L’articolo seguente è una sintesi tradotta della serie in tre parti A Post-Mortem of Ukraine’s Offensive e di quella in due parti Looking at 2024: a Perspective from Kyiv del podcast The Russian Contingency pubblicato su War on The Rocks. In questi tre episodi gli analisti Michael Kofman, Rob Lee, Dara Massicot, e Andrii Zarhodniuk condividono le loro osservazioni sulle prospettive della Guerra Russo-Ucraina per il 2024 ed oltre. Le analisi e opinioni in questo articolo provengono esclusivamente dal contenuto di quella conversazione.
1. Prospettive per il 2024 e oltre
La Guerra Russo-Ucraina si presenta come un conflitto di lungo periodo che si protrarrà per diversi anni, con buona probabilità oltre il 2025-2026. Per questo occorre sviluppare una strategia di lungo periodo di sostegno all’Ucraina.
La spesa militare russa dovrebbe toccare il proprio picco nel 2024 (circa il 40% del budget federale). L’approccio russo è tentare di esaurire la pazienza e il sostegno occidentale nel breve periodo in modo da poter ottenere dei risultati in un momento che li favorisce, il corso del 2024, per provare a strappare una qualche forma di vittoria in una finestra temporale ancora favorevole alla sua leadership e sostenibile per il proprio sforzo bellico ed economico. Al contrario, un coinvolgimento di lungo periodo si presenterebbe come sempre meno favorevole per la Federazione Russa e i paesi occidentali hanno la capacità di renderlo insostenibile intensificando e migliorando il proprio sostegno all’Ucraina.
In questo senso, è importante per gli alleati occidentali uscire dalla ‘mentalità del 2022’ secondo cui l’Ucraina deve continuamente dimostrare risultati agli alleati per ottenere in cambio più sostegno e smettere di guardare al futuro in termini di mesi, ma di anni.
Proprio perché l’Ucraina è così dipendente dall’appoggio economico e militare occidentale è importante sviluppare un approccio che si concentri non sulla continua richiesta e/o dimostrazione di risultati di breve periodo, che per altro rischiano di creare incentivi distorti, bensì sul rafforzare la posizione ucraina e di tutto l’occidente in un’ottica di lungo periodo.
Il 2024 si presenta quindi come un anno di ricostituzione che l’Ucraina e gli alleati occidentali dovrebbero usare per affrontare le difficoltà strutturali individuate fino ad oggi ed effettuare quei miglioramenti che possano consentire di essere in una posizione di vantaggio nel 2025.
2. Come l’Ucraina può prepararsi per il 2024 e oltre
3. La teoria della vittoria ucraina e la centralità della Crimea
La Federazione Russa si trova nel dilemma strategico di non riuscire ad avanzare in maniera significativa sul campo e allo stesso tempo di non poter abbandonare il conflitto senza aver ottenuto nessuno dei propri obiettivi strategici. A fronte dii questo l’Ucraina deve adottare un approccio asimmetrico concentrandosi sul colpire le debolezze russe.
L’obiettivo ucraino è la rimozione e/o espulsione di tutte le forze russe dal territorio ucraino come riconosciuto dai trattati internazionale dal 1991. Questo può essere ottenuto rimuovendo le forze dal combattimento, ma anche e soprattutto rendendo le loro posizioni in Ucraina sempre più difficili fino a farle divenire insostenibili. È in questo modo in effetti che è stato liberato circa il 50% del territorio tornato in mano ucraina fino ad oggi. In questo disegno la Crimea ha un ruolo centrale.
Troppo spesso la penisola della Crimea viene erroneamente trattata da certi analisti e commentatori politici come una sorta di ‘bonus’ o ‘supplemento’ slegato dalle considerazioni militari ucraine. La verità invece è che la Crimea è l’elemento fondamentale e cruciale per una risoluzione del conflitto favorevole all’Ucraina, per le seguenti ragioni:
Per isolare la Crimea l’Ucraina dovrebbe intensificare e concentrare i propri attacchi a lungo raggio sui seguenti obiettivi:
A questo dovrebbe unirsi una campagna di terra che metta pressione sul corridoio di terra occupato dalle forze russe nell’Ucraina sudorientale.
Contrariamente a quanto si possa pensare, in mancanza di un altra mobilitazione le forze russe incontreranno difficoltà non indifferenti in termini di quantità di uomini. La campagna di reclutamento è stata senz’altro sufficiente a rimpiazzare le perdite inflitte dalla controffensiva ucraina e per generare l’offensiva in corso ad Avdiivka, ma non riuscirà a garantire la rotazione nel 2024 e tantomeno a generare forze sufficienti per lanciare offensive su vasta scala nel resto dell’anno. Se si guarda al quadro delle situazione russa, in mancanza di un’altra mobilitazione il governo russo ha a disposizione sempre meno ‘sacche’ di popolazione da reclutare: il tasso di immigrazione netta è in calo, la popolazione carceraria è scesa da 420,000 a 266,000 a causa del reclutamento lo scorso inverno, il mercato del lavoro è sempre più rigido (con un tasso di disoccupazione del 2.9%), una situazione quest’ultima intensificata dalla carenza di manodopera qualificata (si calcola che circa 800,000-900,000 cittadini russi, tendenzialmente maschi e qualificati, abbiano lasciato il paese). Questo non significa che l’Ucraina dovrebbe cercare di esaurire la capacità russa di trovare uomini da mandare al fronte nel lungo periodo, obiettivo chiaramente irrealistico, bensì di deteriorare la capacità russa di generare le forze necessarie, l’equipaggiamento, e la logistica per rifornire le proprie operazioni nei tempi richiesti. L’idea che la Federazione Russa possa ottenere i propri obiettivi strategici semplicemente attingendo ad una riserva illimitata di uomini da mandare al fronte non è particolarmente realistica ed è stata causa di sconfitte russe in passato (Guerra di Crimea 1853-1856, Guerra Russo-Giapponese 1904-1905).
4. Le false prospettive di negoziati di pace
Sia dalle proprie dichiarazioni pubbliche che azioni, il regime russo non sembra avere alcun interesse a negoziati di pace:
Le uniche condizioni che la Federazione Russa sembra disposta ad accettare rappresenterebbero quindi la capitolazione ucraina e la fine dell’Ucraina come stato indipendente e sovrano. In questo senso, è chiaro che a fronte all’insuccesso della controffensiva ucraina e le difficoltà incontrate da alcuni degli alleati a rinnovare il proprio sostegno militare, la leadership russa veda il 2024 come un’opportunità per intensificare la propria offensiva e ottenere successi sul campo nell’anno in cui la propria spesa militare raggiungerà il suo picco. Stabilito questo, perché mai avrebbero alcun interesse a negoziare ora?
Non solo, la transizione ad economia di guerra effettuata dalla Federazione Russa è più facile da effetturare che da invertire. In altre parole, riconfigurare la propria economia per mitigare l’effetto delle sanzioni e adattarsi ad uno stato di guerra è possibile, ma invertire il processo, con sanzioni che difficilmente verranno rimosse, sarebbe estremamente difficile e, a questo punto, non nell’interesse della leadership russa.
Questo non significa che il Cremlino non abbia un interesse a dare l’impressione di essere interessato a negoziare per tentare di persuadere gli alleati dell’Ucraina che vi sia una possibilità concreta di risolvere il conflitto diplomaticamente, e così facendo rallentare e ostacolare lo sforzo militare, economico, e politico in sostegno dell'Ucraina.
Nulla soddisferebbe più il Cremlino che ottenere un cessate il fuoco o un congelamento delle ostilità nel corso del 2024 per avere l’opportunità di ricostituire le proprie forze e adattare la propria dottrina per riprendere le ostilità nell’arco di 2-3 anni.
Conclusioni
Tutti i conflitti terminano con un negoziato e questo tendenzialmente avviene quando una parte si ritiene sconfitta o entrambe le parti ritengano di non riuscire ad ottenere sul campo condizioni migliori di quelle che otterrebbero attraverso una trattativa.
Occorre riconoscere che qualsiasi sia l’esito del conflitto, esso non porterà ad un periodo di stabilità e cordialità nelle relazioni fra Stati Uniti, Unione Europea, & Nato e la Federazione Russa. In caso di una mancata sconfitta russa in Ucraina, gli alleati europei si ritroverebbero come principale vicino una potenza militare revanchista, con una leadership vendicativa, non nota per la più grande lucidità nelle decisioni di carattere strategico, la cui lezione dall’invasione dell’Ucraina sarrebbe quella che è in grado di ‘sconfiggere l’Occidente’. Difficile vedere come questo esito sarebbe nell’interesse europeo.
L’Ucraina è riuscita, nel corso del 2022, ad ottenere una vittoria strategica mantenendo la propria sovranità e indipendenza e salvando la propria identità culturale e nazionale dal tentativo russo di cancellarla. Una volta superata questa fase, il dilemma ucraino è diventato entro a quali confini lo stato ucraino continuerà ad esistere, mentre la strategia del Cremlino è diventata quella di distruggere ciò che non può prendere cercando di rendere la statualità ed economia ucraine insostenibili.
L’Ucraina non è solo i suoi confini, è la sua popolazione, economia, e infrastruttura ed è per questo che lo sforzo in suo sostegno deve concentrarsi non solo sulla capacità di recupeare questo o quel territorio, ma seguire una strategia che le consenta di ottenere un risultato che ne gararantisca l’indipendenza e sicurezza nel lungo periodo.
*Fonte mappa: britannica.com