L’ultima vicenda che ha visto come protagonista il nostro ministro degli interni ha dato, per quanto mi riguarda, un colpo abbastanza decisivo alla credibilità di questo Paese; è pure probabile che ci sia qualche servizio segreto in giro per il mondo che si stia chiedendo che cazzo debbano fare di più per far risvegliare un Paese che è caduto in una sorta di follia collettiva.
Ma è davvero follia mi chiedo?
Non è che forse dovremmo accettare invece che questo è un Paese di vecchi che i giovani (e non solo) ormai hanno deciso di lasciare al suo destino?
Insomma dai, non possiamo pretendere che gli ultra sessantenni che sono ormai la maggioranza in Italia rispetto ai 35enni possano guardare al futuro: è umano che per loro il futuro sia la conservazione della pensione unita ad un ambiente che non li destabilizzi, che non mini le loro certezze... e allora giustamente il 5G uccide, il telefono a gettoni era meglio, vuoi mettere mangiare le melanzane alla parmigiana in una sedia pieghevole su una spiaggia selvaggia dopo un viaggio di 150km su una 500 del 70’ e volete mettere la soddisfazione di andare a comprare i francobolli da attaccare su cartoline sbiadite dal sole da spedire dal luogo di vacanza a persone che neanche si sa se le riceveranno forse in autunno?
Che figata... per loro però.
Neanche ci pensano, neanche lo calcolano e neanche gli interessa che alle nuove generazioni possa fregare meno di zero vivere situazioni simili e che loro manco le vorrebbero pur potendole scegliere... ma comandano i rougai qui in Italia, sono loro ormai la maggioranza.
Sì, i rougai: così in Giappone vengono identificati i vecchi che vogliono avere controllo sui giovani attraverso una gerontocrazia da loro instaurata.
Una gerontocrazia avallata dalla politica attuale che, rivolta al voto, non può che rispecchiare lo stato delle cose in Italia infondendo false sicurezze e menzogne in una popolazione ormai sempre più indebolita dall’età.
Il Rougai, che suona benissimo anche in dialetto veneto, è ormai ovunque e contamina il presente: è il dirigente anziano che non sa usare un computer ma etichetta come inferiore alle generazioni precedenti il personale più giovane che invece lo sa usare.
Sono quelli che in banca discutono allo sportello del tempo, della loro storia, chiedendo mille consigli su una cosa che gli è stato già detto le stesse mille volte che non si può più fare mentre dietro si accumula una fila di decine di persone.
Intasano gli ambulatori medici la mattina prestissimo e con arroganza pretendono di fare prima o passare avanti perché non si sa bene in pensione che impegni debbano avere…
Ci ricordano in continuazione quanto fossero belli i loro tempi dimenticandosi però che lo sfascio presente è opera loro.
Hanno depredato il nostro futuro e quello dei nostri figli vivendo sopra le loro possibilità lasciandoci il conto da pagare.
E lo paghiamo salato, perché si dimenticano pure che la bellissima pensione retributiva che noi non vedremo mai gliela paghiamo noi e, a conti fatti, quando saranno morti la vera miseria non li sfiorerà: quella spetterà a quegli eroi che con piglio ormai masochistico si ostinano a voler bene all’Italia sul serio.