Libera Mente

Quando c'è poco lavoro è giusto che l'uomo abbia la precedenza?

di I. Tinti

I periodi di benessere ed espansione economica favoriscono periodi di rinascita e sviluppo culturale.
Una giustificazione della persistenza di stereotipi uomo-donna può derivare dal prolungarsi di un periodo di crisi?
In realtà si parla molto di crisi in Italia, ma nel resto d'Europa, salvo alcune eccezioni, il ciclo sembra essere ripartito.
In Spagna, dove la recessione ha colpito duro come in Italia (anche se hanno saputo superarla molto meglio di noi), solo il 7% della popolazione ritiene giusto in tempo di crisi far lavorare gli uomini anziché le donne, una percentuale molto inferiore a quella italiana.
Più che della crisi, allora, sarà forse il prodotto di un lento, progressivo e inesorabile declino che sta affossando il Paese?
Declino nella produttività? Nella classe dirigente? Nella cultura? Nella libertà?
Cosa possiamo fare per invertire la rotta?
Come al solito, una speranza pare arrivare dalle generazioni dei più giovani, che ridicolizzano e disconoscono gli stereotipi attuali, come nel caso della Meloni.
Speriamo solo che lo stereotipo di donna, madre, cristiana, sovranista della classe politica attuale, non rimanga tale anche nel futuro.

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