Punto Stampa a Cura di: Michele Miceli, Tommaso Leva, Daniele Barnaba
Conduce: Franz Forti
Ospite | Luca Romano: polemiche in Cina e Corea del Sud per il previsto sversamento in mare dell’acqua radioattiva usata per gestire la centrale di Fukushima Dai-ichi. |
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Argomenti principali della giornata: La presunta mediazione di Arabia Saudita e Turchia riguardo ai bambini deportati in Russia. Abusi umanitari della DLPR a Izium. Patrick Zaki condannato a 3 anni. Commissione affari esteri Europea sollecita ICC per mandato di arresto per Lukashenka
Ucraina |
Arabia Saudita e Turchia stanno cercando di mediare un accordo per il rimpatrio dei bambini ucraini portati in Russia e detenuti in case per l'infanzia o adottati da famiglie russe, secondo quattro persone a conoscenza dei negoziati, intervistate dal Financial Times. I funzionari di Kyiv e Mosca stanno compilando elenchi dei migliaia di bambini trasferiti in Russia dall'invasione dell'Ucraina, come parte del processo di mediazione, che non era ancora stato reso noto. I negoziati altamente sensibili, che sono in corso da diversi mesi, indicano che terze parti stanno ancora cercando modi per concordare compromessi tra Ucraina e Russia nella speranza che possano evolversi in canali per potenziali trattative di pace volte a porre fine alla guerra. Roman Abramovich, ex proprietario del club di calcio Chelsea, sarebbe coinvolto nelle mediazioni. La necessità di mediatori sottolinea la complessità del rimpatrio dei bambini ucraini deportati, con le due parti che finora non hanno comunicato direttamente, a differenza di altri dialoghi avvenuti finora dallo scoppio della guerra, riguardo scambi di prigionieri e falliti negoziati per cessate il fuoco. I portavoce di Putin, Zelenskyy, del governo turco e di Abramovich non hanno risposto alle richieste di commento. L'Ucraina afferma che la Russia abbia organizzato il rapimento di circa 20.000 bambini con l'intento esplicito di cancellare la loro identità ucraina. Il Laboratorio Umanitario di Yale afferma che i bambini ucraini deportati sarebbero almeno 6.000, mentre le cifre ufficiali russe ne contano meno. Nessuna delle due parti è comunque riuscita a mantenere registri centralizzati su quanti bambini ucraini siano stati trasferiti in Russia. Un'indagine del Center for Information Resilience ha documentato e reso noti gravi abusi umanitari perpetrati da 4 unità , tutte appartenenti alle milizie della LPR e DPR, durante l’occupazione di Izium, città nel nord-est liberata dalla controffensiva Ucraina del settembre scorso. Sono stati riportati casi di percosse, torture (inclusi shock elettrici), sequestri e furti nei confronti di civili inermi, sotto tiro di arma da fuoco. L’indagine ha raccolto materiale fotografico, video e testimonianze varie, localizzando i vari centri di tortura e le unità dislocate. I soldati sono stati descritti come spesso ubriachi, mal equipaggiati e non sufficientemente addestrati. Secondo alcune testimonianze di locali, le truppe della DLPR sarebbero state le più vendicative e crudeli, più dei ceceni e degli stessi russi.
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Europa |
Unione Europea: La commissione affari esteri del parlamento europeo ha adottato un report per sollecitare le varie istituzioni europee e paesi membri a intraprendere “tutti gli step necessari a livello internazionale” per consentire i procedimenti legali contro governo ed esercito Bielorussi, co-responsabili di crimini contro l’umanità e di genocidio. Inoltre ha auspicato un ulteriore allargamento della lista di sanzioni UE verso individui russi e bielorussi coinvolti nella deportazione forzata di minori dall’Ucraina. In particolare è stato richiesto di sollecitare la Corte Criminale Internazionale per un mandato di arresto per il presidente Lukashenko, simile a quello emanato per Vladimir Putin e la Commissaria russa per i diritti dei minori Maria Lvova-Belova. Il report ha inoltre espresso preoccupazione per la crescente subordinazione di Minsk al Cremlino, sollecitando le istituzioni europee a definire nuove strategie concrete di appoggio all’opposizione democratica al regime in Bielorussia. Nel frattempo, si è tenuto a Bruxelles il summit di due giorni i leader dell’Unione Europea e del Celac (Community of Latin America and Caribbean States), nel quale si è discusso il piano da 45 miliardi di euro di investimento annunciato già gli scorsi giorni da Ursula von der Leyen e un memorandum d’intesa con il Cile per sviluppare la produzione e filiere di alcune materie prime di importanza strategica. |
Politica internazionale | |
Nord America | USA: Donald Trump ha annunciato di aver ricevuto una lettera da parte del Dipartimento di Giustizia Americano, aggiungendo che, a suo avviso, sarebbe diventato il bersaglio di un'ulteriore inchiesta legata ai fatti di Capitol Hill, sebbene non sia ancora chiaro a quale aspetto specifico dell’inchiesta sia legata. Questo tipo di lettere, però, sovente preannunciano l’incriminazione. Il parlamentare Pete Aguilar, il terzo democratico più importante alla Camera ed ex membro dell’ormai defunto comitato del 6 Gennaio della Camera, ha però dichiarato: “Abbiamo identificato chiaramente il ruolo che D.J.T ha avuto nei fatti del 6 Gennaio”. |
Africa | Egitto:Una corte egiziana ha condannato Patrick Zaki a tre anni di carcere. Il ricercatore era stato arrestato nel 2020 per un articolo da lui scritto sulla condizione discriminatoria subita quotidianamente dai cristiani copti, una minoranza religiosa egiziana di tipo cattolico che rappresenta circa il 10/15 % della popolazione del paese. L’attivista per i diritti umani Hossam Bahgat, che gestisce EIRP, l’associazione non governativa per cui Zaki lavorava, ha riportato che: “Nessun appello è possibile contro la condanna riguardante un articolo che l’attivista scrisse riguardo la libertà in ambito religioso”. Ha inoltre aggiunto che Zaki attualmente è stato arrestato e sta venendo trasportato in carcere. Il caso ha scatenato reazioni di condanna da parte della comunità internazionale, particolarmente in Italia, dove il ricercato ha svolto il suo percorso di studi presso l’Università di Bologna. Sudafrica: Il presidente del Sudafrica Cyril Ramaphosa ha affermato che il suo Paese rischierebbe di entrare in guerra contro la Russia se arrestasse Vladimir Putin durante il vertice diplomatico del BRICS (un blocco costituito da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) il 22 e 24 agosto, secondo quanto rivelato in una dichiarazione giurata del tribunale resa pubblica martedì. Putin è infatti oggetto di un mandato d'arresto per accuse relative alla guerra in Ucraina da parte della Corte Penale Internazionale. Il mandato rende il Sudafrica, in quanto firmatario del tribunale, legalmente obbligato ad arrestare il presidente russo se si trovasse sul suolo sudafricano. Tuttavia, la Russia "ha chiarito" che l'arresto di Putin "sarebbe una dichiarazione di guerra" e "sarebbe incoerente con la Costituzione del Sudafrica rischiare di entrare in guerra con la Russia", ha scritto Ramaphosa nella dichiarazione giurata. Il Sudafrica ha finora esplorato diverse opzioni che gli consentirebbero di evitare di arrestare Putin: la scorsa settimana, il vicepresidente del Sudafrica ha sollevato la possibilità di tenere il vertice virtualmente o di spostarlo in Cina, sebbene entrambe le opzioni siano state respinte dai partner BRICS. I funzionari russi hanno invece suggerito che il ministro degli Esteri di Putin partecipi al vertice al suo posto. + In un incontro tra il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune con il leader cinese Xi Jinping a Pechino, mirato a rafforzare i rapporti fra le due nazioni, Xi Jinping ha reso chiaro il sostegno della Cina all’ingresso dell’Algeria al BRICS, questione discussa da quest’ultima già il mese scorso con presidente Putin. |