Le conseguenze socio-economiche in Europa
Il conflitto ha avuto un chiaro influsso sulle imprese globali, così come sui consumatori. Le evidenze dal mercato azionario mostrano infatti come le aziende con stretti legami con la Russia, sia attraverso il commercio che la proprietà, abbiano registrato significative cadute del proprio valore azionario a seguito dell’invasione.
Secondo uno studio della London School of Economics, in media i legami commerciali con la Russia hanno determinato una riduzione dell’1,53% del valore dell'indice azionario aggregato di ciascun paese. Prima dell’inizio del conflitto, le aziende avevano una media di dipendenza dalla Russia pari allo 0,25%. Questo significa che, per esempio, un’azienda con una produzione di 1 miliardo di dollari avrebbe avuto esportazioni ed importazioni con la Russia per un valore totale di 2,5 milioni di dollari.
Alcuni paesi dipendono significativamente di più dalla Russia di altri. I paesi dell’Europa orientale sono tra i più colpiti attraverso i legami commerciali, mentre i paesi dell’Europa occidentale sono quelli più colpiti attraverso i legami di proprietà. Al contrario, le nazioni meno strettamente dipendenti dalla Russia, quali Stati Uniti e Cina, hanno subito meno danni. Di conseguenza, l'Europa è stata più fortemente colpita dall'impatto finanziario internazionale causato dal perdurare del conflitto tra Russia e Ucraina.
Le conseguenze economiche di tale guerra potrebbero non essere immediate al pari delle sofferenze e delle perdite umane nelle zone interessate dai combattimenti, ma si è rivelato estremamente grave, soprattutto per l’Ucraina e la Russia: impatti che aggravano ulteriormente l'insicurezza alimentare ed incrementano pericolosamente la povertà.
In Europa abbiamo potuto osservare, nel 2022, un inflazione sui prodotti alimentari nell'eurozona salita fino al 9,2%, e di un aumento di circa il 7% in Italia: nel dibattito pubblico, la guerra in Ucraina, paese definito "il mulino d'Europa", è stata spesso indicata quale principale responsabile dell'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, con l'Ucraina stessa.
Tuttavia, è importante notare come l'Europa non figuri neanche tra i primi dieci importatori di prodotti alimentari dall'Ucraina: i maggiori importatori, specialmente di grano, sono paesi in via di sviluppo quali Etiopia, Yemen, Afghanistan, Sudan, Somalia, Kenya e Gibuti. La preoccupazione dell'Europa per l'approvvigionamento di grano ucraino non è tanto motivata da un interesse diretto, quanto piuttosto da una questione di sicurezza alimentare a livello internazionale. Ciò ha portato i paesi dell'Europa dell'Est, quali Polonia, Ungheria, Slovacchia e Bulgaria ad importare maggior grano ucraino determinandone la svalutazione dei prezzi e creando un malcontento generale. Questo si è dapprima tradotto in un divieto di importazione e successivamente in richieste volte al divieto di vendita, ma permettendo comunque il transito del grano al fine di poter accedere ad altri mercati, modificando nel contempo le tasse doganali a seconda del prodotto e della quantità già importata. In Italia questa situazione ha inciso marginalmente in quanto importiamo il grano dal Canada nella misura del 15.6%, dalla Francia per il 13.8%, dall’Ungheria per il 13.7% ed solo per un 1.57% dall’Ucraina, dalla quale, tuttavia, importiamo ben il 43,8% di “seed oil”
Mandato di arresto per Vladimir Putin
Il 17 marzo 2023, la Corte Penale Internazionale ha emesso mandati di arresto per il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, e per la commissaria russa per i diritti dei bambini, Maria Alekseyevna Lvova-Belova, con l’imputazione di deportazione forzata di bambini dall'Ucraina alla Russia, e conseguente loro adozione da famiglie russe. Nonostante la Russia non sia parte della Corte Penale Internazionale, questo mandato ha provocato cambiamenti significativi sia in termini politici che in merito alla figura stessa di Putin.
La deportazione forzata delle popolazioni è riconosciuta quale crimine ai sensi dello “Statuto di Roma” che ha istituito l’apposito tribunale. Sebbene l’Ucraina non sia firmataria del tribunale dell’Aia, ha concesso alla Corte penale internazionale di indagare sui crimini di guerra commessi sul proprio territorio.
Poiché la Russia non riconosce il tribunale e non consente l’estradizione dei suoi cittadini, per il Cremlino le decisioni della CPI sono ritenute prive di significato ed è altamente improbabile che Putin o Lvova-Belova siano consegnati alla giurisdizione del tribunale nel prossimo futuro. Tuttavia, l’emissione del mandato rimane un momento altamente significativo per diverse ragioni. Invia un segnale ai funzionari russi di alto livello - militari e civili - che potrebbero essere oggetto di conseguenze penali, attuali e future, limitando ulteriormente la loro capacità di viaggiare al di fuori del proprio Paese, compresa la partecipazione a forum internazionali. Nonostante la Russia non sia parte dello Statuto di Roma, il mandato di arresto costituisce anche un tentativo di isolare Putin: uscire dalla Federazione sarebbe troppo rischioso a meno che non si tratti di paesi strettamente legati all’orbita di influenza geopolitica russa.
La crisi umanitaria in Ucraina negli ultimi mesi
Da gennaio a marzo, la situazione umanitaria in Ucraina è continuata a peggiorare. I ripetuti attacchi hanno avuto ripercussioni devastanti sui civili e i servizi vitali sono stati interrotti per centinaia di migliaia di persone in tutto il paese, durante il rigido inverno. Dal principio dell’anno fino a marzo 2024, la popolazione di tutta l’Ucraina – a Kharkiv, Kherson, Kyiv, Lviv, Mykolaiv, Odesa, Zaporizhzhia ed altrove – ha subito massicce ondate di bombardamenti e droni che hanno causato morti e feriti tra i civili, danneggiato abitazioni ed infrastrutture critiche. Allo stesso tempo, le ostilità lungo la linea del fronte (o meglio dei diversi fronti) ed ai confini del Paese, specialmente nelle oblast di Donetska, Kharkivska, Khersonska e Sumska, hanno spinto ulteriormente lo spostamento dei civili in cerca di sicurezza e protezione. La Missione di monitoraggio dei diritti umani delle Nazioni Unite in Ucraina (HRMMU), ha verificato come ben 640 persone siano state uccise o ferite durante il mese di gennaio e 500 in quello di febbraio, segnalando un aumento allarmante del numero di bambini colpiti, di cui 40 riportati solo a gennaio. Gli attacchi alle infrastrutture critiche hanno altresì causato gravi interruzioni dei servizi essenziali quali elettricità, acqua e gas per centinaia di migliaia di persone.
Le aggressioni continue contro scuole e strutture sanitarie hanno inoltre avuto conseguenze di vasta portata, rendendo sempre più difficile l’accesso a cure sanitarie essenziali ed istruzione. Nei primi tre mesi del 2024, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha verificato più di 70 attacchi che hanno colpito i fornitori di assistenza sanitaria, forniture, strutture, magazzini e trasporti in Ucraina, su un totale di oltre 260 offensive sul complesso del territorio ucraino. L’impatto è particolarmente devastante nelle aree vicine ai fronti dove le strutture sanitarie sono da tempo già state gravemente danneggiate. Inoltre, secondo il Cluster dell'Educazione, quasi 90 strutture educative sono state oggetto di attacchi in tutta l’Ucraina dall’inizio del 2024. Le strutture educative e sanitarie interessate sono sia in prossimità dei fronti che in altre località più distanti dai combattimenti, quale ad esempio la città di Lviv nell’ovest del Paese.
In risposta alle necessità generate dalla guerra, la comunità ha lanciato il Piano 2024 dei Bisogni Umanitari e di Risposta per l'Ucraina il 15 gennaio. Il piano, che chiede 3,1 miliardi di dollari USA, mira ad assistere 8,5 milioni di persone tra le più vulnerabili, inclusi oltre 3,3 milioni nelle aree di vicine ai fronti.
L’azione umanitaria si concentra nel fornire assistenza salvavita multisettoriale e nel facilitare l’accesso ai servizi di base per tutti coloro che siano colpiti dalla guerra - inclusi i non sfollati - per gli internamente sfollati e per coloro che siano tornati a casa dopo lo spostamento. Sebbene le comunità più vicine al fronte costituiscano la priorità a causa della gravità dei bisogni, gli aiuti umanitari sono in supporto a tutte le persone più bisognose dell’intero paese.
L’impatto ambientale
La guerra, qualunque essa sia, non comporta solo morti e danni alle infrastrutture: una vittima silenziosa e spesso trascurata è l'ambiente naturale, già martoriato. In Ucraina, il conflitto ha danneggiato circa il 20% delle aree naturali protette e ben 3 milioni di ettari di foresta. Altri 450.000 ettari si trovano in zone occupate od interessate dai combattimenti, subendo incendi, danni agli habitat ed inquinamento di acqua, aria e suolo.
Le esplosioni rilasciano nell'atmosfera anidride carbonica, un gas serra, e ossidi di zolfo e di azoto, che possono provocare piogge acide ed alterare il pH del suolo. In particolare, la regione del Donbass, già fortemente stressata dall'attività mineraria ed industriale, rappresenta oltre il 38% delle terre ucraine danneggiate. La guerra non fa che aggravare la situazione, incrementando l'inquinamento ed il degrado ambientale.