La notte della Libia
Inventata a Roma nel 1934 per unire in una colonia sola le tre storiche regioni conquistate e riconquistate della Tripolitania, Cirenaica e Fezzan, la Libia è sopravvissuta a una guerra mondiale, alla decolonizzazione e a 42 anni di dittatura gheddafiana. Abbattuto il tiranno, dal 2011 sono tornate a prevalere le divisioni regionali, tribali ed etniche.
Per dare al Paese una nuova costituzione fu eletto nel 2012 il Consiglio Nazionale Generale(GNC) che, controllato da partiti islamisti, fallì nel suo obiettivo e votò nel dicembre 2013 l’applicazione di una forma della Sharia. Fu allora che Khalifa Haftar (generale gheddafiano catturato nel 1987 in Ciad, vissuto fino al 2011 in Virginia da oppositore del regime) uscì allo scoperto esigendo la dissoluzione del GNC sotto la minaccia di un colpo di stato. Il 16 maggio 2014, al lancio della sua Operazione Dignità contro milizie islamiste e islam politico, ebbe inizio la seconda guerra civile libica.
Da allora coesistono due governi che non si riconoscono reciprocamente: sotto la protezione di Haftar si riunisce a Tobruch la Camera dei rappresentanti, che esprime il Governo di Stabilità Nazionale, con autorità sull’oriente libico e gran parte della Libia centrale e meridionale; a Tripoli l'attuale Governo di Unità Nazionale(GNU) guidato da Dbeibeh è succeduto nel 2021 al Governo di Accordo Nazionale (GNA) presieduto da Fayez al-Sarraj. Dal 2016 il governo di Tripoli è riconosciuto dall'ONU e sostenuto oltre che dalla Fratellanza musulmana da USA e UE, con l'importante eccezione della Francia, che ha sempre appoggiato militarmente e politicamente Haftar. Al sostegno di Egitto, Emirati, Arabia Saudita e Francia per il signore della guerra cirenaico si è aggiunto a fine 2016 quello fondamentale della Russia, che dopo il successo dell'intervento nella guerra civile siriana ha visto nella seconda guerra civile libica l'opportunità di guadagnare facilmente influenza anche sulla sponda sud del Mediterraneo.
Aiutato molto più timidamente dai propri alleati, il governo legittimo di Tripoli si è trovato a lungo in una posizione di debolezza sul campo, fino a quando nel dicembre 2019, ormai assediato dalle milizie di Haftar nei sobborghi della capitale, il decisivo intervento di Erdogan lo ha salvato e ha consolidato il suo controllo sulla Tripolitania. A causa della disastrosa politica libica dei governi Conte, culminata con il rifiuto opposto alla richiesta di aiuto di Sarraj attaccato, l’Italia e l’UE hanno ormai perso buona parte dell’influenza sulla situazione libica e della speranza di riunificare e stabilizzare un paese tanto importante per la sicurezza comune. Russia e Turchia, ben soddisfatte di aver ottenuto tanto con uno sforzo minimo, non hanno ormai alcun interesse a favorire complicati processi e state-building in un paese tragicamente frammentato lungo molteplici faglie preesistenti e senza un reale monopolio della forza.