Julian Assange è libero, ma la libertà di stampa resta in catene

Dopo dodici anni di privazione della libertà – prima nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra, poi in una prigione britannica – per aver rivelato documenti classificati ed aver hackerato il sistema americano, dal 24 Giugno Julian Assange è libero. WikiLeaks, organizzazione mediatica no profit fondata nel 2006, aveva svelato casi di spionaggio e crimini di guerra, i cui responsabili non erano i soliti "regimi illiberali", ma la democrazia americana e i suoi alleati, coinvolti nell'invasione e nella distruzione dell'Iraq.

Perché l'amministrazione di Biden ha deciso di rinunciare alle accuse di spionaggio mosse dal suo predecessore, Trump? Si può ipotizzare che la ferma condanna americana dell'incarcerazione di Evan Gershkovich, giornalista del Wall Street Journal accusato di spionaggio da Mosca, rischiasse di perdere credibilità a causa della persecuzione condotta dalla Casa Bianca contro Assange. Inoltre, l'Australia, il cui ruolo strategico è in crescita man mano che le relazioni sino-americane si deteriorano, ha manifestato solidarietà verso il suo connazionale.

Elaborazione artistica (generata con l’AI) di Julian Assange. (R. Milani)

Breve cronologia di WikiLeaks e Julian Assange

2006 - Assange co-fonda Wikileaks

Aprile 2010 - Wikileaks pubblica filmati di un elicottero americano che spara sui civili in Iraq.

Agosto 2010 - I procuratori svedesi emettono un mandato d'arresto per Assange con due accuse separate di aggressione sessuale, che Assange definisce "senza fondamento".

Dicembre 2010 - Assange viene arrestato a Londra e rilasciato su cauzione poco dopo. Inizia a fare appello contro il mandato d'arresto internazionale.

Maggio 2012 - La Corte Suprema del Regno Unito stabilisce che dovrebbe essere estradato in Svezia per affrontare un interrogatorio sulle accuse.

Giugno 2012 - Assange entra nell'ambasciata ecuadoriana a Londra.

Agosto 2012 - Assange ottiene ufficialmente l'asilo e, parlando ai giornalisti dal balcone dell'ambasciata, chiede agli Stati Uniti di interrompere la loro "caccia alle streghe".

Febbraio 2016 - Un gruppo di lavoro dell'ONU stabilisce che Assange è stato "detenuto arbitrariamente" dalle autorità del Regno Unito e della Svezia e chiede la sua liberazione.

Maggio 2017 - Il direttore della pubblica accusa svedese annuncia che le indagini per aggressione sessuale su Assange sono state abbandonate.

Ottobre 2018 - Assange riceve un insieme di regole domestiche dall'ambasciata ecuadoriana; nello stesso mese si scopre che ha avviato un'azione legale contro il governo dell'Ecuador, accusandolo di violare i suoi "diritti e libertà fondamentali".

Novembre 2018 - Si viene a sapere che il dipartimento di giustizia degli Stati Uniti ha segretamente depositato accuse contro Assange.

Aprile 2019 - La polizia metropolitana entra nell'ambasciata, con il permesso del governo ecuadoriano, e detiene Assange per "non essersi consegnato al tribunale" per un mandato emesso nel 2012.

Maggio 2019 - Assange viene condannato a 50 settimane di carcere per aver violato le condizioni della sua cauzione.

Maggio 2019 - Un gran giurì federale negli Stati Uniti incrimina Assange con 17 nuove presunte violazioni della legge sullo spionaggio, portando il totale delle accuse di reato contro di lui a 18.

Maggio 2019 - La Svezia riapre l'indagine per aggressione sessuale e gli Stati Uniti rivelano le loro accuse contro Assange. Inizia a combattere l'estradizione nei tribunali del Regno Unito.

Novembre 2019 - I procuratori svedesi chiudono l'indagine per stupro.

Gennaio 2021 - Un giudice britannico respinge la richiesta degli Stati Uniti di estradare Assange a causa dell'impatto sulla sua salute mentale. A dicembre, gli Stati Uniti vincono la loro battaglia per ribaltare la decisione.

Giugno 2022 - Il governo del Regno Unito ordina l'estradizione di Assange negli Stati Uniti, ma il suo caso continua a essere bloccato da ricorsi.

Febbraio 2024 - Gli avvocati di Assange lanciano un ultimo tentativo legale per fermare la sua estradizione presso l'Alta Corte, una delle principali autorità giudiziarie per l'Inghilterra e il Galles.

Maggio 2024 - L'Alta Corte stabilisce che Assange può presentare un nuovo ricorso contro l'estradizione negli Stati Uniti.

19 giugno 2024 - Assange firma un accordo di patteggiamento con gli Stati Uniti e l'Alta Corte gli concede la libertà su cauzione.

24 giugno 2024 - Assange viene rilasciato dalla prigione su cauzione e sale a bordo di un volo verso un territorio statunitense nel Pacifico per formalizzare l'accordo di patteggiamento.
25 giugno 2024 - Dichiarandosi formalmente colpevole di una violazione della legge sullo spionaggio, viene rilasciato e può tornare nella sua nativa Australia.

L’accordo per la liberazione di Assange 

L'accordo che ha portato Julian Assange alla libertà, dopo sette anni di reclusione autoimposta e poi cinque anni di detenzione forzata, è stato preparato per mesi ma è rimasto incerto fino all'ultimo momento. Le origini dell'accordo sono probabilmente iniziate con l'elezione del nuovo governo australiano - a maggio 2022 - che ha portato al potere un'amministrazione determinata a riportare a casa uno dei suoi cittadini detenuti all'estero.

Il nuovo primo ministro laburista, Anthony Albanese, aveva dichiarato di non appoggiare tutte le azioni compiute da Assange, ma che era giunto il momento del suo rilascio. Dall’inizio del suo mandato ha reso il caso una priorità e anche in parlamento, avendo a suo favore il sostegno di diversi partiti. 

A settembre 2023, una delegazione di parlamentari australiani si è recata a Washington a settembre per fare pressione direttamente sul Congresso degli Stati Uniti. Il primo ministro ha poi sollevato la questione personalmente con il presidente Joe Biden alla Casa Bianca durante una visita di stato nell’Ottobre del 2023. È stato seguito da un voto parlamentare a febbraio 2024, quando i parlamentari hanno sostenuto a grande maggioranza un appello agli Stati Uniti e al Regno Unito per permettere ad Assange di tornare in Australia. 

Perché non invocare il Primo Emendamento?  

Il 20 maggio, l'Alta Corte del Regno Unito ha dato a Julian Assange una nuova possibilità legale, stabilendo che potesse presentare un ricorso contro i tentativi di estradizione negli Stati Uniti, ricevuti per aver ottenuto e divulgato segreti militari

Assange era responsabile, secondo la legge sullo spionaggio degli Stati Uniti, di diverse accuse: 17 capi d'accusa per la pubblicazione di segreti ufficiali, ognuno con una pena massima di 10 anni di prigione, e un capo d'accusa per hacking, con una pena fino a cinque anni.

Un punto cruciale della recente sentenza è stato il dibattito sulla possibilità per Julian Assange, cittadino australiano, di invocare il Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti a difesa della libertà di espressione. Secondo Nick Vamos, esperto di diritto sull'estradizione, la sentenza avrebbe potuto consentire ad Assange di sostenere che la pubblicazione di informazioni segrete degli Stati Uniti era protetta dal Primo Emendamento - che garantisce la libertà di culto, parola e stampa, il diritto di riunirsi pacificamente e il diritto di appellarsi al governo per correggere i torti - il che avrebbe potuto prolungare la procedura legale con ulteriori ritardi e tensioni.

Tuttavia Vamos ha precisato, che il team legale di Assange avrebbe comunque riconosciuto che il Primo Emendamento non avrebbe influenzato l'accusa separata di hacking. Pertanto, anche se avessero alla fine respinto le accuse relative alla pubblicazione di materiale segreto, non ci sarebbe stata alcuna protezione contro le accuse di hacking che le accompagnavano.

Il 26 Giugno, nella documentazione giudiziaria depositata presso il tribunale distrettuale delle Isole Marianne del Nord, un territorio delle Filippine appartenente agli Stati Uniti, i procuratori americani hanno indicato che Julian Assange, 52 anni, ha accettato di dichiararsi colpevole dell'accusa di "cospirazione per ottenere e divulgare informazioni riguardanti la difesa nazionale". Con queste parole, Assange ha finalmente concluso un lungo calvario giudiziario durato 14 anni.

La libertà di stampa resta in catene: il caso di Evan Gershkovich

Per evidenziare ulteriori sfumature riguardo il dibattito sulla libertà di stampa in occidente, è doveroso confrontare il caso di Julian Assange con l’analogo caso del giornalista americano Evan Gershkovich in Russia, evidenziando le significative differenze. Arrestato nel marzo 2023 dal Servizio di sicurezza federale russo con l'accusa di spionaggio, Evan Gershkovich è un inviato speciale del Wall Street Journal ed esperto di storia russa, primo giornalista di una testata americana ad essere accusato di spionaggio in Russia dai tempi della Guerra Fredda. Il 32enne stava raccogliendo materiale per un reportage dalla Russia, ma secondo le autorità russe avrebbe raccolto informazioni sensibili per conto della Cia sul costruttore di carri armati Uralvagonzavd, uno dei principali produttori di armi del Paese.

Evan Gershkovich, da quindici mesi in prigione a Mosca, è apparso in aula mercoledì 26 giugno 2024 per l'inizio del processo a Yekaterinburg, città dove è stato arrestato. Al termine dell’udienza, il tribunale della Regione di Sverdlovsk ha annunciato che la prossima è stata fissata per il 13 agosto, sempre a porte chiuse.

Julian Assange ed Evan Gershkovich hanno entrambi affrontato gravi accuse di spionaggio in paesi stranieri, mettendo in luce importanti preoccupazioni sulla libertà di stampa e sul trattamento dei giornalisti a livello mondiale. Dal confronto dei due casi si possono  evidenziare le significative differenze  nel modo in cui le nazioni occidentali reagiscono a situazioni simili, rispetto ai trattamenti che i paesi non occidentali adottano internamente per reprimere il dissenso. 

I funzionari russi da tempo sottolineavano  l'ipocrisia delle nazioni occidentali che condannano la detenzione di Gershkovich mentre sostengono la persecuzione di Assange. Non è quindi sorprendente che l'amministrazione Biden abbia scelto di abbandonare le accuse di spionaggio avanzate da Trump poco prima delle elezioni.

Questi casi sottolineano i crescenti rischi che i giornalisti affrontano e la possibilità che la loro persecuzione venga utilizzata come strumento politico. Le detenzioni di Assange e Gershkovich hanno scatenato dibattiti internazionali sui confini del giornalismo e sulla segretezza dello stato, evidenziando la necessità di robuste protezioni per la libertà di stampa a livello globale.

 

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