"Un crimine che va oltre i limiti dell'umanità"
L’8 luglio 2024 una serie di missili tipo Kh-101 hanno colpito l’ospedale Okhmatdyt National Children’s Hospital e l’ADONIS medical center, entrambi in Kyiv. Le false informazioni sulla responsabilità della contraerea russa sono state "debunkate" da varie fonti come Deutsche Welle, Facta News. Le prove a dimostrazione della responsabilità russa sono state rese note dal servizio di sicurezza Ucraino (SUB) sul proprio canale, e dal Financial Times e dimostrate da fonti indipendenti OSINT. Daniel Bell - responsabile della missione di monitoraggio dei diritti umani in Ucraina - ha affermato che dall’analisi dei filmati l’evento è “altamente probabile” (“high likelihood”) sia stato causato da un diretto attacco piuttosto che secondario all’intercettazione dei sistemi di difesa (fonte: CNN). Alla fine delle operazioni di ricerca sono stati dichiarati 2 morti e 32 feriti, gravissimi danni alle infrastrutture e l’interruzione dell’attività di quello che è l’ospedale pediatrico più grande dell’Ucraina. A piena attività, l’ospedale Okhmatdyt era in grado di curare circa 20.000 bambini all’anno ed eseguire circa 9000 interventi chirurgici; l’ospedale era uno dei più grandi in Europa.
Il nosocomio fu Fondato nel 1894 grazie alla volontà del filantropo Nikola Tereshchenko, figura di spicco per lo sviluppo della città di Kiyv e che donò i primi fondi per la sua costruzione. Dall’inizio della guerra l’ospedale è divenuto sia pediatrico che per adulti e ha trattato pazienti da 1 mese a 83 anni anche per traumi di guerra: ferite da arma da fuoco, da esplosione di mine e contusioni (vedi Ohmatdyt Foundation).
L’8 luglio l’ospedale ha riportato danni nel reparto di terapia intensiva, del dipartimento chirurgico ed oncologico e nella porzione dell’ospedale dove i bambini stavano eseguendo la dialisi. Altre 7 morti sono riportate nell’attacco all’ADONIS.
Il capo dell’ UN Human Rights - Volker Türk - ha descritto l’attacco come "abominevole" (fonte: OHCHR). L’attacco è stato condannato anche da molte organizzazioni e leader mondiali. Le Nazioni Unite parlano di "non solo un crimine di guerra ma molto oltre i limiti dell’umanità". Nel frattempo, un team di investigatori della Corte Internazionale per i Crimini contro l’Umanità è stato inviato sul luogo.
Le leggi internazionali conseguenti alla Convenzione di Ginevra proteggono gli spazi medici ed i sanitari dall’attacco durante i conflitti; tale convenzione è stata firmata da 196 paesi e - nella sua estensione - anche da Russia ed Ucraina (Alnahhas et Al.). In particolare, l’articolo 18 della convenzione di Ginevra recita che "gli ospedali civili organizzati per prestare cure ai feriti, ai malati, agli infermi ed alle puerpere non potranno, in nessuna circostanza, essere fatti segno ad attacchi; essi saranno, in qualsiasi tempo, rispettati e protetti dalle Parti belligeranti". Sono inoltre protetti anche i mezzi di trasporto secondo l’articolo 21.
Il personale sanitario è invece tutelato dall’articolo 24 della I convenzione di ginevra, dall’articolo 20 della II convenzione di Ginevra, dall’articolo 12 del Protocollo I.
Nonostante ciò, l’attacco a infrastrutture mediche è un disciplina che è stata utilizzata dell’esercito russo anche in Cecenia e Syria (come riportato da Media Initiative for Human Rights, da Physician for Human Rights e da Alnahhas et Al. ). L’attacco all’Okhmatdyt ricorda quello all’ospedale di Mariupol: due dei numerosi atti perpetrati in questi anni di guerra ad infrastrutture ed operatori sanitari.
La sanità ucraina: perennemente sotto attacco
Dal 20 febbraio 2022 è disponibile on-line il sito internet "Attacks on Health Care in Ukraine" che raccoglie tutti gli attacchi ad obiettivi sanitari. Il sito è patrocinato dall’ EyeWitness to Atrocities, dall’Insecurity Insight, dal Media Initiative for Human Rights, dal Physician for Human Rights e dall’ Ukrainian Healthcare Center.
Per "attacco al sistema sanitario" si intende "ogni tipo di atto verbale o di violenza fisica od ostruzione o violenza che interferisce con la disponibilità, accesso e fornitura di cure o servizi di prevenzione durante emergenze" come definito dalla Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) all’interno della iniziativa "Attacks on health care initiative" ed approvata dall’assemble nel 2012 con la risoluzione 65.20. (fonte:WHO).
Il sito riporta, anche in forma grafica di mappa, la distribuzione degli attacchi sul territorio ucraino. Nel solo periodo 25 febbraio - 14 marzo 2022 sono stati verificati da diverse fonti giornalistiche 25 attacchi a strutture sanitarie. Rimangono impresse nella memoria le immagini dell’attacco all’Ospedale della Maternità No.3 a Mariupol avvenuto il 9 marzo 2022. L’attacco è stato documentato dal reporter PBS Mstyslav Chernov ed inserito nel documentario “20 days in mariupol” vincitore dell’Oscar 2024 come miglior documentario. Ricordiamo la scena in cui una donna incinta viene evacuata sopra ad una barella; sia lei che il suo bambino sono successivamente morti come confermato dal chirurgo che li aveva in cura. Come ricostruito dal documento CNN, la giustificazione dell’attacco da parte russa era la supposta presenza di personale militare all’interno della struttura, informazione dimostrata falsa e costruita post-facto ad arte (fonte: CNN). L’attacco è stato compiuto impiegando una bomba di almeno 454 kg che ha provocato la formazione di un cratere ed ingenti danni all’edificio, causando almeno 5 morti e 17 feriti.
Purtroppo, il dramma non è terminato con Mariupol: dal 20 febbraio 2022 sono stati compiuti ben 1442 attacchi, determinando 742 distruzioni o danneggiamenti di ospedali, determinando 210 operatori sanitari uccisi e 144 feriti. Il singolo evento con maggiori danni si è verificato il 22 marzo 2022; l’ultimo della triste serie è quello all’Okhmatdyt di Kyiv. Ma l’attacco al sistema sanitario non avviene solo attraverso i bombardamenti: la WHO ha sollevato il problema degli attacchi ai sanitari, sottolineando in particolare che il servizio di ambulanza in Ucraina pone gli operatori ad un rischio di essere feriti di tre volte maggiore rispetto agli altri lavoratori sanitari. Come riportato nel report "Health Under Attack" di Physician for Human Rights nei territori ucraini occupati il sistema sanitario è stato utilizzato per aumentare il controllo della popolazione civile mediante una limitazione dell’accesso ai servizi e con azioni coercitive, utilizzando gli edifici sanitari per azioni militari, richiedendo il cambio di nazionalità al fine di poter accedere ai servizi sanitari e mediante azioni violente contro i professionisti sanitari.
In Ucraina una situazione sanitaria di emergenza
L’Organizzazione mondiale della sanità ha monitorato gli effetti sul sistema sanitario ucraino e sulla salute della popolazione sin dall’inizio dell’invasione russa: gli ultimi dati disponibili sono riportati nel report "Ukraine: WHO health emergency appeal 2024" e sono drammatici.
L’OMS riporta 2.727.768 eventi che hanno interessato civili, con 9806 morti e 17.962 feriti (dato sottostimato). Il numero di sfollati interni è di 3.7 milioni e 6.2 milioni di rifugiati globalmente. Le infrastrutture sanitarie colpite sono circa 742, con una media di pazienti trattati mensilmente di 454.768. Drammatica e non meno importante è la diffusione delle malattie mentali secondarie all’invasione; si stima che 9.6 milioni di ucraini sia a rischio di problemi mentali e 3.9 milioni soffra di sintomi moderati o severi. In particolare, da uno studio osservazionale pubblicato su Lancet nel 2024, dopo il primo anno di guerra i criteri DSM-V per il disturbo post-traumatico da stress (PTSD) erano presenti nel 50,8% degli ucraini e nel 62,2% dei rifugiati.
Recentemente è stato pubblicato sul Journal of American Medical Association (JAMA) un articolo che ha valutato l’impatto delle guerra in Ucraina sul sistema sanitario nazionale analizzando 16 ospedali nelle varie oblast. Con la guerra sono ridotti la disponibilità di test di laboratorio, screening per il cancro, servizi ginecologici, servizi di riabilitazione, servizi di farmaci e la distruzione della catena di forniture per strumentazioni e farmaci, kit per test laboratoristici e medicazioni salvavita.
Le conseguenze della guerra sulla salute della popolazione non sono che all’inizio. Gli effetti per la riduzione delle cure e degli screening (-20%) si vedranno nel tempo in termini di benessere e di salute (fonte: Chrys Breyer, JAMA). Non meno importante è la questione dei traumi e delle amputazioni di arti. Sono stati stimati circa 30.000-50.000 feriti da amputazione che, spesso, vengono eseguite sul campo nel tentativo di salvare la vita e quindi richiedono modalità di protesizzazione altamente specialistiche e non disponibili in Ucraina, con conseguente necessità di supporto in altri paesi e invalidità a lungo termine.
L’importanza della presa di coscienza del problema
E’ importante che i cittadini prendano coscienza delle gravi azioni che vengono perpetrate in Ucraina con danni alle infrastrutture del sistema sanitario nazionale ed agli operatori sanitari.
In tal senso è stata organizzata una live da LiberiOltre di informazione e di raccolta fondi (vedi modalità in descrizione) da destinare a supporto dell’Ospedale di Okhmatdyt (è possibile fare una donazione diretta anche sul sito della "Fondazione Ohmadtyd").
Lodevole è anche l’iniziativa della organizzazione non-profit lussemburghese "Lukraine" che già nell’aprile 2024 aveva esposto a Bologna in piazza del Nettuno, un’ambulanza crivellata di colpi e schegge durante l’attività di soccorso. In particolare l’ambulanza è viva testimonianza di quelli che sono gli attacchi diretti alle ambulanze ed agli operatori e che spesso sono attuati con la tecnica del "double-tap" ovvero attacchi in due tempi che sono finalizzati a ferire gli operatori che intervengono in soccorso alle persone colpite dal primo attacco; dall’inizio della guerra questa tecnica illegale ha ucciso 91 soccorritori e feriti 348.
L’iniziativa è finalizzata anche alla raccolta di fondi per l’acquisto di ambulanze da inviare in Ucraina. E’ previsto un tour dell’ambulanza in varie città e regioni italiane. Per settembre è stata già confermata la sua presenza in varie città toscane grazie all’organizzazione dell’Associazione Lilea. Le varie tappe dell’iniziativa saranno comunicate sui canali LiberiOltre.