Ci si mette in tasca il rancore, per altro ormai secondo o terzo a quello contro il PD, e via pedalare.
Non mi piace Renzi e non mi piace neppure Calenda e non ne faccio una questione personale ma di fatti.
Sicuramente al primo dobbiamo qualche mese di governo decente con Draghi ma non possiamo non ricordare il suo passato.
Certo, se il punto zero di Renzi fosse il 2022 potremmo essere tutti molto più sereni nei suoi confronti ma non è così.
Il suo comportamento attuale e l’espressione della sua politica odierna sono tali solo perché è perfettamente conscio di non aver nulla da perdere. Riesce perfino a lasciare il “fronting” a Calenda ma se avesse oggi altre percentuali sarebbe tutto molto ma molto diverso.
Per me rimane il falso di sempre con un accountability già dimostrata molto discutibile.
Su Calenda inutile dilungarsi troppo: senza tirare in ballo gli eventi degli ultimi tempi basterebbe ricordare che si è guadagnato l’appellativo di politico “a targhe alterne” o di politico dei “giorni pari e dispari”.
Detto ciò dopo molti anni forse tornerò al voto ma vorrei fosse messo agli atti che il mio sarà solo un voto di protesta per togliere consenso più alla sinistra che alla destra.
Perché?
Perché sono convinto che questa destra si sconfigga solo lasciandola governare rispettando fino in fondo i principi democratici.
Perché sono convinto che in ogni caso il governo di destra sicuramente in arrivo durerà quanto un gatto in tangenziale e già pregusto il momento in cui si ficcheranno le dita negli occhi l’uno con l’altro per scaricarsi dalle varie responsabilità.
Non scorgo nessuna possibilità e non temo nessuna modifica della costituzione i cui principi base sono difesi da tutta una serie di procedure e limiti imposti dall’articolo 138 oltre dal fatto che il solo poter approcciare la questione richiede tempi e competenze che non ravvedo proprio in quello schieramento.
Presto si tornerà al voto come nella miglior tradizione italiana oppure si avrà un altro governo tecnico.
Stiamo solo vivendo una fase successiva del nostro declino che ormai pare inesorabile: la sparizione totale della classe politica dirigente.