L'idea di questo articolo è quella di dare una visione generale sull'acquacoltura e sul suo ruolo nel mercato agroalimentare e nell’ambito della sostenibilità ambientale, sociale ed economica
L'acquacoltura è l'insieme delle attività umane, distinte dalla pesca, praticate per la produzione controllata di organismi acquatici. L'acquacoltura può essere anche definita come coltivazione dell'acqua salata, salmastra o dolce finalizzata alla raccolta di pesci, molluschi, crostacei e alghe. Questo settore è estremamente ampio e abbraccia molteplici aspetti, dalla produzione di pesci all'alimentazione dei pesci e alla trasformazione dei prodotti primari.
Un elemento chiave nell'acquacoltura è la ittiopatologia, che è lo studio delle malattie degli organismi acquatici. Queste malattie possono avere differenti cause anche legate all'ambiente circostante. L’ittiopatologia si interfaccia con la sorveglianza, monitoraggio e controllo degli agenti patogeni e con la distribuzione e frequenza delle malattie richiedendo un approccio integrato che combina conoscenze biologiche, economiche e ingegneristiche. Ad esempio, è importante comprendere i mercati, la biologia dei pesci e anche l'ingegneria dei sistemi di flusso d'acqua.
Il concetto di "One Health" è particolarmente rilevante quando si tratta di allevare organismi acquatici. I molluschi per esempio essendo organismi filtratori, prendono tutto ciò che l'ambiente circostante offre e sono quindi parte di un ecosistema che contribuisce al mantenimento della biodiversità.
L'acquacoltura Europea è un settore di grande importanza, ma presenta alcune sfide significative. Attualmente, essa fornisce circa il 20% dell'approvvigionamento di prodotti ittici in Europa, il che significa che gran parte dei prodotti ittici consumati in Europa sono importati da altre regioni. Questo dato evidenzia la necessità di promuovere una crescita più robusta dell'acquacoltura europea per ridurre la dipendenza dalle importazioni.
Tuttavia, il settore dell'acquacoltura in Europa affronta alcune difficoltà. Il 70% delle imprese in questo settore sono costituite da microimprese, spesso situate in zone costali e rurali. Queste imprese possono avere limitate risorse e infrastrutture, il che rende difficile la competizione a livello globale.
Inoltre, la Brexit ha avuto un impatto significativo sull'acquacoltura europea, poiché il Regno Unito era uno dei principali produttori di prodotti ittici nell'Unione Europea. La perdita di accesso a questo mercato ha rappresentato una sfida per l'intero settore.
A livello globale, l'acquacoltura ha conosciuto una crescita notevole, con tassi annuali compresi tra il 5% e il 7%. Tuttavia, la produzione europea è rimasta sostanzialmente stabile dagli anni 2000, il che evidenzia la necessità di investimenti e innovazioni per stimolare la crescita del settore.
Un aspetto interessante dell'acquacoltura europea è la sua diversificazione. Le specie allevate variano notevolmente, con circa il 45% dei prodotti concentrati su molluschi, il 30% su pesci d'acqua salata e il 25% su pesci d'acqua dolce. Le alghe, sebbene rappresentino attualmente una piccola parte della produzione, stanno gradualmente guadagnando terreno. Questa diversificazione offre opportunità per espandere ulteriormente il settore e soddisfare la crescente domanda di prodotti ittici sostenibili.
L'acquacoltura è considerata dalla FAO una fondamentale opportunità per garantire risorse alimentari alla crescente popolazione mondiale. Questa pratica riveste una grande importanza non solo per diversificare le diete in modo vantaggioso per i paesi più poveri, ma anche per soddisfare la domanda di paesi occidentali, tenendo conto della diminuzione degli stock ittici naturali. Esistono diversi aspetti interessanti associati ai prodotti dell'acquacoltura, tra cui la rintracciabilità e la sicurezza alimentare, nonostante ci siano preoccupazioni riguardo al bioaccumulo di contaminanti come metalli pesanti e diossine, che tuttavia sono regolamentate dall'EFSA per garantire la sicurezza alimentare.
L'acquacoltura può essere considerata un settore sostenibile che sta progredendo significativamente. La tracciabilità e la rintracciabilità giocano un ruolo fondamentale nella sicurezza alimentare, sia dal punto di vista igienico-sanitario (Food Safety) che da quello dell'approvvigionamento alimentare (Food Security). Inoltre, l'acquacoltura è più efficiente dal punto di vista delle risorse rispetto alla pesca, richiedendo meno risorse per produrre 1 kg di pesce allevato rispetto a 1 kg di pesce pescato. Inoltre, l'uso dell'acqua in acquacoltura può essere considerato un prestito, poiché l'acqua viene presa e successivamente "restituita" al mare.
La posizione degli allevamenti in mare offre un ulteriore vantaggio, poiché fungono da sentinelle ambientali. Qualsiasi problema nell'ambiente marino, come inquinamento o cambiamenti climatici, può riflettersi sulla salute dei pesci allevati, servendo da avvertimento per gli eventi ambientali negativi. Inoltre, l'adozione di un approccio di economia circolare consente il riutilizzo di scarti per scopi come la produzione di cibo per animali domestici (Pet Food), riducendo lo spreco.
Tuttavia, ci sono sfide significative che devono essere affrontate. Il cambiamento climatico, ad esempio, influisce sui flussi d'acqua e porta alla comparsa di specie aliene nei mari, oltre a impattare la frequenza e la gravità di eventi climatici estremi come tempeste marine e inondazioni. La governance e l'accettazione sociale sono altresì problematiche, specialmente in paesi come l'Italia, dove la presenza di impianti di acquacoltura può essere oggetto di contestazioni da parte delle comunità locali.
Senza dubbio, sotto il profilo della sicurezza alimentare e della sorveglianza, l'acquacoltura offre un ambiente di produzione notevolmente più sicuro. Questa sicurezza deriva dal fatto che il mangime utilizzato per nutrire i pesci è attentamente regolamentato e monitorato, assicurando così una conoscenza completa degli alimenti che gli organismi acquatici consumano e consentendo un rilevamento tempestivo di eventuali contaminanti.
Possiamo tranquillamente affermare che il controllo veterinario inizia dalla fase iniziale di produzione degli animali fino al momento in cui il prodotto giunge sulle tavole dei consumatori. L’approccio della EU "From Farm to Fork" garantisce un livello elevato di sicurezza alimentare lungo l'intera catena di produzione e distribuzione.
Inoltre, l'acquacoltura è caratterizzata da una maggiore uniformità nella produzione rispetto alla pesca in natura, dove la variabilità ambientale può influenzare significativamente la composizione chimica e la qualità del pesce. Questa standardizzazione nei processi di allevamento contribuisce a garantire che i prodotti ittici abbiano caratteristiche più prevedibili e costanti.
Guardando al futuro, è essenziale concentrarsi su diverse aree chiave per continuare a migliorare il settore dell'acquacoltura e garantire una produzione sostenibile di prodotti ittici.
La sostenibilità ambientale rimane al centro di questa discussione, poiché il settore cerca di ridurre gli sprechi di risorse, minimizzare l'impatto ambientale e contribuire alla sicurezza alimentare globale. Con il giusto impegno da parte delle istituzioni, delle comunità e dell'industria stessa, l'acquacoltura può continuare a crescere in modo sostenibile e a fornire una fonte preziosa di alimenti per le popolazioni di tutto il mondo, garantendo al contempo un futuro migliore per i nostri mari e oceani.
Sinossi a cura di: Francesco Lucà