Divario di genere ed energia nucleare: perché le donne mostrano maggiore scetticismo?

L’energia nucleare, una delle principali fonti di energia nel mondo, è attualmente oggetto di acceso dibattito pubblico. Esiste un ampio divario di genere nel supporto all'energia nucleare a livello globale, che ha un impatto negativo sulla licenza sociale dell'industria nucleare, sulla stabilità delle politiche e sulla forza lavoro. Comprendere le cause di questo divario permette all'industria nucleare di affrontarlo in modo più mirato ed efficace, promuovendo un dialogo che tenga conto delle preoccupazioni e delle prospettive di tutti i gruppi, in particolare delle donne, che spesso mostrano maggiore scetticismo riguardo alla sicurezza e agli impatti a lungo termine delle tecnologie nucleari. Solo attraverso un'analisi approfondita delle motivazioni culturali, politiche e ambientali che alimentano questa differenza, il settore nucleare potrà adottare strategie più inclusive e rispondenti alle aspettative della società.

Perché abbiamo bisogno del Nucleare

Il riscaldamento globale sta già provocando gravi danni sugli ecosistemi, e si prevede che le condizioni climatiche peggioreranno ulteriormente nei prossimi decenni.

Per quasi un milione di anni, il clima terrestre ha mantenuto un equilibrio delicato, con concentrazioni di CO2 tra 200 e 280 ppm (parti per milione di anidride carbonica). Le attività umane hanno radicalmente alterato tale equilibrio, facendo aumentare la concentrazione di CO2 sino a 420 ppm e causando un aumento della temperatura globale di oltre 1 grado.

La transizione verso un futuro a zero emissioni nette richiede un approccio integrato, che tenga conto delle diverse azioni da mettere in campo, in tempi diversi, per raggiungere l’obiettivo in modo ottimale:

  • elettrificare il più possibile i settori di consumo attualmente alimentati da combustibili fossili e, dove ciò è impraticabile, sostituire gas e carburanti fossili con gas e carburanti derivati dalla cattura della CO2 e successiva combinazione con idrogeno (e-fuels) o biomasse;
  • catturare la CO2 dall’aria per raggiungere il net-zero attraverso impianti di cattura diretta (DAC) che necessitano di elettricità a bassissima emissione di CO2 (1);
  • assicurarsi che l'elettricità (usata direttamente o per produrre idrogeno) provenga da fonti a quasi-zero emissioni di CO2, come le rinnovabili e il nucleare;
  • creare un mix ottimale di generazione elettrica, dove le rinnovabili e il nucleare lavorano insieme per fornire energia affidabile e pulita su larga scala.

Soddisfare la crescente richiesta di energia elettrica, alimentata da nuovi utilizzi come trasporti, riscaldamento e industria, esclusivamente con fonti rinnovabili, in Italia è estremamente difficile:

  • l’energia idroelettrica è già sfruttata al massimo;
  • il potenziale del geotermico è limitato a piccoli aumenti;
  • le biomasse possono contribuire fino a un massimo di circa 11.6 TWh di produzione di energia elettrica (2).

Restano quindi il solare e l’eolico, che presentano però delle limitazioni:

l'energia solare è massima nelle ore diurne e nei periodi più soleggiati dell'anno, mentre quella eolica è disponibile in poche aree specifiche. Inoltre, gli impianti solari ed eolici producono simultaneamente, creando problemi di sovrapposizione della produzione.

La produzione solare ed eolica tende a essere correlata, il che può causare:

  • mancanza di produzione (ad esempio, durante la notte senza vento);
  • sovrapproduzione (ad esempio, in giornate limpide e ventose).

Inoltre servirebbero enormi capacità di accumulo, sia per breve termine (come batterie fino a circa 1 TWh) sia stagionale (ad esempio, produrre idrogeno in primavera/estate per poi utilizzarlo in inverno per compensare la carenza di energia rinnovabile). Tuttavia parte dell’energia prodotta in eccesso non potrebbe essere utilizzata, richiedendo il taglio della produzione (curtailment), il che porterebbe a un crollo dei prezzi e alla necessità di compensare comunque i produttori.

Abbattere le emissioni impiegando solo fonti rinnovabili è tecnicamente difficile perché richiede grandi quantità di impianti (generazione e accumulo), occupa molto suolo, costa di più, allunga i tempi. Meglio impiegare tutte le tecnologie a bassa emissione incluse nella tassonomia verde dell’UE.

Analisi del Gender Gap sul supporto al Nucleare

L’analisi preliminare condotta da Radiant Energy Group, in collaborazione con l'IAEA, evidenzia  un divario di genere sul supporto al nucleare a livello globale.

I principali punti emersi sono:

  • specificità del Nucleare: il divario di genere è più marcato sul nucleare rispetto ad altre fonti energetiche.
Il divario di genere tende a essere significativamente maggiore per il nucleare rispetto ad altre energie pulite. Fonte: Analysis of the Gender Gap in Nuclear Support, Preliminary report. Radiant Energy Group

Il divario di genere nel supporto all'energia nucleare emerge in modo particolarmente evidente rispetto ad altre fonti energetiche, con significative differenze nelle opinioni tra uomini e donne. Secondo l'analisi condotta da Radiant Energy Group, tale disparità non è universale, ma varia sensibilmente a seconda del contesto culturale e politico di ciascun paese.

Un esempio di un divario di genere molto pronunciato si trova in Norvegia, dove le donne si mostrano generalmente molto più scettiche riguardo all'energia nucleare rispetto agli uomini. Questo potrebbe essere spiegato dal forte impegno del paese verso le energie rinnovabili, come l'idroelettrico, e dalla sua attenzione alla sostenibilità ambientale. Le donne, in particolare, potrebbero essere più influenzate dalle preoccupazioni ambientali e dalla percezione che l'energia nucleare, pur essendo a basse emissioni di carbonio, comporti rischi significativi legati alla sicurezza e alla gestione delle scorie.

In India e Brasile, invece, il divario tra uomini e donne risulta molto più ridotto, suggerendo che i fattori locali e le influenze culturali abbiano un impatto determinante sul supporto per il nucleare. In India, dove l'energia nucleare è vista come una componente cruciale per soddisfare la crescente domanda energetica, le opinioni tra uomini e donne tendono ad essere più simili. Questo può essere attribuito alla forte necessità di garantire un approvvigionamento energetico stabile, che supporti lo sviluppo sociale ed economico del paese. In Brasile, pur essendo presenti preoccupazioni ambientali, l'approccio all'energia nucleare è meno polarizzato rispetto ad altri paesi come la Norvegia, con una differenza di opinioni tra i sessi più contenuta.

Questi esempi dimostrano che il supporto o l'opposizione all'energia nucleare non dipendono esclusivamente da fattori di genere, ma anche da percezioni culturali, politiche e ambientali che variano notevolmente da paese a paese. In altre parole, le opinioni sul nucleare sono influenzate in modo profondo dal contesto nazionale e non possono essere spiegate soltanto attraverso la lente delle differenze di genere. È necessaria una riflessione più sfumata, che consideri anche le variabili economiche, politiche e storiche che caratterizzano ogni singola nazione.

  • Sicurezza Percepita: più donne si preoccupano della sicurezza del Nucleare.
Le donne sono più preoccupate degli uomini per la sicurezza nucleare. Fonte: Analysis of the Gender Gap in Nuclear Support, Preliminary report. Radiant Energy Group

Una delle questioni in cui appare più netta l'indagine sull'energia nucleare è il divario di genere nella percezione della sicurezza nucleare. In generale, le donne sono decisamente più preoccupate rispetto agli uomini dai rischi a cui la causa energetica nucleare li potrebbe esporre. Infatti, quasi in ogni paese una percentuale nettamente superiore di donne dichiara di essere "preoccupata" o "molto preoccupata" per la questione nucleare, dal 10% fino al 15%. Un esempio significativo si osserva in Australia, dove l'84% delle donne esprime preoccupazioni per la sicurezza dell'energia nucleare, mentre solo il 69% degli uomini condivide questa preoccupazione.

Questa maggiore preoccupazione tra le donne può essere spiegata da diversi fattori psicologici e socioculturali. Le donne, in generale, tendono ad essere più sensibili ai rischi percepiti, in particolare quando si tratta di tecnologie complesse o potenzialmente pericolose. Inoltre, molte donne potrebbero essere più focalizzate sulle implicazioni a lungo termine della tecnologia nucleare, come la gestione delle scorie radioattive, e sui potenziali impatti sulla salute e sul benessere delle generazioni future.

La percezione del rischio gioca un ruolo cruciale nel determinare il supporto o l'opposizione al nucleare. Di regola, le preoccupazioni per la sicurezza nucleare sono alimentate dalla memoria storica di incidenti nucleari come Čornobyl'e Fukushima, che hanno lasciato una profonda impressione sulla percezione pubblica della tecnologia nucleare soprattutto nella sensibilità dei rischi legati alla salute e all'ambiente. Questo scarto tra i sessi nella percezione del rischio  potrebbe anche essere collegato a come le donne tendono a visualizzare l'impatto a lungo termine delle decisioni politiche e tecnologiche sulle loro famiglie e sulla comunità.

  • Impatto Politico: Le donne tendono a preferire partiti di sinistra generalmente meno favorevoli al nucleare.
L'allineamento politico di sinistra-destra ha in genere un impatto minore sul sostegno al nucleare per le donne rispetto agli uomini. Fonte: Analysis of the Gender Gap in Nuclear Support, Preliminary report. Radiant Energy Group

Il rapporto di Radiant Energy Group sottolinea anche come l’orientamento politico colpisca il supporto all’energia nucleare, con differenze significative tra uomini e donne. In particolare, gli uomini di destra sono più orientati a sostenere l’energia nucleare rispetto agli uomini di sinistra. Questi ultimi, da parte loro, preferiscono opzioni energetiche alternative e sostenibili, come le energie rinnovabili. Questo divario politico può essere spiegato dal fatto che gli uomini di centrodestra sono più propensi a sostenere l’energia nucleare per ragioni di sicurezza energetica, sovranità energetica e posizioni più orientate all’economia che vedono l’energia nucleare come soluzione per mantenere stabili e a buon mercato gli approvvigionamenti energetici. Le donne, invece, tendono anch’esse a supportare il centrosinistra, ma la differenza nell’orientamento politico ha meno impatto. In generale, il supporto delle donne per l’energia nucleare è più basso rispetto a questo gruppo di uomini, anche se tra le donne di destra e di sinistra la differenza è minore. Un esempio interessante di questa dinamica si verifica in Corea del Sud, dove la differenza di supporto per il nucleare tra le donne di destra e di sinistra è minore rispetto agli uomini. In questo caso, il supporto delle donne al nucleare non è altrettanto influenzato dalle caratteristiche politiche, suggerendo che le donne potrebbero essere influenzate da ulteriori preoccupazioni non correlate alla fazione politica.

Queste tendenze possono derivare da un complesso di fattori che comprendono i valori socio culturali, la percezione dei rischi e l’esperienza politica. Ad esempio, le donne di sinistra - spesso più sensibili alle questioni di giustizia sociale ed ecologica - sono più caute nell’appoggiare tecnologie da vedere ad alta risoluzione a costo miliardi di dollari, o sono preoccupate per la sostenibilità a lungo termine delle fonti energetiche. Tuttavia, questa distinzione non è valida ovunque e varia in specifici contesti locali e storici, come quello in Corea del Sud, dove l'attivismo ambientale radicato nel paese incide sul modo in cui la popolazione, e in particolare le donne, percepiscono il nucleare.

L’iniziativa “Il nucleare nel mix elettrico nazionale ora” (3)

Una nuova proposta di legge, presentata da Azione, Radicali Italiani, Fondazione Einaudi e altre organizzazioni, ha dimostrato l'interesse crescente degli italiani nel riaprire il dibattito sul nucleare.

Riuscendo a raccogliere le 50.000 firme necessarie in soli tre giorni, il disegno di legge – intitolato “Il nucleare nel mix elettrico nazionale ora” – intende fare del nucleare una delle principali fonti di energia a basso impatto ambientale, contribuendo così alla riduzione delle emissioni di gas serra e alla sicurezza energetica del paese. Se approvata, la proposta obbligherebbe il governo a regolamentare entro sei mesi la costruzione e la gestione di centrali nucleari basate sulle tecnologie più avanzate disponibili. Il nucleare presenta diversi vantaggi rispetto ad altre fonti di energia.

L'iniziativa mira a riformare rapidamente il quadro normativo per integrare l'energia nucleare nel mix elettrico italiano. L'obiettivo è sfruttare le peculiarità del nucleare, come la sua capacità di garantire una fornitura continua di energia, le emissioni estremamente basse e il limitato utilizzo del suolo, presentandolo come una soluzione più sostenibile e economicamente vantaggiosa rispetto a un modello che si basi esclusivamente sulle energie rinnovabili.

La proposta prevede l'adozione di centrali nucleari di terza generazione a fissione, che si distinguono per i loro elevati standard di sicurezza e per le emissioni quasi nulle di CO2. Inoltre, si prevede la creazione di un'autorità indipendente per la sicurezza nucleare, con il compito di monitorare e garantire la sicurezza e la trasparenza in ogni fase del processo. Verranno definiti criteri rigorosi per la selezione dei siti adatti, assicurando che ogni scelta sia effettuata nel massimo rispetto dell'ambiente e della salute pubblica. I siti scelti saranno considerati di interesse strategico nazionale, con un'attenzione speciale in termini di sorveglianza e monitoraggio costante.

L'iniziativa prevede anche l'introduzione di incentivi economici per favorire gli investimenti nel settore nucleare, tra cui meccanismi di remunerazione per l'energia prodotta attraverso contratti a lungo termine. Inoltre, sarà lanciata una campagna di sensibilizzazione pubblica sull'energia nucleare, per fornire informazioni chiare e dettagliate sui vantaggi e sulla sicurezza di questa tecnologia, creando così un clima di fiducia tra le comunità locali e sostenendo la diffusione del progetto. Si prevede anche l'offerta di benefici diretti per le comunità che ospiteranno le centrali, come tariffe energetiche agevolate e contratti di approvvigionamento a lungo termine.

Nonostante il divario di genere nel supporto all’energia nucleare rappresenti una sfida da affrontare per sviluppare strategie più inclusive, il ritorno del nucleare emerge come una necessità condivisa da una consistente parte della società italiana, e la proposta di legge ne è una chiara testimonianza.

Ti è piaciuto questo articolo? Supporta la nostra associazione: associati oppure effettua una donazione.
Il tuo sostegno è per noi importante!

DONA ORAASSOCIATI

Indietro

"Una guerra che non vogliamo": le relazioni anglo-americane durante la guerra di Corea

di M. Salvemini

La guerra di Corea non rappresentò solo il primo grande conflitto che sorse nel contesto della…

Macron (non) è Napoleone

di L. Campisi

Macron è un europeo al servizio del Continente e un leader a cui tendere la mano

Ma questi 800 miliardi in armi sono davvero 800 miliardi?

di C. De Blasi

E davvero queste risorse ne toglieranno altre a sanità, istruzione ecc. come dice Conte? Spieghiamo

Questo sito web utilizza i cookie

Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e gli annunci, fornire le funzioni dei social media e analizzare il nostro traffico. Inoltre forniamo informazioni sul modo in cui utilizzi il nostro sito ai nostri partner che si occupano di analisi dei dati web, pubblicità e social media, i quali potrebbero combinarle con altre informazioni che hai fornito loro o che hanno raccolto in base al tuo utilizzo dei loro servizi.