Assange è un nome molto controverso nel mondo della politica contemporanea. Questo perché il dibattito sul caso Assange è estremamente polarizzato politicamente, e due sono le reazioni che di solito la storia di WikiLeaks suscita nelle persone. La prima è quella di descrivere Assange come un martire ingiustamente perseguito legalmente per aver smascherato le malefatte di governi ed eserciti; mentre la seconda consiste nel condannare l’australiano in quanto criminale traditore che ha pubblicato illegalmente centinaia di migliaia di documenti d’intelligence, aiutando così i nemici dell’Occidente e mettendo a rischio la vita di innumerevoli innocenti. Chi è davvero Assange? Un criminale o un difensore della libertà di stampa?
Assange è un nome molto controverso nel mondo della politica contemporanea. Questo perché il dibattito sul caso Assange è estremamente polarizzato politicamente, e due sono le reazioni che di solito la storia di WikiLeaks suscita nelle persone. La prima è quella di descrivere Assange come un martire ingiustamente perseguito legalmente per aver smascherato le malefatte di governi ed eserciti; mentre la seconda consiste nel condannare l’australiano in quanto criminale traditore che ha pubblicato illegalmente centinaia di migliaia di documenti d’intelligence, aiutando così i nemici dell’Occidente e mettendo a rischio la vita di innumerevoli innocenti. Chi è davvero Assange? Un criminale o un difensore della libertà di stampa?
I problemi legali di Julian Assange iniziarono nei primi anni 2010, poco dopo i leaks sulle guerre in Afghanistan e Iraq (Ross, 2020). Due donne svedesi lo accusarono di violenze sessuali e nel 2012, a seguito di un mandato di estradizione avanzato da Stoccolma, il Sig. Assange fece richiesta di asilo politico presso l’ambasciata ecuadoriana a Londra (Ross, 2020). L’allora presidente ecuadoriano Rafael Correa accolse la richiesta di Assange, il quale, anche se non in prigione, passò i successivi sette anni rinchiuso entro le mura dell’edificio della missione diplomatica ecuadoriana (Ross, 2020). L’asilo politico di Assange fu interrotto nell’aprile del 2019, quando il neoeletto presidente Lenin Moreno decise di terminare le tutele sinora garantite al “fuggitivo” australiano accusandolo di aver “violato i termini” del suo asilo politico (Ross, 2020). Le autorità britanniche avevano stabilito un perimetro di sorveglianza attorno all’ambasciata ecuadoriana sin dall’inizio dell’asilo di Assange, e al momento della sua espulsione l’arresto fu immediato, con l’accusa di aver evaso l’estradizione in Svezia. Poco dopo i giudici della Corona ritirarono l’accusa ma ciò nonostante Assange non fu scarcerato poiché, nel frattempo, gli Stati Uniti avevano fatto richiesta di estradizione (BBC News, 2021). Lo scorso aprile, un tribunale di Londra ha stabilito che la richiesta di Washington è legittima e ha dunque ordinato l’estradizione del Sig. Assange (John et al., 2022). Due mesi dopo, la Home Secretary Priti Patel – ovvero l’equivalente britannico del nostro ministro dell’interno – ha approvato la sentenza della corte e così facendo si è concluso l’iter “burocratico” che porterà all’effettiva estradizione di Assange negli Stati Uniti (John et al., 2022).
Ma chi è davvero Julian Paul Assange? Un sostenitore della libertà di stampa o un criminale? È impossibile rispondere a domande apparentemente semplici come queste senza prima porsi molti altri interrogativi. Cosa ha fatto Assange? Le azioni di Assange hanno costituito un atto di disobbedienza civile o erano invece dei reati? I mezzi utilizzati da Assange erano giustificati dalle circostanze? Davvero Assange non aveva alternative diverse dal pubblicare tutti i documenti senza escludere informazioni sensibili per la sicurezza di innocenti? Che leggi ha violato Assange? È giusto che venga perseguito legalmente? Se gli USA dovessero condannare e incarcercare Assange, ciò minerebbe la libertà di stampa in Occidente? Nelle sezioni a venire il caso Assange verrà analizzato sotto tutti questi punti di vista.
Julian Paul Assange ha fondato WikiLeaks nel 2006 come “organo di stampa online destinato alla pubblicazione di documenti secretati da parte di informatori anonimi” (Welna, 2019). Assange è infatti un sostenitore della cosiddetta filosofia “cypher-punk”. Anderson spiega che “secondo i cypher-punk, la censura e la sorveglianza hanno costituito il duplice male dell’era dei computer, ma il criptaggio era a loro modo di vedere la soluzione per raggirarlo” (2020). Dal canto suo, Assange dice che: “Ciò a cui mi sono opposto, e continuo ad oppormi, è l’uso della segretezza da parte delle istituzioni per proteggersi dalle reali malvagità che hanno compiuto” (Anderson, 2020). È davvero così? I segreti di stato sono intrinsecamente sbagliati e andrebbero aboliti? No, e nel seguente paragrafo si spiega perché.
In passato abbiamo erroneamente creduto che le guerre si combattessero solo con armi e munizioni. La storia ci ha poi insegnato che la strategia, l’intelligence e le informazioni sono asset altrettanto importanti nella lotta contro un nemico. È per questo che sono nati gli studi strategici e che i governi hanno creato le agenzie d’intelligence, e ai fini di questo articolo, ci concentreremo su quest’ultime in particolare.
La maggior parte del lavoro svolto da un’agenzia d’intelligence consiste nell’ottenere, gestire e analizzare informazioni sensibili, ovvero dati che devono essere tenuti segreti poiché, se diffusi, potrebbero essere utilizzati da un potenziale avversario per compromettere la sicurezza nazionale di uno stato. Più semplicemente, i servizi d’intelligence devono mantenere alcuni segreti al fine di proteggere la società da minacce come lo spionaggio internazionale e il terrorismo. Ovviamente, questo è un potere che può essere abusato, esattamente come ogni altro tipo di potere. I politici sono tra le persone più potenti al mondo, e alcuni di loro abusano dei poteri che hanno, ma ciò non significa che tutti i politici siano corrotti. Lo stesso vale per i servizi d’intelligence, dove gli abusi possono verificarsi, ma ciò non implica che le pratiche d’intelligence e la segretezza siano strumenti illegittimi. Tornando ad Assange, in quanto cypher-punk, lui non sarebbe d’accordo con quanto detto finora. Secondo Assange, i governi non sono legittimati a nascondere alcun tipo di informazioni, indipendentemente dal contesto. E questa è l’idea irrealistica, ingenua, e malsana che ha ispirato l’attività di WikiLeaks.
Il 5 aprile 2010 scoppiò il primo scandalo internazionale causato da WikiLeaks. Il sito pubblicò la registrazione top secret dell’attacco di un elicottero Apache americano avvenuto il 12 luglio 2007, a New Baghdad (Froomkin, 2010). Nel video è possibile vedere l’equipaggio dell’elicottero sparare colpi da 30mm su più di una decina di civili innocenti, causando un numero altrettanto elevato di vittime, tra cui due giornalisti di Reuters rimasti uccisi e due bambini gravemente feriti. Questo filmato è tuttora facilmente accessibile da chiunque abbia una connessione a internet, ed è oggi noto con lo stesso titolo datogli da WikiLeaks: “Collateral Murder” (Omicidio Collaterale).
Pochi mesi dopo, WikiLeaks e il suo fondatore tornano sotto i riflettori della stampa internazionale con la pubblicazione di centinaia di migliaia di documenti segreti dell’intelligence americana. Un’intera banca dati il cui accesso era rigorosamente limitato a militari e agenti d’intelligence, fu improvvisamente resa disponibile a chiunque fosse munito di una connessione internet. Per la precisione, la prima tranche di documenti fu rilasciata a luglio 2010, quando WikiLeaks pubblicò 75.000 rapporti del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti sulla guerra in Afghanistan, intitolati “Afghan War Diaries” (“Diari della Guerra Afgana) (Ross, 2020). WikiLeaks dichiarò inoltre di non aver pubblicato altri 15.000 rapporti per motivi di sicurezza.
Nell’Ottobre del 2010, WikiLeaks colpì nuovamente pubblicando i cosiddetti “Iran War Logs” (Diari sulla Guerra in Iraq), ovvero 400.000 rapporti top-secret sulle attività delle forze armate americane in Iraq tra il 2004 e il 2009 (Ross, 2020). Un mese dopo, il governo americano scoprì che WikiLeaks si era impadronito di altri 250.000 cablogrammi del Dipartimento di Stato americano, e che intendeva pubblicarli (Ross, 2020). Nonostante molti di questi fossero top-secret, di lì a poco WikiLeaks procedette lo stesso alla pubblicazione.
Tra il 2011 e il 2015, WikiLeaks non si fermò, tuttavia non riuscì a generare scandali della portata di quelli del 2010. Poi, nel luglio 2016, WikiLeaks fece un energico ritorno sul dibattito pubblico “rilasciando quasi 20.000 email e 8000 allegati inviati dai leader del Democratic National Committee” (Welna, 2019). Successivamente, nell’ottobre dello stesso anno, cioè appena un mese prima delle elezioni presidenziali americane del 2016, il sito fondato da Assange pubblicò “più di 20.000 email hackerate dal profilo di John Podesta, il quale all’epoca era manager della campagna elettorale alle presidenziali della candidata democratica Hillary Clinton” (Welna, 2019).
Ricapitolando, mentre i sostenitori di Assange ritengono che WikiLeaks abbia agito nell’interesse pubblico rivelando verità scomode sulle guerre in Iraq e Afghanistan e denunciando le presunte ingiustizie che permisero a Hillary Clinton di candidarsi con il Partito Democratico alle presidenziali del 2016; i suoi detrattori accusano WikiLeaks di aver messo a rischio la vita di centinaia di innocenti collaboratori afghani e iracheni e, avendo messo in cattiva luce il Partito Democratico, di aver difatti aiutato Trump a vincere. Qual è la verità? La risposta nella seconda parte di questo articolo.
Versione originale in lingua inglese scritta da Carlo Ferruzzi, traduzione dall’inglese di Giuliano Isoni e Carlo Ferruzzi