazza a Tartus, Latakia, Aleppo, Homs, Deir Ezzor, Al-Hasakah, Idlib, Damasco e abbattono le statue di Hafez al-Assad. Le forze del regime abbandonano tutte le posizioni lungo il confine tra Siria e Turchia. L’esercito israeliano valica il confine siriano per la prima volta dal 1974 (4), creando una zona cuscinetto nelle alture del Golan. L’IDF inizia una campagna aerea contro i depositi di equipaggiamenti e munizioni delle forze armate siriane.
Le forze di opposizione siriane intensificano l’offensiva su Damasco da sud, completando una manovra a tenaglia con le forze che avanzano da nord su Homs. Le forze del regime si ritirano da villaggi strategici come Assal al-Ward, Yabroud, Artouz e dalle aree periferiche di Jaramana, Darayya e Mezzeh. I ribelli accerchiano le città di Zakia e Khan Shaykhun, mirando a liberare prigionieri. Nella provincia meridionale di Al-Suwayda, le forze governative perdono il controllo di aeroporti strategici come Al-Tha’ala e Khalkhalah, assediato con 1.000 soldati al suo interno. I ribelli conquistano ulteriori siti strategici, tra cui la prigione centrale e la sede del Partito di Assad Ba’ath, costringendo il governatore a fuggire.
Le forze di opposizione avanzano verso Homs, mentre le forze filo-governative si ritirano verso Latakia, eseguendo 17 attacchi aerei. Inoltre, nella regione orientale di Deir el-Zor, le forze pro-governative lasciano le città di Deir el-Zor, Mayadin, Al-Quriyah e Abu Kamal, spostandosi verso Damasco. Similmente, l’Iran ritira alcuni comandanti della Forza Quds delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRGC) dalla Siria, evacua l’Ambasciata iraniana a Damasco e le basi dell’IRGC in tutta la Siria. A sud, i ribelli prendono il controllo di gran parte del governatorato di Daraa, tra cui le città di Daraa e Izra, per la prima volta dall’inizio della guerra civile.
I ribelli prendono il completo controllo di Hama, con il ritiro delle forze governative verso Homs, dove trasferiscono oltre 200 veicoli militari ed ergono barriere sull’autostrada Homs-Hama, isolando Homs. Hezbollah annuncia l’invio di combattenti verso Hama e Homs per supportare il governo. Ad Homs è in atto un esodo di massa da parte della comunità alawita verso la costa siriana (3).
HTS tenta di prendere il controllo del villaggio di Al-Kareem (nord-ovest di Hama, vicino alla regione costiera di Latakia), che ospita il più grande campo militare delle forze del regime nella zona. Le forze del regime, supportate dai loro alleati, respingono l’attacco su questi villaggi. HTS riesce comunque ad assediare Hama da tre lati, conquistando il villaggio di Khattab (nord-ovest di Hama) e bloccando la strada tra Al-Raqqa (Siria nord-orientale, oltre il fiume Eufrate), Hama e Aleppo, conquistando diversi villaggi nell’est della città .
Le forze di opposizione avanzano nella regione di Hama, catturando più di 10 città e villaggi, raggiungendo le periferie di Hama. Nel mentre, a Khanasir (sud-est di Aleppo), l’Esercito Nazionale Siriano (SNA) respinge il tentativo delle forze filo-governative di riconquistare la città . Secondo fonti interne del SOHR, le fazioni sostenute dalla Turchia commettono crimini contro l’umanità contro i rifugiati curdi ad Al-Shuhada e nella campagna settentrionale di Aleppo.
Si verificano gli scontri più intensi dall’inizio dell’offensiva su Hama: l’aviazione russa e siriana effettua più di 45 attacchi aerei. Le forze di opposizione prendono il controllo di diversi villaggi, mentre le forze pro-regime riescono a fermare i tentativi di avanzata verso Qalaat al-Madiq. Nel frattempo, migliaia di rifugiati in condizioni umanitarie precarie sono in attesa di essere sfollati da Al-Shuhada (Aleppo ovest) e Tell Refaat verso le aree sotto il controllo dell’Amministrazione Autonoma della Siria del Nord est, dopo che il SNA ha preso il controllo delle aree occupate dalle SDF.
Le forze pro-regime si riorganizzano nei sobborghi di Hama, mentre la Russia lancia attacchi aerei sulle aree recentemente conquistate dai ribelli, uccidendo e ferendo numerosi civili in un campo profughi a Idlib e nell’ospedale universitario di Aleppo. Nel pomeriggio, l’Esercito Nazionale Siriano (SNA), facente parte della coalizione, irrompe in diverse città nel distretto di al-Safirah, nel sud-est di Aleppo.
HTS e le fazioni alleate continuano ad avanzare nel nord e nell’ovest della campagna di Hama, occupando città e villaggi lasciati dalle forze del regime. Le forze di Assad si ritirano parzialmente da Hama, perdendo l’aeroporto militare, con numerosi convogli che si spostano verso Homs.
Inizia la Battaglia di Aleppo. La coalizione guidata da HTS prende il controllo della maggior parte della città , inclusa la Cittadella, sede del governatorato, e le carceri. Le forze del regime e gli alleati si ritirano verso l’area di Al-Safirah (sud-est di Aleppo), consentendo ai ribelli di fare razzia dei propri equipaggiamenti, compresi: carri armati, elicotteri, fighter jets e sistemi di difesa aerea. Nel pomeriggio, catturano l’aeroporto internazionale di Aleppo, precedentemente occupato dalle SDF (1).
I ribelli prendono il controllo di cinque quartieri nella città di Aleppo: Al-Hamdaniya, Aleppo And Jadeeda, Al-Jamiliya e Salah Al-Dein. Nel frattempo, altri gruppi jihadisti con base ad Idlib prendono parte all’offensiva. I ribelli avviano operazioni contro le installazioni del governo siriano nella regione meridionale, con particolare attenzione ai governatorati di Daraa e As-Suwayda (Damasco sud).
HTS avanza nelle campagne ad est di Idlib e ad ovest di Aleppo. I ribelli conquistano l’aeroporto di al-Nayrab, situato a est di Aleppo, e bloccano il nodo autostradale M4 - M5, fondamentale per la logistica delle forze governative. Il bilancio della giornata vede i ribelli conquistare oltre 40 villaggi. Le forze turche mandano rinforzi militari ai ribelli a Manbij (Siria nord-orientale, controllata dalle SDF) (1), mentre le forze russe evacuano le loro postazioni a Tell Rifaat (Aleppo Nord).
Inizia l’operazione Deterrence of Aggression. Nelle prime 10 ore di offensiva, i ribelli conquistano circa 20 villaggi presidiati dalle forze governative nelle province di Idlib e Aleppo, e assediano con successo la base del 46° reggimento dell’esercito siriano. Le forze siriane e russe rispondono con attacchi aerei intorno ad Atarib e Darat Izza (Aleppo ovest) e diverse località a sud di Idlib.
Articolo di Manuel Fadda
L'analisi del prof. Vittorio Emanuele Parsi sui nuovi scenari alla luce del crollo del regime di Bashar al-Assad.
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Puntata speciale del DailySpot: analizziamo il repentino, e sorprendente, cambio di regime in Siria con Nima Baheli, analista di politica internazionale giĂ altre volte nostro ospite
In questo episodio di Est-Ranei, Anna, Alexei ed Andrea discutono dei recenti avvenimenti in Siria, della caduta del regime di Bashar Al-Assad e dei rapporti che quest'ultimo ha avuto ed ha con la Russia.