In ambito di vaccini e di Green Pass (GP) l’opinione pubblica italiana, in questi giorni, sembra dividersi fra due visioni diametralmente opposte eppure, in qualche modo, entrambe fuorvianti.
Da un lato la propaganda no-vax cerca di usare alcuni dati recenti in merito alla riduzione della protezione da contagio tra i vaccinati per diffondere l’idea che il vaccino serva a poco o nulla. Dall’altro lato i fautori del green pass “senza se e senza ma” non s’azzardano nemmeno a prendere i considerazione alcuni nuovi dati.
Noi riteniamo che le scelte politiche, di ogni tipo, si possano fare responsabilmente solo guardando in faccia i dati e cercando di comprenderne le implicazioni, che non sono sempre ovvie. Ragione per cui in questo breve articolo cercheremo di fare chiarezza sulle implicazioni logiche del fenomeno rilevato durante le ultime settimane prima in Israele, poi in UK, Islanda e, parzialmente, ora anche in Italia.
I dati, provenienti soprattutto da Israele, riportano che, a partire dalla fine di giugno, i vaccinati e i non vaccinati avrebbero grosso modo le stesse chance di infettarsi, diventando positivi ai test che rivelano l’infezione da COVID-19.
I dati di Israele sono interessanti per due motivi:
Da noi, in Italia, nonostante lo si chieda dall’aprile del 2020, i dati vengono proposti sempre in modalità eccessivamente accorpata: sembra che le istituzioni temano di fornire i dati grezzi agli studi degli analisti indipendenti. Ma di questo parleremo in chiusura.
Nota tecnica: nel seguito useremo il concetto di “Efficacia vacinale”, una misura (tra le tante, ma a nostro avviso la più ragionevole e sintetica) di quanto il vaccino “protegga” da un evento come il contagio [la misura è la stessa che viene rilevata nei trial dei vaccini, con la differenza che, in quel caso, i due gruppi di test (quelli a cui viene somministrato il vaccino o il placebo) sono selezionati su base statistica]. L’evento può, appunto, essere il contagio (come nel caso di questo articolo), l’ospedalizzazione, la terapia intensiva o la morte. A questi eventi più tragici faremo un breve riferimento alla fine. La nostra attenzione si focalizza sul contagio, anzitutto, perché questo ha implicazioni abbastanza drammatiche, a nostro avviso, per il controverso “GreenPass”.
Veniamo ai dati, quasi settimana per settimana, a partire dall’inizio di giugno.
Tra il 6 e il 12 giugno il numero di nuovi casi, in Israele, crolla a meno di 100 in totale. Nella settimana successiva, quella tra il 13 e il 19, i casi aumentano a 169, ma appare ancora molto evidente il maggior numero di casi tra i non vaccinati, specie tra i non vaccinati giovani, con un’efficacia vaccinale superiore al 60%, come da tabella seguente.
13/6-19/6 | CASI | POPOLAZIONE | CASI PER 1.000.000 | |||||
Fascia età | Vaccinati | Non Vaccinati | Vaccinati | Non Vaccinati | TOT (12/5)* | Vaccinati | Non vaccinati | Eff. Vacc. |
0-19 | 1,05 | 91 | 346.639 | 2.991.329 | 3.337.967 | 3 | 30 | 90,04% |
20-29 | 10 | 1,05 | 912.264 | 372.915 | 1.285.179 | 11 | 3 | -289,31% |
30-39 | 8 | 5 | 906.453 | 275.742 | 1.182.196 | 9 | 18 | 51,33% |
40-49 | 17 | 8 | 876.078 | 146.558 | 1.022.635 | 19 | 55 | 64,45% |
50-59 | 8 | 1,05 | 709.073 | 136.489 | 845.562 | 11 | 8 | -46,66% |
60-69 | 5 | 1,05 | 638.996 | 98.409 | 737.405 | 8 | 11 | 26,66% |
70-79 | 1,05 | 0 | 452.232 | 36.077 | 488.310 | 2 | 0 | |
80-89 |
| 1,05 | 204.077 | 20.371 | 224.448 | 0 | 52 | 100,00% |
90+ | 1,05 | 1,05 | 45.760 | 5.559 | 51.319 | 23 | 189 | 87,85% |
Totale | 51,15 | 109,25 | 5.091.571 | 4.083.449 | 9.175.020 | 10 | 27 | 62,45% |
Tot 1 | 51,15 | 113,45 | 5.091.571 | 4.083.449 | 9.175.020 | 10 | 28 | 63,84% |
Tot 2 | 55,35 | 109,25 | 5.091.571 | 4.083.449 | 9.175.020 | 11 | 27 | 59,37% |
Soltanto ventuno giorni più tardi, ecco il cambiamento improvviso: nella settimana tra il 4 e il 10 luglio i nuovi casi, in Israele, schizzano a 3.163. Ma non è tanto l’aumento dei casi l’aspetto veramente rilevante quanto il fatto che molti di essi colpiscano i vaccinati: 299 nuovi casi tra i vaccinati e 368 tra i non vaccinati (sempre per milione di individui). L’efficacia vaccinale scende sotto al 20%. (Si tratta dei dati che sono circolati di più, con l'unica mirata rimozione della fascia 0-19 anni).
4-10/7 | CASI | POPOLAZIONE | CASI PER 1.000.000 | |||||
Fascia età | Vaccinati | Non Vaccinati | Vaccinati | Non Vaccinati | TOT (16/6) | Vaccinati | Non vaccinati | VE |
0-19 | 58 | 1224 | 355.537 | 2.982.430 | 3.337.967 | 163 | 410 | 60,25% |
20-29 | 216 | 61 | 927.571 | 357.608 | 1.285.179 | 233 | 171 | -36,52% |
30-39 | 248 | 84 | 919.748 | 262.447 | 1.182.196 | 270 | 320 | 15,75% |
40-49 | 356 | 54 | 883.885 | 138.750 | 1.022.635 | 403 | 389 | -3,49% |
50-59 | 237 | 26 | 714.171 | 131.391 | 845.562 | 332 | 198 | -67,70% |
60-69 | 227 | 13 | 642.284 | 95.120 | 737.405 | 353 | 137 | -158,60% |
70-79 | 143 | 12 | 454.152 | 34.158 | 488.310 | 315 | 351 | 10,37% |
80-89 | 44 | 6 | 205.161 | 19.280 | 224.448 | 214 | 311 | 31,08% |
90+ | 8 | 2,5 | 46.184 | 5.128 | 51.319 | 173 | 488 | 64,42% |
Totale | 1537 | 1482,5 | 5.148.707 | 4.026.313 | 9.175.020 | 299 | 368 | 18,92% |
Totale 1 | 1537 | 1625,5 | 5.148.707 | 4.026.313 | 9.175.020 | 299 | 404 | 26,06% |
Totale 2 | 1680 | 1482,5 | 5.148.707 | 4.026.313 | 9.175.020 | 326 | 368 | 11,38% |
| Vacc parz | 143 |
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Nelle settimane successive i dati sono stati simili (efficacia tra il 5% e il 25%). Il vaccino sembrerebbe avere qualche efficacia soprattutto nella fascia più giovane (0-19), mentre appare meno efficace dai 20 ai 60 anni. La situazione migliora fra gli anziani ma non in modo eccezionale.
Questi sono i dati della settimana tra il primo e il 7 agosto: i nuovi casi sono saliti a oltre 23.300 (ci sono minime discrepanze tra i riepiloghi e i dati dettagliati) ed è ancora più evidente la scarsa differenza nel tasso di contagio (per milione di persone) fra vaccinati e non. Una efficacia vaccinale media del 10% statisticamente e socialmente parlando è praticamente equivalente a zero.
1/8-7/8 | CASI | POPOLAZIONE | CASI PER 1.000.000 | |||||
Fascia età | Vaccinati | Non Vaccinati | Vaccinati | Non Vaccinati | TOT (30/6)* | Vaccinati | Non vaccinati | VE |
0-19 | 774 | 8022 | 377.550 | 2.960.417 | 3.337.967 | 2050 | 2710 | 24,35% |
20-29 | 2169 | 746 | 932.004 | 353.175 | 1.285.179 | 2327 | 2112 | -10,18% |
30-39 | 2341 | 653 | 923.820 | 258.376 | 1.182.196 | 2534 | 2527 | -0,27% |
40-49 | 2444 | 492 | 886.615 | 136.020 | 1.022.635 | 2757 | 3617 | 23,79% |
50-59 | 1682 | 298 | 716.020 | 129.542 | 845.562 | 2349 | 2300 | -2,12% |
60-69 | 1432 | 176 | 643.503 | 93.902 | 737.405 | 2225 | 1874 | -18,73% |
70-79 | 925 | 86 | 454.878 | 33.431 | 488.310 | 2034 | 2572 | 20,95% |
80-89 | 456 | 50 | 205.487 | 18.961 | 224.448 | 2219 | 2637 | 15,85% |
90+ | 114 | 22 | 46.337 | 4.982 | 51.319 | 2460 | 4416 | 44,29% |
Totale | 12337 | 10545 | 5.186.214 | 3.988.807 | 9.175.020 | 2379 | 2644 | 10,02% |
Totale 1 | 12337 | 11059,5 | 5.186.214 | 3.988.807 | 9.175.020 | 2379 | 2773 | 14,20% |
Totale 2 | 12851,5 | 10545 | 5.186.214 | 3.988.807 | 9.175.020 | 2478 | 2644 | 6,27% |
Cosa può essere successo? Le spiegazioni abbondano, ma non è questo il tema che ci interessa. Per poter spiegare cosa causi la riduzione dell’efficacia occorrono conoscenze che non possediamo. Rinviamo ad un paio di articoli molto recenti:
e ci concentriamo sulle implicazioni di questo fatto incontestabile.
Dal lato esattamente opposto dello schieramento ideologico, anche i no-vax hanno tratto conforto da questi conteggi e da più parti si è detto: “come volevasi dimostrare: il vaccino non serve a nulla”. Il che non è affatto vero in quanto, sino all’arrivo della variante Delta, il vaccino ha offerto una protezione sostanziale dal contagio e, anche dopo la diffusione della variante, continua ad essere enormemente effettivo nel ridurre ospedalizzazioni e decessi. Quest’ultimo fatto, cruciale, merita essere ricordato e sulle sue implicazioni di policy ritorneremo in chiusura.
I dati provenienti da Israele sembrano confermati anche da studi compiuti altrove, come l’approfondito Real-time Assessment of Community Transmission (REACT) Study dell’Imperial College britannico (al momento in pre-print) che nel giro di soli 35 giorni - dal round 12 (20 maggio-7 giugno) al round 13 (dal 24 giugno al 12 luglio) - ha visto ridursi l’efficacia vaccinale da 64% a 49%. Non sono ancora i valori di Israele, ma sembra probabile che il Regno Unito stia seguendo la stessa tendenza con un ritardo di poche settimane.
Dopo un mese circa di scarsa attenzione a questi dati negli ultimi giorni si sono finalmente segnalati svariati articoli e lanci su questi temi, dal già citato articolo del New York Times a un articolo dell’11 agosto sulla Stampa:
Covid, Israele travolto dalla Delta. Il dato che allarma: la maggior parte dei ricoveri è vaccinato
che è stato salutato dai novax come un “riposizionamento” della stampa mainstream.
In effetti, più che un riposizionamento, si tratta della descrizione di un fenomeno che fino a poche settimane prima semplicemente NON esisteva: il vaccino fino a giugno ha protetto egregiamente anche dal contagio. Ora in alcuni paesi chiaramente non lo fa più e non è impossibile che, se questo trend è dovuto all’arrivo della variante Delta, lo stesso accada presto un po’ ovunque.
Anche se la situazione italiana è ancora lontana sia dai dati israeliani sia da quelli britannici, la variante Delta è ormai assolutamente prevalente nel nostro paese e il rischio di un simile andamento è più che reale. I dati resi disponibili dall’ultimo aggiornamento nazionale dell’ISS (13 agosto con dati relativi all’11 agosto) mostrano una situazione ancora molto diversa, anche se i dati sono accorpati in modo meno raffinato di quelli israeliani: invece di esporre i dati su base settimanale, sono proposti accorpamenti su base mensile: i nuovi casi, ad esempio, vanno dal 9 luglio all’8 agosto (anche le fasce d’età sono meno granulari: quattro invece di nove. Vista la repentinità del cambiamento in Israele, sarebbe davvero utile avere il dettaglio dell’ultima settimana.
Volendo rappresentare i dati con la stessa tabella utilizzata per i dati da Israele (con i vaccinati parzialmente o recentemente accorpati ai “Non vaccinati”), la situazione italiana è la seguente.
Italia | CASI | POPOLAZIONE | CASI PER 1.000.000 | |||||
Fascia età | Vaccinati | Non Vaccinati | Vaccinati | Non Vaccinati | TOT (30/6)* | Vaccinati | Non vaccinati | VE |
12-39 | 5552 | 72436 | 2.656.332 | 14.779.223 | 17.435.555 | 2090 | 4901 | 57,36% |
40-59 | 6873 | 22654 | 7.354.430 | 11.093.030 | 18.447.460 | 935 | 2042 | 54,24% |
60-79 | 4445 | 6205 | 8.335.455 | 5.237.324 | 13.572.779 | 533 | 1185 | 54,99% |
80+ | 2017 | 860 | 3.999.442 | 554.665 | 4.554.107 | 504 | 1550 | 67,47% |
Totale | 18887 | 102155 | 22.345.659 | 31.664.242 | 54.009.901 | 845 | 3226 | 73,80% |
Sembrerebbero dati meno preoccupanti, ma, come detto, non ci lascia tranquilli l’eccessiva estensione temporale (un mese) dell’accorpamento.
Per riassumere: esistono significative evidenze sul fatto che la protezione dal contagio per i vaccinati possa subire drastiche riduzioni, ma questo non mette in discussione l’utilità dei vaccini in assoluto poiché resta ferma la protezione dalle forme gravi della malattia che costituisce il principale problema di sanità pubblica.
Cercando di utilizzare in modo razionale questo dato di fatto occorrerebbe fare delle riflessioni specie in tema di GP. Quali ricadute può avere l’eventualità che anche in Italia si verifichi presto una caduta della protezione dai contagi? Il GP, se ha un senso, lo ha perché ti dice che il soggetto vaccinato con cui ceni ha una probabilità molto minore di quello non vaccinato (con cui hai rinunciato di cenare) di contagiare te che non hai potuto vaccinarti perché sei ammalato di X. Ma se il vaccinato ed il non vaccinato hanno probabilità simili di essere contagiati e di contagiarti a cosa è servito tutto l’ambaradan del GP?
Un ulteriore elemento da considerare è che, a fronte delle evidenze statistiche considerate, l’attenzione sul monitoraggio della malattia dovrebbe spostarsi dal numero dei contagi al numero dei soggetti che contraggono la malattia in forma grave e richiedono ospedalizzazione. Questa costituisce la variabile più rilevante in termini di politica sanitarie e quella nei confronti della quale la difesa dei vaccini è più efficace.