A me viene naturale pensare che l’unione di popoli, con culture come le nostre, possa esprimere una grande forza e avere nel medio termine un ruolo determinante nel mondo.
Trovo logico che si debba combattere per questo.
Invece troppo spesso mi scontro con una mentalità isolazionista e autarchica che a volte mi fa sentire inadeguato e fuori posto.
Ecco il mio tormento: sentirmi un estraneo in una casa che con sempre più difficoltà riconosco come mia solo perché vorrei più unità europea, più coesione fra i nostri popoli e sentirmi più forte di fronte ad un futuro a mio avviso sempre più difficile.
I fatti legati all’invasione russa dovrebbero servirci da monito, farci riflettere su molti pericoli che non sono solo legati alla guerra.
Il pensiero che di fronte alle complessità del futuro un Paese di 60 milioni di anime possa sopravvivere da solo a me suona assurdamente illogico.
Illogico, anacronistico e totalmente folle aggiungo, soprattutto se pensiamo all’attuale situazione socio-economica dell’Italia.
Ma dove pensiamo di poter andare o cosa pensiamo di poter fare da soli?