La legge sugli agenti stranieri approvata dal governo georgiano segna un allontanamento sempre più forte dall’UE.
Martedì 14 Maggio, il parlamento della Georgia ha approvato definitivamente la legge sui cosiddetti “agenti stranieri”, che prevede che i media e le ONG che ricevono almeno il 20 per cento dei propri fondi dall’estero debbano registrarsi come entità che “perseguono gli interessi di una potenza straniera” [1]. L'obiettivo è quello di isolare e danneggiare la reputazione dei gruppi e dei media indipendenti che ricevono finanziamenti dall'estero. Se approvata, questa legge comporterebbe ulteriori pesanti oneri in termini di obblighi di rendicontazione, ispezioni e responsabilità amministrative e penali, inclusa la possibilità di fino a cinque anni di carcere per le violazioni. Questa proposta di legge è incompatibile con la legge internazionale sui diritti umani e con gli standard che proteggono i diritti alla libertà di espressione e di associazione. [2]
Leggi sugli “agenti stranieri” esistono in vari paesi del mondo, anche democratici, una delle più celebri è il Foreign Agents Registration Act degli Stati Uniti. Esiste dagli anni Trenta e obbliga le persone e le organizzazioni che fanno attività di lobbying per conto di altri paesi a registrarsi presso il dipartimento di Giustizia. La legge americana non proibisce di fare lobbying per conto di un altro paese, ma stabilisce obblighi di trasparenza e rendicontazione finanziaria per le persone e le organizzazioni coinvolte in tale attività. Inoltre la legge non si applica a organizzazioni umanitarie, religiose, scientifiche, e si concentra soltanto sull’attività di lobbying. [1]
Con 84 voti favorevoli e 30 contrari, martedì 14 Maggio i parlamentari georgiani hanno approvato quella che l’opinione popolare chiama “legge russa”, per la sua analogia con la legge sugli agenti stranieri approvata a Mosca nel 2012. [7] La legge del Cremlino del 2012, inizialmente con “agenti stranieri” definiva esclusivamente le ONG che facevano attività politica e che ricevevano fondi da paesi esteri, ma gradualmente nuovi emendamenti estesero le categorie interessate: nel 2017 furono aggiunti i media e nel 2022 praticamente tutte le organizzazioni e gli individui. [1]
La legge recentemente approvata in Georgia è molto più ampia: qualsiasi organizzazione che riceva almeno il 20 per cento dei suoi fondi dall'estero, che siano finanziamenti, donazioni o altro, viene designata come "agente straniero". Questa legge non solo introduce obblighi di trasparenza per le organizzazioni interessate (anche se già esisteva una legge sulla trasparenza in Georgia), ma impone anche ispezioni coercitive, nuove responsabilità amministrative e multe considerevoli (fino a quasi 10.000 euro) per coloro che violano le disposizioni. [1]
L'ondata di manifestazioni è stata inaugurata il 9 aprile, il giorno in cui il partito Sogno Georgiano ha deciso di ripresentare la legge in Parlamento. Dopo poco tempo dalla proposta, le piazze della capitale erano già colme di oppositori, ma il momento più teso è stato raggiunto nella notte del 12 al 13 aprile, dove decine di migliaia di georgiani sono tornati a riempire le strade di Tbilisi per opporsi alla "legge russa" e sostenere l'Unione Europea. [3]
Le proteste sono poi riprese a inizio maggio, dove decine di migliaia di persone sono tornate a manifestare, dando luogo a scontri con le forze dell'ordine. La polizia è intervenuta per disperdere i dimostranti con l'impiego di gas lacrimogeni, cannoni ad acqua e proiettili di gomma, arrestando decine di persone. Dopo l’approvazione della legge le proteste non si sono affievolite e nel frattempo, a Mosca cresce la preoccupazione per una possibile rivolta georgiana simile a quella di Euromaidan, che ha contribuito alla situazione attuale in Ucraina.
Attualmente, nella capitale, gli scontri con la polizia si stanno intensificando, tanto che alcuni manifestanti hanno tentato di superare le barriere metalliche all'ingresso del Parlamento, portando a diversi arresti. [4]
Dopo i recenti fatti accaduti, il governo degli Stati Uniti ha messo in guardia la Georgia dal non diventare un avversario dell'Occidente, dopo che il parlamento ha ignorato le proteste di piazza per approvare una legge "ispirata dal Cremlino". Il sottosegretario di Stato americano Jim O'Brien ha espresso preoccupazione per il fatto che l'approvazione della legge potrebbe segnare un altro punto di svolta nella travagliata storia dell'ex stato sovietico. Durante una conferenza stampa a Tbilisi, O'Brien ha lasciato intendere che i finanziamenti statunitensi potrebbero presto essere revocati. Gli Stati Uniti hanno speso miliardi di dollari per la ricostruzione della Georgia dopo la caduta dell'Unione Sovietica, e ulteriori centinaia di milioni sono stati pianificati per sostenere l'economia e l'esercito del paese. [7]
La Georgia è entrata in un intenso anno elettorale: le riforme costituzionali hanno fatto sì che quest’anno coincidessero le elezioni parlamentari e presidenziali. Con l’avvicinarsi delle elezioni del 2024, il partito in carica Sogno georgiano, sta cercando di forgiarsi la strada verso il successo elettorale attraverso misure sovraniste e populiste, alimentate da un sentimento anti-occidentale.
Irakli Kobakhidze, leader del partito Sogno georgiano, il 2 Marzo ha dichiarato in un’intervista rilasciata alla TV governativa come il disegno di legge avrà “un effetto preventivo nei confronti dell'opposizione radicale e delle organizzazioni della società civile ad essa affiliate”. Per opposizione radicale, la coalizione al governo considera tutti i gruppi che contestano le decisioni del governo e li accusa di alimentare unilateralmente la polarizzazione nel Paese.
Dichiarazioni di estrema gravità, inviando un messaggio di scoraggiamento verso tutti gli individui critici nel confronto del governo che potrebbero essere dissuasi dall’esprimere apertamente il proprio parere per paura di ritorsioni. Proprio per questo motivo, le proteste di questi giorni non riguardano solo la proposta di legge in sé ma la direzione politica che ha intrapreso la maggioranza. Infatti, negli ultimi anni ma sopratutto negli ultimi 18 mesi, il governo ha intrapreso una serie di azioni che sembrerebbero destinate ad allontanare il paese dall’Occidente e ad avvicinarsi gradualmente nella sfera di influenza della Russia. [7][2]
L’inizio della guerra in Ucraina ha avuto forti ripercussioni geopolitiche anche per l’opinione pubblica georgiana. Secondo un sondaggio, nel nel marzo 2022, l’88% degli intervistati sosteneva pienamente o moderatamente l’adesione all’UE; allo stesso tempo, il 90% degli intervistati considerava la Russia la maggiore minaccia politica del paese e l’83% la riteneva la più grande minaccia economica. Anche se da una parte il sostegno all’adesione all’UE è sempre stato alto nell’opinione popolare, sicuramente l’invasione dell’Ucraina ha provocato da una parte un'intensificazione del sentimento anti-russo, e dall’altra un rafforzamento del sentimento filo-europeista. [5]
Dietro l’entusiasmo europeista si cela però un contesto geopolitico complesso: le politiche aggressive della Russia e il sostegno alle regioni separatiste (Abcasia e Ossezia meridionale) hanno contribuito a rafforzare il senso di vicinanza dell'opinione pubblica georgiana verso l'Occidente e l'Europa, viste come una difesa contro le influenze esterne e una prospettiva verso la stabilità e la prosperità. Bisogna però ricordare che l’identità europea della Georgia è il risultato di tensioni regionali, non di un condiviso senso di appartenenza. È un’identità fragile, soggetta a cambiamenti geopolitici e non necessariamente considerata nei programmi di lungo periodo dei partiti politici del Paese.[6]
La Georgia, trovandosi tra Russia e Unione Europea, ha assunto un ruolo crescente e significativo nella geopolitica mondiale. Tuttavia, se in passato le aspirazioni europeiste della Georgia erano accolte da Bruxelles con maggiore ottimismo, oggi sussiste preoccupazione per i segnali di un declino democratico che potrebbe compromettere le prospettive di adesione del paese all'Unione Europea. [5]