Elezioni in Ucraina: i vincoli legali, le difficoltà logistiche, e il quadro politico

​​​​Nell’ambito dei recenti negoziati fra Ucraina, Federazione Russa, e Stati Uniti è riemersa la questione delle elezioni ucraine che, a causa dell’invasione russa su vasta scala, non si sono tenute dal 2019. In questo articolo riportiamo quali sono gli impedimenti giuridici e logistici che renderebbero tali elezioni difficili se non impossibili ed esaminiamo la situazione politica ucraina sugli indici di gradimento del presidente Zelenskyy ed eventuali intenzioni di voto.

Presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelenskyy, Wikimedia Commons

Il quadro giuridico

La legislazione ucraina è piuttosto chiara su questo tema e all’articolo 19(1) della legge ‘Sul regime giuridico della legge marziale’ [1] proibisce esplicitamente qualsiasi tipologia di consultazione elettorale (presidenziale, parlamentare, locale, referendaria, etc.) nonché qualsiasi forma di emendamento costituzionale per l’intera durata della legge marziale. Questo divieto è ribadito all’art. 20 del Codice Elettorale dell’Ucraina [2].

Contrariamente a quanto sostenuto da alcuni, la sospensione delle elezioni non comporta che il mandato della Verkhovna Rada (il parlamento ucraino) o del Presidente siano scaduti. L’Art. 83(4) della Costituzione, infatti, stabilisce che il mandato del parlamento sia automaticamente prorogato fino al giorno della prima riunione della prima sessione della Verkhovna Rada dell'Ucraina, eletta dopo la cancellazione della legge marziale o dello stato di emergenza [3].Per quanto riguarda il presidente, l’Art. 108 della Costituzione non stabilisce un termine temporale alla scadenza del mandato, bensì che il presidente resti in carica fino all'assunzione dell'incarico da parte del neoeletto Presidente dell'Ucraina [4]. Il dato giuridico è quindi netto: i mandati del presidente e del parlamento sono pienamente legittimi e le elezioni sono incostituzionali fintanto che il conflitto è in corso.


Le difficoltà di garantire la partecipazione al voto

Anche volendo prescindere dall’aspetto strettamente giuridico, eventuali elezioni in tempo di guerra si scontrerebbero con un problema di legittimità dovuto alla difficoltà di garantire la possibilità da parte di tutti i cittadini ucraini aventi diritto di parteciparvi. In tal senso, vi sono almeno quattro aspetti da considerare.

1. Circa un milione di uomini e donne ucraini si trovano nelle forze armate [5]. Fintanto che il conflitto è in corso, è impossibile de-mobilitarli per consentire loro di recarsi alle urne e sarebbe obiettivamente abbastanza irrealistico allestire seggi elettorali sulla linea del fronte.

2. Si stima che circa tre milioni di cittadini ucraini [6] si trovino in territori illegalmente occupati dalla Federazione Russa e quindi impossibilitati ad esprimere il proprio voto.

3. Quasi 7 milioni di cittadini ucraini sono rifugiati all’estero [7]. Il registro ucraino degli elettori residenti all’estero non è aggiornato, ma anche se lo fosse, le ambasciate e i consolati non avrebbero le risorse o l’infrastruttura per gestire un’affluenza di questa entità [8].

4. Tra i 3 e i 4 milioni di cittadini ucraini hanno lasciato la propria residenza originaria per trasferirsi all’interno del paese. Pertanto il registro elettorale ucraino dovrebbe essere completamente aggiornato e si stima che questo possa richiedere almeno sei mesi [9].
 

La sicurezza del voto

Un'altra questione fondamentale è quella di come garantire la sicurezza del voto. Il territorio ucraino è soggetto ogni giorno ad attacchi da parte della Federazione Russa sulle infrastrutture civili. I seggi elettorali, la cui posizione dovrebbe essere pubblica per definizione, diventerebbero l’ideale bersaglio di attacchi russi al fine di destabilizzare il processo elettorale. Qualcuno potrebbe sostenere che in molte città ucraine grazie all’efficienza della difesa antiaerea vi è una vita ‘quasi’ normale: teatri, cinema, ristoranti, e musei funzionano quasi normalmente (chiunque sia stato a Kyiv sa quanto difficile sia trovare un posto libero a teatro!). Tuttavia, proprio il fatto che l’intensità degli attacchi e la capacità di difesa variano nelle diverse aree del paese crea un problema di legittimità: gli elettori residenti in zone più vicine alla linea dovrebbero correre più rischi e vedere limitato il proprio diritto di voto rispetto a quelli che si trovano in quelle più sicure del paese. Non solo, in tutto il territorio ucraino i frequenti allarmi antiaerei, che possono durare pochi minuti quanto diverse ore, renderebbero difficile se non impossibile la continuità ed integrità sia del voto che dello scrutinio. Come si garantisce agli elettori la possibilità di votare se il seggio deve essere chiuso e poi riaperto ogni volta che vi è una sirena? Come si può essere sicuri del conteggio delle schede, che secondo il codice elettorale ucraino deve avvenire in una sola seduta in presenza di tutti gli osservatori, se la sessione dev’essere ripetutamente interrotta a causa della minaccia degli attacchi russi?
 

Che campagna elettorale?

Un’altra questione che molti sembrano ignorare è come garantire una campagna elettorale che sia libera, giusta ed imparziale quando il paese si trova in stato di guerra. La legge marziale, per definizione, impone delle limitazioni alle libertà e aumenta i poteri dello stato e del governo. In queste condizioni, come si garantirebbe alle forze di opposizione di avere le medesime opportunità di presentare i propri candidati e le proprie proposte politiche rispetto alle forze di governo?

Non a caso, i leader delle principali forze di opposizione si sono dichiarati contrari all’idea di tenere elezioni in stato di guerra [10].
 

Cosa ne pensano gli ucraini?

Dall’inizio dell’invasione russa su vasta scala, i sondaggi disponibili hanno sempre indicato come la grande maggioranza dei cittadini ucraini sia contraria ad elezioni in tempo di guerra. Nell’autunno 2023, in concomitanza con quella che sarebbe stata la normale data delle elezioni parlamentari, l’81% del campione era contrario a qualsiasi elezione prima della fine della guerra [11]. Un sondaggio del febbraio 2024 (Grafico 1) mostrava come il 69% del campione fosse contrario ad elezioni fino alla conclusione  della legge marziale senza variazioni significative a livello regionale (Grafico 2).

Grafico 1: Opinione pubblica sulla necessità di elezioni in Ucraina (KIIS) [12]
Grafico 2: Opinione pubblica sulla necessità di elezioni in Ucraina per regione (KIIS) [13]

Secondo un’indagine commissionata da The Economist a Ipsos nel marzo 2025, 81% degli ucraini sarebbero contrari ad elezioni prima della fine del conflitto (62%) o di un cessate il fuoco (19%). 

Tabella 1: Quando dovrebbero tenersi le elezioni? (The Economist, Ispos) [14]


Il gradimento di Zelenskyy e le intenzioni di voto

Al discorso sulle elezioni si associa spesso quello sulla popolarità del presidente Zelenskyy. Se da un lato è vero che nel corso del 2024 l’indice di gradimento di Zelenskyy è diminuto, esso si è sempre mantenuto al di sopra del 50% ed è poi risalito fino al 67% nei primi mesi del 2025 (Grafici 3, 4, & 5).  

 

Grafico 3: andamento del gradimento del Presidente Zelenskyy 2019-2025 (KIIS) [15]
Grafico 4
Grafici 4 & 5: andamento del gradimento del Presidente Zelenskyy 2019-2025 (IBIF) [16]

Le tensioni con l’amministrazione Trump sembrerebbero aver rafforzato la posizione di Zelenskyy tra gli elettori ucraini. Quest’impressione sembra confermata dal sondaggio The Economist-Ipsos della settimana successiva allo scontro fra Trump e Zelenskyy nello Studio Ovale. Secondo questi dati l’approvazione di Zelenskyy sarebbe al 72%.

Grafico 6: Indice di Approvazione di Zelenskyy nel Marzo 2025 (The Economis, Ipsos) [17][18]

Per quanto riguarda le intenzioni voto, i sondaggi di febbrario 2025 mostrano Zelenskyy come ampiamente favorito fra i candidati che hanno finora dichiarato il proprio interesse a correre per la presidenza. Come si può osservare al Grafico 6, tutti gli avversari di Zelenskyy si attesterebbero ben sotto il 10%.

Grafico 7: intenzioni di voto per le elezioni presidenziali (IBIF) [19]

L’unica figura che negli ultimi due anni abbia rappresentato un serio sfidante per Zelenskyy è Valeriy Zaluzhnyi, ex Comandante in Capo delle Forze Armate, oggi ambasciatore presso il Regno Unito. Diversi sondaggi nel corso degli ultimi due anni hanno mostrato come la popolarità di Zaluzhnyi spesso superasse quella di Zelenskyy e come in un ipotetico confronto elettorale il generale potrebbe essere il favorito[19] [20]. Alla Tabella 2 tuttavia possiamo osservare come sempre il sondaggio The Economist-Ipsos sulle intenzioni di voto mostri Zelenskyy in testa a Zaluzhnyi di quindici punti, con tutti gli altri candidati al di sotto del 5%. 

Tabella 2: intenzioni di voto marzo 2025 (The Economist, Ipsos) [21]

Rimane importante precisare comunque che Zaluzhnyi non ha espresso la propria intenzione di candidarsi, non ha un partito o una piattaforma politica, e il suo favore nei sondaggi è basato principalmente sulla sua grande popolarità in qualità di Generale, non su un programma politico.

Infine, vale la pena sottolineare, per coloro che vedrebbero nelle elezioni una possibilità di liberarsi di un leader non sufficientemente accomodante nei confronti del Cremlino, che la sostituzione di Zelenskyy con Zaluzhnyi porterebbe con ogni probabilità all’esito opposto.
 

Conclusione

Le elezioni in Ucraina nell’attuale contesto sarebbero, nell’ordine: incostituzionali, quasi impossibili da organizzare, e contrarie al volere della grande maggioranza degli elettori ucraini. L’indice di gradimento di Zelenskyi si mantiene alto e i sondaggi lo vedono come probabile favorito in caso di elezioni. Una sua eventuale sconfitta elettorale porterebbe solo all'insediamento di un leader con posizioni altrettanto se non più ferme sulle condizioni ucraine per un negoziato di pace.

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