Germania: tramite la sua ministra dell’Interno, Nancy Faeser, il governo tedesco ha annunciato che rafforzerà i controlli ai confini con la Polonia e Repubblica ceca con l’obiettivo di “contrastare il traffico di esseri umani” e contrastare l’immigrazione irregolare. Nonostante non siano ancora state ben delineate le modalità con cui tali controlli andranno implementati, Faeser ha escluso la possibilità di controlli fissi come quelli attualmente esistenti tra Germania e Austria. Proteste sono arrivate da parte di alcuni partiti facenti parte della maggioranza (Verdi e FDP) e da parte dei sindacati della polizia federale, quest’ultimi preoccupati per la carenza di personale. Solo a Luglio, in Germania sono state fatte circa 25000 richieste di asilo sul totale delle richieste nell’UE (il 29% del mese di luglio), più di qualsiasi altro paese europeo. Il numero di richieste in Germania nel 2023 fino ad agosto erano già più del 90% delle richieste totali nel 2022. Francia: La portavoce per i diritti umani delle Nazioni Unite, Marta Hurtado, ha criticato la scelta della Francia di imporre il ban al velo islamico e ad ogni altro simbolo religioso ai propri atleti, nel contesto delle prossime Olimpiadi di Parigi, dopo che le è stato chiesto se il divieto fosse nel rispetto dei criteri ONU sui diritti umani. La Hurtado ha ribadito, in riferimento agli standard internazionali sui diritti umani, che restrizioni riguardo espressione religiosa o di credo sono "accettabili solo in circostanze davvero specifiche che rispondono a legittime preoccupazioni per la sicurezza pubblica, l'ordine pubblico o la salute pubblica" e che tali restrizioni devono essere applicate comunque in modo "proporzionato". Le forti politiche di secolarizzazione francesi da molto tempo si sono riversate nell’ambito sportivo: a Giugno, il massimo tribunale amministrativo del Paese aveva confermato il divieto di indossare il velo alle calciatrici durante le partite, ritenendo che le federazioni sportive abbiano il diritto di “imporre requisiti di neutralità alle proprie giocatrici” per “prevenire scontri o confronti”. Grecia: Dimitris Kairidis, ministro della Migrazione del governo conservatore greco, ha riportato le intenzioni del governo di voler regolarizzare circa 300.000 immigrati, secondo le stime, illegalmente presenti in Grecia. Il piano sarebbe necessario per colmare la carenza di lavoratori nei settori dell'agricoltura, dell'edilizia e del turismo, hanno dichiarato mercoledì i funzionari del ministero. Come altri Paesi europei, la Grecia ha dovuto affrontare un esodo di lavoratori, sia nativi che immigrati regolari, durante la pandemia COVID-19 del 2020, molti dei quali non sono più tornati. Non ha fornito ulteriori dettagli sul piano, che è ancora in fase iniziale. Da quando il primo ministro Kyriakos Mitsotakis è stato eletto nel 2019, la Grecia ha adottato una posizione dura nei confronti dell'immigrazione, assumendo un maggior numero di guardie di frontiera e aumentando le pattuglie ai confini terrestri e marittimi per fermare i nuovi arrivi. Il Paese, che conta 11 milioni di abitanti, attira da tempo migliaia di migranti dal Medio Oriente, dall'Asia e dall'Europa orientale, molti dei quali finiscono per lavorare illegalmente per anni. |