Perché le fake news rappresentano una sfida importante per il mondo della scuola?
Eurostat indica come le nuove tecnologie informatiche siano oggi così centrali nella vita dei giovani da renderli particolarmente vulnerabili ad ogni tipo di fake news. Il 96% dei giovani europei utilizza internet quotidianamente (Eurostat, 2023). A livello globale i social media rappresentano, per il 56% della popolazione di sedici paesi, la fonte principale di informazioni (Ipsos & Unesco, 2023). Inoltre, il 78% delle persone dichiara di accedere spesso ad informazioni deliberatamente falsificate sui social media (Ipsos & Unesco, 2023).
Ovviamente i bambini raramente dispongono delle capacità cognitive ed emozionali per distinguere le informazioni tra più o meno affidabili (Howard et al., 2021). I dati Unicef riportano che fino al 75% dei bambini (9-17 anni) si sente incapace di valutare qualora un’informazione trovata online sia vera o falsa (Howard et al., 2021). Ciò porta ad interrogarsi su quale sia, in questo contesto, il ruolo che la scuola debba svolgere. Essendo il luogo in cui i giovani ricevono la loro istruzione, la scuola dovrebbe fornire loro le competenze critiche e informative che gli permettano di riconoscere la veridicità di quanto trovato in rete.
Inoltre, la capacità di rispondere in modo critico alla propaganda online, alla disinformazione e alle fake news risulta essere una componente democratica importante. Il pensiero analitico e critico, attraverso la conoscenza e la comprensione del mondo, nonché il ruolo del linguaggio e della comunicazione, sono al centro del reference framework of competences for democratic culture (quadro di riferimento delle competenze per la cultura democratica) (Barrett, 2018).
Un'altra area in cui la tecnologia dell'informazione e della comunicazione sta attualmente diventando un problema per le scuole è rappresentata da quanto pubblicato in rete su insegnanti e/o sulle scuole stesse. Le istituzioni scolastiche stanno scoprendo che le famiglie sempre più spesso si rivolgono ai social media quando in disaccordo con la scuola (ad esempio, riguardo alle regole e alle politiche scolastiche o al comportamento del personale, spesso senza che tali critiche abbiano fondamento alcuno).
Le modalità di gestione dei commenti critici e/o diffamatori online è diventato oggetto di preoccupazione per diversi dirigenti scolastici e responsabili (Council of Europe, 2023).
Se da un lato i giovani risultano essere particolarmente vulnerabili a quanto viene pubblicato in rete, il personale scolastico sembra non essere adeguatamente preparato ad affrontare tali sfide, non riuscendo a “stare al passo” con il rapido sviluppo delle tecnologie informatiche (Council of Europe, 2023).
Esistono strumenti che permettano di selezionare le informazioni trovate in rete?
Un esempio sono le linee guida fornite dalla Cornell University, che permettono ad un utente di poter valutare se una fonte sia o meno valida. Tali linee guida riguardano il controllare l’adeguatezza del linguaggio di una fonte, il controllare le credenziale dell’autore e dell’editore, il verificare le referenze utilizzate per creare un determinato elaborato ed il saper determinare se il contenuto abbia più carattere pubblicitario che informativo. Per maggiori dettagli si può consultare il seguente link: Fake news, alternative facts and misinformation workshop. Anche l’università di Delft offre simili criteri di valutazione delle informazioni (Recognizing fake news).
L’Unione Europea ha inoltre pubblicato un documento dal titolo “Orientamenti per gli insegnanti e gli educatori volti a contrastare la disinformazione e promuovere l’alfabetizzazione digitale attraverso l’istruzione e la formazione” nel quale vengono indicate le modalità di azione degli insegnanti per rendere gli studenti “cittadini digitali”. Il documento è rivolto ad insegnanti ed educatori ed è organizzato in varie sezioni offrendo, in particolare, indicazioni sull’ambiente di apprendimento ottimale per l’alfabetizzazione digitale e per l’ “immunizzazione” contro la cattiva informazione, e la disinformazione con varie tecniche che possono essere ottimizzate per ogni singolo contesto educativo (Unione Europea, 2022).
Concludendo…
“La scuola è l'unico luogo in cui è assolutamente cruciale insegnare ai futuri cittadini a comprendere, criticare ed a creare informazione. È nelle scuole che il cittadino digitale deve iniziare e mantenere un costante pensiero critico per poter essere un membro significativo della propria comunità” (Council of Europe, 2023).
L’educazione digitale deve e dovrà necessariamente diventare sempre più parte integrante del curriculum scolastico. La scuola ha quindi questa (importante) responsabilità di preparare i propri alunni a diventare cittadini critici che siano in grado di muoversi consapevolmente nel mondo attorno a loro. Allo stesso tempo, le istituzioni a capo del sistema scolastico hanno il compito di rendere il proprio personale adeguatamente preparato in tal senso, in modo da essere sempre un punto di riferimento per il proprio pubblico, sottraendolo all’influenza che la cattiva informazione ha su di esso.