i grandi sono tali perché mai certi, perché testimoni della fragilità dell’animo umano, e disperati per la loro umanità
🦋Ad un certo punto ci ritroviamo tutti alla resa dei conti…e i conti li paghiamo con una scelta, ascoltare il cuore o la mente? Ma la scelta esiste o è tutto già scritto? Io per non saper né leggere né scrivere ho deciso di seguire un po’ l’istinto, un po’ l’intuito e un po’ l’impulso. E ho scelto di seguire nuovamente un “vinto”
E cosa c’è di più vinto di un cuore che sospira?
Non esistono malvagi o puri di cuore, esistono scelte che rendono gli stessi perseguitati o persecutori, per queste né possiamo condannare né assolvere ma su di noi e su di loro stendere la pietà del mondo…i grandi sono tali perché mai certi, perché testimoni della fragilità dell’animo umano, e disperati per la loro umanità. Siamo uomini sottili che camminiamo dritti su una terra che gira storta. Primi o ultimi poco conta, non c’è una testa né una coda…cosa cerchiamo? Cerchiamo riconoscimento, cerchiamo il riscatto
D’altra parte “Il signore guarisce i ciechi del corpo ma i ciechi di spirito dove finiranno?”
Allora si può amare il proprio respiro? Consapevoli di questa mancanza di spirito, di vista, di senso, si può ancora amare il proprio respiro? Il respiro è caos, il caos è vitale, in un mondo di altruismo siamo destinati a vivere come prigionieri chiusi in gabbie noiosamente dorate! Il respiro più interessante è quello affannoso, ma per cosa si affanna il respiro? Il vostro per cosa diventa corto? Il mio per tante cose, per tante persone. Sono quasi due anni che la paura del respiro ci invade le giornate, è una vita che ci fanno credere che l’amore lo si trova una sola volta nella vita! E allora perché mai dovrei sospirare? Perché dovrei eseguire un atto così apparentemente involontario se non per un breve e intenso momento di languido sospiro? Rinuncereste davvero ai sospiri? Si può rinunciare ad un minuto, forse due, di respiro ma mai neanche per un secondo si potrebbe sacrificare un dolce sospiro. I sospiri in realtà sono dei dolci! Dolci della sposa! Fatti di pan di Spagna farciti con crema pasticciera e ricoperti di glassa. Ricetta antichissima documentata addirittura ai primi del 500, quando un eremita di passaggio, il famoso Aleandro Baldi, li descrisse nei suoi appunti di viaggio: erano i sospiri d’amore intorno ai quali si raccontano leggende. Secondo una delle leggende furono le suore di clausura di Bisceglie ad inventarli per festeggiare degnamente il matrimonio tra Lucrezia Borgia e il Conte di Conversano. Il matrimonio andò a monte e gli invitati, sospirando per l’attesa, vennero consolati con i dolci preparati per l’occasione, che da quel giorno furono chiamati appunto “sospiri”.
Byung-Chul Han dice che siamo costantemente alla ricerca di un modo per bandire il dolore, ma noi siamo una molteplicità di azioni, di immaginazioni, ogni vita è un’enciclopedia, siamo una massa mobile umana, e come tale dobbiamo respirare assieme e come tale dobbiamo prenderci cura gli uni degli altri e senza dolore non c’è urgenza di cura! Ma fino a che punto si può accettare il dolore altrui per soddisfare la nostra sete di altruismo? A quale libero respiro dovremmo tendere? Al primo o all’ultimo?