Limitazioni territoriali
Dalla ritirata israeliana del 2005 da Gaza, Israele continua a controllare i cieli, i confini marittimi e terrestri di tutta Gaza, eccetto l’area lunga 12 km confinante con l’Egitto. Ciò comporta, di fatto, l'utilizzo o la creazione di scali aerei o marittimi.
Gli unici 2 varchi di uscita sono sotto il controllo di Israele, sui quali è esercitata una forte limitazione in termini di movimento di persone (di fatto bloccate all’interno), sia lo scambio di merci in entrambe le direzioni, attraverso il “dual list use”.
La pesca nella regione è anch’essa limitata da Israele, raggiungendo raramente il completo accesso alla zona di pesca di 20 miglia nautiche, come stipulato nell’accordo di Oslo, bensì di solito limitate ad una zona compresa tra le 6 e le 15 miglia nautiche.
Ban di tecnologie
Mediante il “dual list use” Israele blocca altresì tutto quanto consideri di duplice uso, ovvero anche come potenziale arma contro di sé. La limitazione all’importazione di tecnologie costituisce già di per sé un danno, ma determina, come aggravante, un’imprevedibilità che comporta un maggior rischio di impresa, costituendo un serio ostacolo al settore privato.
All’interno della limitazione imposta dal “dual list use” sono incluse anche tecnologie e materiali di uso civile, quali: macchinari, pezzi di ricambio, fertilizzanti, attrezzature mediche, elettrodomestici, apparecchiature per telecomunicazioni, metalli, prodotti chimici, tubi in acciaio, fresatura macchine, apparecchiature ottiche ed ausili alla navigazione.
Operazioni militari
Tutte le operazioni militari svolte negli anni 2008, 2012, 2014, 2021, 2022 hanno determinato ingenti perdite di vite umane, sfollamenti e danneggiamenti (anche irrimediabili) di infrastrutture altrimenti necessarie allo sviluppo di Gaza: ad esempio tra il 2008-2009 Israele ha distrutto il 60% del capital stock di Gaza, ovvero quell’insieme di risorse destinate alla la produzione di beni e servizi, utilizzabili dalla popolazione. Al suo interno sono incluse infrastrutture quali edifici, fabbriche e strade ed attrezzature, macchinari ed altri beni essenziali all'attività economica e produttiva.
In una successiva operazione militare nel corso del 2014, si è assistito ad un ulteriore diminuzione dell’85% del capital stock rimanente dai precedenti conflitti con Israele, erodendo la capacità produttiva della Striscia, aggravando la povertà ed incrementando la dipendenza dagli aiuti internazionali.
UNCTAD nel 2023 ha stimato che senza le restrizioni e le operazioni militare, mantenendo un livello di crescita del 6.6% pari a quello del West Bank. Il GDP sarebbe oggi del 50% più alto, ed il GDP per capita il 105% maggiore.