Come promesso, un lungo e noioso post sulla crisi che ormai sembra risolta. Iniziamo dal tifo da stadio, che in Italia si porta su tutto. Nel breve periodo, il vincitore è indubbiamente Renzi. Ha dimostrato un’abilità tattica superiore di parecchi ordini di grandezza a tutti gli altri giocatori. E’ inutile ripetere l’elenco dei suoi successi, anche se potrebbe essere utile per dimostrare l’incapacità di molti giornalisti commentatori politici che all’inizio della crisi ripetevano le veline di Casalino e del PD. Piuttosto, mi sembra che le sue prospettive non siano molto migliorate. Vedremo i sondaggi, ma Italia Viva non sembra crescere nel gradimento degli elettori (parentesi – non capisco perché Renzi stia antipatico a tutti, e Salvini no). Anche nel migliore dei casi potrebbe diventare il capo di una federazione di centro riformista, con la prospettiva di avere al massimo il 10-15% dei voti. Potrebbero essere decisivi in caso di riforma elettorale proporzionale, ma se ne parla da anni e non vedo come possa essere approvata. Renzi potrebbe invece puntare a qualche incarico internazionale, tipo il posto di segretario della NATO, sperando nella raccomandazione di Draghi, nella gratitudine europea e nei (pretesi) buoni rapporti con la nuova presidenza USA.
Anche Berlusconi ha vinto, riuscendo a trascinare Salvini sulle sue posizioni e facendo tornare Forza Italia al governo. Solo che ha 84 anni, non ha un erede politico e l’unico posto a cui potrebbe ambire è già prenotato da Draghi. Salvini ha fatto un’operazione spregiudicata di arrocco. Ha capito (o gli hanno fatto capire) che una linea anti-europeista non è più realistica e che gli italiani hanno altro a cui pensare che agli immigrati. Perderà un po’ di voti, ma è rientrato in gioco e può sperare di consolidare il voto del Nord e attrarre elettori da Forza Italia. I voti persi da Salvini andranno a Fratelli d’Italia, che potrà aumentare anche i consensi pescando fra gli elettori scontenti del governo, ma la Meloni ha un grosso problema politico. E’ molto probabile che la coalizione di centro-destra vinca le elezioni ma il governo continuerà sicuramente a dipendere dai soldi europei e dal sostegno della BCE. Quindi Fratelli d’Italia dovrà acconciarsi ad una politica moderata che gli farà perdere consensi a favore di movimenti ancora più a destra.
A questo punto, dovrei parlare degli sconfitti. Forse meglio stendere un velo pietoso. Solo da ricordare come il PD sia passato in un mese e mezzo da ‘mai con Renzi’ a ‘Renzi per favore torna e facciamo il Conte ter pur di non avere Salvini’ a ‘che bello il governo Draghi con Renzi e Salvini’.
Due notazioni brevi: i) Conte ha dimostrato tutte le qualità del barone universitario italiano: grande spregiudicatezza, ottima abilità tattica, buona comunicazione (anche grazie a Casalino ed ai giornalisti servili che ci ritroviamo), scarsa capacità di gestione e zero visione di lungo periodo. Non credo ritornerà a fare il professore. Più probabile rimanga a galleggiare in politica, almeno finché avrà un po’ di consenso personale (fra parentesi – non capisco come possa piacere, ma io sono prevenuto contro i baroni). ii) una parola per il povero Di Battista. Pensava di aver fatto il furbo non ricandidandosi nel 2018. Pensava di divenire leader indiscusso nel 2023, per la regola del doppio mandato ed ora è disoccupato e fuori dal movimento. Esiste sicuramente un bacino elettorale di sinistra contrario al futuro governo Draghi, ma è già affollato di partitini e di leaders. Anche riuscissero a coalizzarsi, contro la tradizione delle liti a sinistra, è poco probabile che, con l’attuale legge elettorale, ottengano più di pochissimi seggi.
Più seriamente, è un ottimo momento per l’Italia e l’Europa. Abbiamo finalmente un primo ministro di grandi capacità e di grande prestigio, sulla carta comparabile a de Gasperi. Può scegliere i ministri senza troppi condizionamenti e presumo formerà un governo di persone competenti. Ci vorrà poco ad essre molto meglio dei ministri degli ultimi due governi. Avrà il grande vantaggio di una maggioranza ampia e variegata e quindi potrà permettersi di ignorare le richieste dei singoli partiti, o dei vari gruppetti in cui si sono divisi. Basta che stia attento a bilanciare gli schiaffoni con qualche carezza ed apparire equidistante. Come già detto in altri post, non mi aspetto grandi riforme nel breve periodo – solo la stesura di un PNRR ben strutturato che impegni i governi futuri, sotto il controllo del presidente Draghi….