Le prime notizie sulla presenza di soldati nordcoreani sul fronte russo-ucraino sono emerse lo scorso 4 ottobre, quando il Kyiv Post ha riportato l’uccisione di sei ufficiali nordcoreani in un bombardamento avvenuto il giorno precedente nei pressi della città ucraina di Donetsk, occupata dai russi. Secondo il canale Telegram russo “Tabacchiera del Cremlino” (1), i militari erano in visita per raccogliere informazioni esclusive sull’addestramento del personale di terra per le operazioni di assalto, lasciando immaginare una possibile compartecipazione dei soldati di Pyongyang nelle future offensive di terra in Ucraina orientale.
Circa dieci giorni dopo, il 15 ottobre, un alto ufficiale militare ucraino ha dichiarato al giornale sudcoreano The Chosun Ilbo che 18 soldati nordcoreani avrebbero disertato tra Bryansk e Kursk, in Russia, a circa 7 chilometri dal confine con l’Ucraina. I media ucraini stanno speculando sulla loro affiliazione, riconducendoli al neo-battaglione nordcoreano Buryat, integrato all’undicesima Brigata di Assalto Aereo dell’esercito russo, composto da circa 3000 unità che si prevede verranno destinate a Kursk per affiancare la contro-offensiva russa sul fronte interno, a seguito dell’incursione ucraina dello scorso agosto.
Giovedì 17 ottobre, durante una conferenza presso la sede della NATO a Bruxelles, il Presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha rivelato di disporre di informazioni di intelligence riguardanti circa 10.000 soldati nordcoreani attualmente in addestramento in Russia. Sebbene il Segretario Generale della NATO, Mark Rutte, abbia dichiarato che gli “Alleati non hanno prove di soldati nordcoreani attivi nei combattimenti,” una nota pubblicata venerdì 18 ottobre dal Servizio di Intelligence Nazionale sudcoreano (NIS) ha confermato i sospetti. Gli operatori del NIS hanno identificato diversi ufficiali nordcoreani operativi dietro le linee nel Donetsk, utilizzando avanzati software di riconoscimento facciale basati sull’intelligenza artificiale. Nello stesso documento, l’agenzia ha riportato la geolocalizzazione di alcune navi della marina russa, stimando il trasferimento di circa 1.500 soldati delle forze speciali nordcoreane dalle città di Chongjin, Hamhung e Musudan al porto russo di Vladivostok. Il Cremlino avrebbe fornito ai militari armi e uniformi russe, oltre a distribuire documenti di identità buriati e yakuti, sfruttando i tratti somatici asiatici dei russi in estremo oriente per mascherare la provenienza dei soldati (2).