Un gigante, almeno nei confronti di chi l'ha preceduto. Con eleganza, sintesi e senza quella retorica pomposa da avvocaticchio di paese Mario Draghi ha toccato tutti i temi che hanno fatto dell'Italia un paria nel consesso mondiale. Non ha evitato di richiamare all'ordine quelli che dentro e fuori la sua maggioranza hanno in questi giorni proseguito nel ridicolo teatrino delle dichiarazioni inopportune.
Ecco una sintesi dei principali passaggi:
Un discorso che si proietta non solo oltre la legislatura ma anche oltre il 2026.
Quanto potrà essere realizzato del programma Draghi con questo parlamento multicolor e pieno zeppo di rappresentanti che non sono in grado di capire la portata della sfida (vedi reazione a caldo di Toninelli come esempio) non si sa. Si conferma comunque che Draghi indica la rotta da seguire per fermare il declino e puntare alla crescita economica. Quello che manca ancora, come già detto dopo la nomina, è un soggetto politico disposto a farsi carico di queste sfide.
Addendum. Riporto un passaggio del discorso che a mio avviso rappresenta lo spartiacque definitivo fra il modo di fare politica dei governi degli ultimi 40 anni e la stagione (temo breve) di Draghi:
"Spesso mi sono chiesto se noi, e mi riferisco prima di tutto alla mia generazione, abbiamo fatto e stiamo facendo per loro tutto quello che i nostri nonni e padri fecero per noi, sacrificandosi oltre misura. È una domanda che ci dobbiamo porre quando non facciamo tutto il necessario per promuovere al meglio il capitale umano, la formazione, la scuola, l'università e la cultura. Una domanda alla quale dobbiamo dare risposte concrete e urgenti quando deludiamo i nostri giovani costringendoli ad emigrare da un paese che troppo spesso non sa valutare il merito e non ha ancora realizzato una effettiva parità di genere. Una domanda che non possiamo eludere quando aumentiamo il nostro debito pubblico senza aver speso e investito al meglio risorse che sono sempre scarse. Ogni spreco oggi è un torto che facciamo alle prossime generazioni, una sottrazione dei loro diritti. Esprimo davanti a voi, che siete i rappresentanti eletti degli italiani, l'auspicio che il desiderio e la necessità di costruire un futuro migliore orientino saggiamente le nostre decisioni. Nella speranza che i giovani italiani che prenderanno il nostro posto, anche qui in questa aula, ci ringrazino per il nostro lavoro e non abbiano di che rimproverarci per il nostro egoismo"