Le conseguenze della guerra in Ucraina

Sin dai suoi primi giorni, l’invasione russa dell’Ucraina ha avuto un effetto profondo, non solo sulla sicurezza europea, ma anche in termini economici sia regionali che globali.

Lo scenario internazionale è stato caratterizzato da una continua e crescente polarizzazione durante questi due anni di guerra: molti paesi sostengono l’Ucraina, alcuni cercano di mantenere relazioni con entrambe le nazioni, mentre altri - come la Bielorussia, l’Iran e la Corea del Nord - appoggiano apertamente la Russia, la cui influenza è in crescita anche in Africa. 

Questi sviluppi hanno fortemente impattato sulle catene di approvvigionamento ed il commercio tra Europa e Russia, i cui volumi sono fortemente diminuiti sul mercato “trasparente” a seguito delle sanzioni, nonostante in più casi si sia assistito a triangolazioni attraverso attori terzi in grado di aggirarle, almeno parzialmente. Di fatto, è divenuto ancor più evidente quanta e quale sia la dipendenza dell’UE da beni strategici e materie prime. In questo contesto, il Consiglio europeo ha sottolineato la necessità di un’autonomia strategica aperta, affinché l’UE diventi più autosufficiente pur rimanendo aperta alla cooperazione con i partner: rafforzare la sicurezza economica, un concetto raramente discusso prima della guerra in Ucraina, è ora in cima alle agende politiche. 

Missile colpisce ospedale pediatrico a Kyiv: alta probabilità di responsabilità russa
Le Nazioni Unite hanno dichiarato che è "molto probabile" che l'ospedale pediatrico principale di Kyiv , avvenuto l’8/07/24, sia stato colpito direttamente da un missile russo durante una serie di attacchi aerei sulle città ucraine, tuttavia il Cremlino continua a negare il coinvolgimento.

L'Ucraina ha issato le bandiere a mezz'asta in una giornata di lutto nazionale per commemorare le 41 persone uccise negli attacchi aerei di lunedì, tra cui quattro bambini e due persone presso l'ospedale pediatrico Okhmatdyt nella capitale.

"L'analisi delle riprese video e una valutazione effettuata sul luogo dell'incidente indicano un'alta probabilità che l'ospedale pediatrico abbia subito un colpo diretto piuttosto che danni causati da un sistema d'arma intercettato," ha dichiarato il capo della Missione di Monitoraggio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite in Ucraina.

Il Cremlino ha affermato, senza fornire prove, che sia stato il fuoco antimissilistico ucraino, e non la Russia, a colpire l'ospedale pediatrico, uno dei più grandi d'Europa, che tratta pazienti con condizioni gravi come il cancro e le malattie renali.

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Le conseguenze socio-economiche in Europa
Il conflitto ha avuto un chiaro influsso sulle imprese globali, così come sui consumatori. Le evidenze dal mercato azionario mostrano infatti come le aziende con stretti legami con la Russia, sia attraverso il commercio che la proprietà, abbiano registrato significative cadute del proprio valore azionario a seguito dell’invasione. 

Secondo uno studio della London School of Economics, in media i legami commerciali con la Russia hanno determinato una riduzione dell’1,53% del valore dell'indice azionario aggregato di ciascun paese. Prima dell’inizio del conflitto, le aziende avevano una media di dipendenza dalla Russia pari allo 0,25%. Questo significa che, per esempio, un’azienda con una produzione di 1 miliardo di dollari avrebbe avuto esportazioni ed importazioni con la Russia per un valore totale di 2,5 milioni di dollari.

Alcuni paesi dipendono significativamente di più dalla Russia di altri. I paesi dell’Europa orientale sono tra i più colpiti attraverso i legami commerciali, mentre i paesi dell’Europa occidentale sono quelli più colpiti attraverso i legami di proprietà. Al contrario, le nazioni meno strettamente dipendenti dalla Russia, quali Stati Uniti e Cina, hanno subito meno danni. Di conseguenza, l'Europa è stata più fortemente colpita dall'impatto finanziario internazionale causato dal perdurare del conflitto tra Russia e Ucraina.

Le conseguenze economiche di tale guerra potrebbero non essere immediate al pari delle sofferenze e delle perdite umane nelle zone interessate dai combattimenti, ma si è rivelato estremamente grave, soprattutto per l’Ucraina e la Russia: impatti che aggravano ulteriormente l'insicurezza alimentare ed incrementano pericolosamente la povertà.

In Europa abbiamo potuto osservare, nel 2022, un inflazione sui prodotti alimentari nell'eurozona salita fino al 9,2%, e di un aumento di circa il 7% in Italia: nel dibattito pubblico, la guerra in Ucraina, paese definito "il mulino d'Europa", è stata spesso indicata quale principale responsabile dell'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, con l'Ucraina stessa.

Tuttavia, è importante notare come l'Europa non figuri neanche tra i primi dieci importatori di prodotti alimentari dall'Ucraina: i maggiori importatori, specialmente di grano, sono paesi in via di sviluppo quali Etiopia, Yemen, Afghanistan, Sudan, Somalia, Kenya e Gibuti. La preoccupazione dell'Europa per l'approvvigionamento di grano ucraino non è tanto motivata da un interesse diretto, quanto piuttosto da una questione di sicurezza alimentare a livello internazionale. Ciò ha portato i paesi dell'Europa dell'Est, quali Polonia, Ungheria, Slovacchia e Bulgaria ad importare maggior grano ucraino determinandone la svalutazione dei prezzi e creando un malcontento generale. Questo si è dapprima tradotto in un divieto di importazione e successivamente in richieste volte al divieto di vendita, ma permettendo comunque il transito del grano al fine di poter accedere ad altri mercati, modificando nel contempo le tasse doganali a seconda del prodotto e della quantità già importata. In Italia questa situazione ha inciso marginalmente in quanto importiamo il grano dal Canada nella misura del 15.6%, dalla Francia per il 13.8%, dall’Ungheria per il 13.7% ed solo per un 1.57% dall’Ucraina, dalla quale, tuttavia, importiamo ben il 43,8% di  “seed oil”
 

Mandato di arresto per Vladimir Putin 
Il 17 marzo 2023, la Corte Penale Internazionale ha emesso mandati di arresto per il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, e per la commissaria russa per i diritti dei bambini, Maria Alekseyevna Lvova-Belova, con l’imputazione di deportazione forzata di bambini dall'Ucraina alla Russia, e conseguente loro  adozione da famiglie russe. Nonostante la Russia non sia parte della Corte Penale Internazionale, questo mandato ha provocato cambiamenti significativi sia in termini politici che in merito alla figura stessa di Putin. 

La deportazione forzata delle popolazioni è riconosciuta quale crimine ai sensi dello “Statuto di Roma” che ha istituito l’apposito tribunale. Sebbene l’Ucraina non sia firmataria del tribunale dell’Aia, ha concesso alla Corte penale internazionale di indagare sui crimini di guerra commessi sul proprio territorio.

Poiché la Russia non riconosce il tribunale e non consente l’estradizione dei suoi cittadini, per il Cremlino le decisioni della CPI sono ritenute prive di significato ed è altamente improbabile che Putin o Lvova-Belova siano consegnati alla giurisdizione del tribunale nel prossimo futuro. Tuttavia, l’emissione del mandato rimane un momento altamente significativo per diverse ragioni. Invia un segnale ai funzionari russi di alto livello - militari e civili - che potrebbero essere oggetto di conseguenze penali, attuali e future, limitando ulteriormente la loro capacità di viaggiare al di fuori del proprio Paese, compresa la partecipazione a forum internazionali. Nonostante la Russia non sia parte dello Statuto di Roma, il mandato di arresto costituisce anche un tentativo di isolare Putin: uscire dalla Federazione sarebbe troppo rischioso a meno che non si tratti di paesi strettamente legati all’orbita di influenza geopolitica russa.


La crisi umanitaria in Ucraina negli ultimi mesi 
Da gennaio a marzo, la situazione umanitaria in Ucraina è continuata a peggiorare. I ripetuti attacchi hanno avuto ripercussioni devastanti sui civili e i servizi vitali sono stati interrotti per centinaia di migliaia di persone in tutto il paese, durante il rigido inverno. Dal principio dell’anno fino a marzo 2024, la popolazione di tutta l’Ucraina – a Kharkiv, Kherson, Kyiv, Lviv, Mykolaiv, Odesa, Zaporizhzhia ed altrove – ha subito massicce ondate di bombardamenti e droni che hanno causato morti e feriti tra i civili, danneggiato abitazioni ed infrastrutture critiche. Allo stesso tempo, le ostilità lungo la linea del fronte (o meglio dei diversi fronti) ed ai confini del Paese, specialmente nelle oblast di Donetska, Kharkivska, Khersonska e Sumska, hanno spinto ulteriormente lo spostamento dei civili in cerca di sicurezza e protezione. La Missione di monitoraggio dei diritti umani delle Nazioni Unite in Ucraina (HRMMU), ha verificato come ben 640 persone siano state uccise o ferite durante il mese di gennaio e 500 in quello di febbraio, segnalando un aumento allarmante del numero di bambini colpiti, di cui 40 riportati solo a gennaio. Gli attacchi  alle infrastrutture critiche hanno altresì causato gravi interruzioni dei servizi essenziali quali elettricità, acqua e gas per centinaia di migliaia di persone.

Le aggressioni continue contro scuole e strutture sanitarie hanno inoltre avuto conseguenze di vasta portata, rendendo sempre più difficile l’accesso a cure sanitarie essenziali ed istruzione. Nei primi tre mesi del 2024, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha verificato più di 70 attacchi che hanno colpito i fornitori di assistenza sanitaria, forniture, strutture, magazzini e trasporti in Ucraina, su un totale di oltre 260 offensive sul complesso del territorio ucraino. L’impatto è particolarmente devastante nelle aree vicine ai fronti dove le strutture sanitarie sono da tempo già state gravemente danneggiate. Inoltre, secondo il Cluster dell'Educazione, quasi 90 strutture educative sono state oggetto di attacchi in tutta l’Ucraina dall’inizio del 2024. Le strutture educative e sanitarie interessate sono sia in prossimità dei fronti che in altre località più distanti dai combattimenti, quale ad esempio la città di Lviv nell’ovest del Paese.

In risposta alle necessità generate dalla guerra, la comunità ha lanciato il Piano 2024 dei Bisogni Umanitari e di Risposta per l'Ucraina il 15 gennaio. Il piano, che chiede 3,1 miliardi di dollari USA, mira ad assistere 8,5 milioni di persone tra le più vulnerabili, inclusi oltre 3,3 milioni nelle aree di vicine ai fronti.

L’azione umanitaria si concentra nel fornire assistenza salvavita multisettoriale e nel facilitare l’accesso ai servizi di base per tutti coloro che siano colpiti dalla guerra - inclusi i non sfollati - per gli internamente sfollati e per coloro che siano tornati a casa dopo lo spostamento. Sebbene le comunità più vicine al fronte costituiscano la priorità a causa della gravità dei bisogni, gli aiuti umanitari sono in supporto a tutte le persone più bisognose dell’intero paese. 

L’impatto ambientale
La guerra, qualunque essa sia, non comporta solo morti e danni alle infrastrutture: una vittima silenziosa e spesso trascurata è l'ambiente naturale, già martoriato. In Ucraina, il conflitto ha danneggiato circa il 20% delle aree naturali protette e ben 3 milioni di ettari di foresta. Altri 450.000 ettari si trovano in zone occupate od interessate dai combattimenti, subendo incendi, danni agli habitat ed inquinamento di acqua, aria e suolo.

Le esplosioni rilasciano nell'atmosfera anidride carbonica, un gas serra, e ossidi di zolfo e di azoto, che possono provocare piogge acide ed alterare il pH del suolo. In particolare, la regione del Donbass, già fortemente stressata dall'attività mineraria ed industriale, rappresenta  oltre il 38% delle terre ucraine danneggiate. La guerra non fa che aggravare la situazione, incrementando l'inquinamento ed il degrado ambientale.

Danni e perdite del settore agricolo e del comparto allevamento in Ucraina. Fonte: FAO, 2022 file:///D:/cc3311en.pdf Creative Commons AttributionNonCommercial-ShareAlike 3.0 IGO licence (CC BY-NC-SA 3.0)

Poco più di un anno fa, un rapporto della FAO ha rivelato come nei primi sei mesi di guerra, i danni e le perdite per agricoltori ed allevatori ucraini ammontassero a quasi 2,25 miliardi di dollari. Gli esperti del Sokolovsky Institute for Soil Science dell’Accademia Nazionale delle Scienze dell’Ucraina, citati da Deutsche Welle, hanno inoltre evidenziato il problema della contaminazione dei terreni, con crescenti concentrazioni di cadmio e piombo quale conseguenza diretta dei combattimenti. Nel complesso, i danni totali subiti dal suolo ucraino sono stimati a 15 miliardi di dollari, una cifra preliminare probabilmente destinata ad aumentare.

Un’indagine che ha coinvolto ricercatori dell’Università del Maryland, dello Space Research Institute di Kyiv e del Politecnico della stessa capitale ucraina pubblicata sulla rivista Communications Earth & Environment, ha anche mostrato che, nonostante la guerra, i territori sotto il controllo dell’Ucraina sono stati oggetto di un aumento della riforestazione del 9%, mentre le aree occupate dai russi hanno subito una perdita drastica di foreste, pari al 25%.

Da un'analisi (War Impact on Air Quality in Ukraine) inoltre sono stati analizzati i dati satellitari e terrestri di cinque inquinanti (NO2, CO, O3, SO2, PM2.5) ad intervalli di due settimane, confrontando i dati pre-guerra e durante le prime settimane del conflitto. I dati pongono in evidenza come e quanto la qualità dell'aria sia stata significativamente influenzata dalla guerra rispetto ai valori pre-conflitto.

I risultati principali includono:

  • Una riduzione del 24,1% delle concentrazioni di NO2 in Ucraina e del 40,42% a Kyiv.
  • Una diminuzione del PM2.5 del 38,33% in Ucraina e del 30,82% a Kyiv.
  • Riduzioni minori per CO, ma un aumento del 2,45% per O3 e del 38,06% per SO2 in Ucraina durante le prime due settimane di guerra.

L’invasione è iniziata attraverso attacchi da più fronti. Dai confini settentrionali del paese, la Russia mirava a conquistare la capitale ucraina, Kyiv. Tuttavia, a causa della forte resistenza e dei blocchi strategici delle strade, tra cui ponti distrutti e territori allagati, le forze militari russe non sono riuscite ad entrare nella capitale e si sono fermate vicino ai confini orientali di Kyiv regione in cui, oltre agli intensi bombardamenti ed alle distruzioni, sono stati commessi crimini di guerra in diverse piccole città, come Bucha e Borodyanka.

Questa significativa intensificazione dell'inquinamento atmosferico causata dalla guerra può essere osservata nei dati orari delle concentrazioni di PM2.5 rilevati dalle tre stazioni Purple Air durante la terza-sesta settimana di guerra. L'aumento dell'inquinamento da PM2.5 nella regione di Kyiv è visibile anche nelle mappe satellitari precedentemente analizzate per l'Ucraina.

Questi cambiamenti sono attribuiti alla ridotta attività umana dovuta agli attacchi aerei ed ai bombardamenti, che hanno costretto molte persone a lasciare le loro case od a rifugiarsi. Alcune aree hanno tuttavia subito un aumento delle concentrazioni di PM2.5 a causa delle esplosioni e delle distruzioni, al punto che in alcune zone l'inquinamento ha superato i livelli di sicurezza raccomandati dall'OMS. 

Le gravi conseguenze delle attività militari si sono riversate anche sulla biodiversità marina nel Mar Nero: la guerra ha avuto effetti ambientali immediati e collaterali, in quanto il grande bacino di acqua salata custodisce numerose e rare specie acquatiche. Le fuoriuscite di petrolio, lo scarico di sostanze tossiche ed il deterioramento dell'habitat sono solo alcuni degli effetti diretti che hanno danneggiato gli ambienti marini e distrutto siti di riproduzione cruciali. Il fragile equilibrio della vita marina nell'area è ulteriormente minacciato dagli effetti indiretti causati dalle pratiche di pesca, dall'aumento del traffico marittimo e dai progressi nelle infrastrutture costiere in conseguenza del conflitto. La guerra ha violato accordi internazionali, tra cui le Convenzioni di Basilea, Stoccolma e Londra, attraverso attività militari nel Mar Nero, con conseguente mancato rispetto delle normative che disciplinano il movimento di rifiuti pericolosi e rappresentando una minaccia per la biodiversità della regione.

L’impatto sull’agricoltura

Nel 2021, l'Ucraina ha celebrato un raccolto record di 100 milioni di tonnellate. L'inizio della guerra su larga scala e le condizioni meteorologiche avverse nel 2022 hanno ridotto i raccolti, diminuendone il volume a 56 milioni di tonnellate. Nel 2023, grazie a regolazioni strategiche delle colture e ad una parziale ripresa, il raccolto totale è risalito a 70 milioni di tonnellate. Nel 2024, se la superficie seminata rimarrà la stessa, le previsioni basate sugli scenari rivelano che i raccolti complessivi saranno leggermente inferiori a causa di condizioni meteorologiche presumibilmente meno favorevoli rispetto all'anno precedente.

Il settore agricolo dell'Ucraina è stato a lungo un pilastro della stabilità alimentare globale: la guerra su larga scala iniziata dalla Russia ha tuttavia determinato criticità impreviste, influenzando profondamente la sicurezza alimentare globale.

L'Ucraina è stata uno dei maggiori contributori al World Food Programme, l'agenzia delle Nazioni Unite che fornisce aiuti alimentari ai paesi in crisi. Il direttore esecutivo del WFP, David Beasley, stimava che l'Ucraina fornisse il 40% del grano utilizzato dal programma. La guerra ha invertito questo flusso: il WFP ha iniziato a lavorare per fornire agli ucraini i beni di cui avevano bisogno. 

L'Ucraina e la Russia svolgevano entrambe un ruolo importante nei mercati alimentari globali: erano esportatori netti di diverse delle principali colture di cereali, tra cui grano, mais (granoturco) ed orzo; entrambe erano anche esportatori dominanti di olio di girasole, uno degli oli vegetali più utilizzati al mondo. Alcuni paesi, tra cui l'India, dipendevano fortemente dalle importazioni di olio di girasole per le loro forniture alimentari nazionali.

I grafici mostrano il contributo dei due paesi alle esportazioni alimentari globali e alla produzione alimentare globale. Nel 2019, circa un quarto delle esportazioni globali di grano provenivano da Ucraina e Russia, così come un quinto del mais globale e dell'orzo; rappresentavano altresì quasi due terzi dell'olio di girasole commercializzato e di cui l'Ucraina, da sola, contribuiva per quasi la metà delle esportazioni globali.

L'invasione dell'Ucraina da parte della Russia ha provocato un aumento senza precedenti dell'insicurezza alimentare globale. Nonostante la situazione sia uscita dai riflettori mediatici, i suoi impatti persistono. Secondo la FAO, milioni di persone potrebbero rimanere cronicamente denutrite entro il 2030 a causa della guerra. Gli effetti devastanti della distruzione del settore agricolo ucraino, deliberatamente mirato dalla Russia, si estendono oltre l'insicurezza alimentare, influenzando anche la strategia russa nel Sud del mondo attraverso le esportazioni agricole.

La Russia ha attaccato direttamente l'infrastruttura agricola ucraina, tra cui fattorie, campi, impianti di lavorazione e magazzini, oltre alle infrastrutture logistiche quali strade, ferrovie, ponti e porti. Le stime indicate da diverse fonti (la Banca Mondiale, la Kyiv School of Economics, l'Unione Europea e le Nazioni Unite) nel 2023 indicano danni economici aggregati al settore agricolo ucraino per circa 40,2 miliardi di dollari tra cui ulteriori danni significativi ai sistemi di irrigazione. Questi danni sono stati ulteriormente aggravati da eventi quali la rottura della diga di Kakhovka nel giugno 2023, che ha interrotto l'irrigazione e reso inutilizzabili vasti terreni agricoli (CSIS). La Russia ha anche interrotto l'iniziativa Black Sea Grain, chiudendo i porti ucraini al commercio di cereali ed intensificando gli attacchi alle infrastrutture di esportazione.

Parallelamente, l'Ucraina ha subito perdite significative di grano attraverso furti del medesimo, per un totale stimato in circa 6 milioni di tonnellate metriche entro metà 2023: eventi che non solo hanno danneggiato l'economia agricola ucraina, ma hanno anche minato la sua capacità di fornire cereali agli importatori globali. L'Ucraina è stata, pertanto, costretta a riorientare le sue esportazioni attraverso i paesi europei confinanti, creando tensioni commerciali e compromettendo il sostegno europeo, in questo la Russia ha giocato un ruolo cruciale in quanto le proteste degli agricoltori polacchi sono state influenzate da agenti russi (così è stato affermato dal ministro degli esteri polacco)  con la conseguente comparsa di striscioni che esprimevano sentimenti anti-ucraini e pro-Putin durante le manifestazioni.

L'impasse del Congresso degli Stati Uniti sugli aiuti all'Ucraina ha ulteriormente minacciato la ripresa agricola e la sicurezza alimentare globale. Ciò ha ulteriormente rafforzato la soft power della Russia, che ha utilizzato le sue esportazioni alimentari per influenzare i paesi Africani. L'assistenza internazionale risulta quindi cruciale non solo per la difesa militare dell'Ucraina, ma anche al fine di sostenere la sua ripresa economica ed agricola, migliorando la sicurezza alimentare globale e riducendo la dipendenza dai prodotti agricoli russi.

Per chi volesse dare supporto e sostegno economico, di seguito alcune iniziative:

⇒ Ospedale colpito a Kyiv

⇒ Danni ambientali, monitoraggio e ripristino

Per tutte le altre iniziative: Sosteniamo il popolo ucraino 

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