Credo che l’isteria collettiva sia una delle maggiori responsabili della situazione che stiamo vivendo.
L’incapacità di condividere il dolore altrui pensando che quello proprio e le paure - sempre proprie - siano “superiori” a quelle degli altri ci ha portato ad una condizione di alessitimia che ha visto il crearsi di vere e proprie fazioni che ritengono esclusivamente giusto il proprio modo di vivere questo brutto periodo pandemico.
Non mi risulta ci sia nessuno studio scientifico e soprattutto nessuna analisi costi benefici reale che dimostri che un lockdown risparmi più vite di quante non ne possa compromettere il solo virus.
Eppure malgrado ciò gli altri non contano, sbagliano, sono cretini o non capiscono nulla.
Ogni “squadra” invece ha capito tutto e al diavolo gli altri.
Già, gli altri... persone.
Pero è proprio la vita delle persone quella che conta e non mi riferisco alla semplice condizione contrapposta allo stato della morte.
È la vita nel suo insieme di noi come persone che conta.
È la vita dei nostri figli e della loro istruzione che conta.
Contano le vite delle imprese, del nostro lavoro, delle nostre famiglie... TUTTE le nostre vite contano non solo quelle del Covid.
Ricordatevi che il dolore è un fenomeno personale che ogni individuo vive intimamente, che il grado di sofferenza è proprio e che per quanto vi sforziate di comprenderlo non vi sarà mai possibile viverlo quello altrui: rispettatelo.