SCUOLA OGGI... SÌ, MA DOMANI?

Sono padre di una bambina di 8 anni.
Come molti di voi sto affrontando tutte quelle difficoltà che un genitore, anzi genitori (plurale), devono superare giorno dopo giorno per poter gestire il fenomeno scuola.
Sì, perché da istituzione di primaria importanza e fondamentale nonché assolutamente necessaria, il Covid l’ha trasformata in qualcosa di fenomenico.
È diventata qualcosa che crea “impiccio”, imbarazzo, pare quasi sia diventata una scocciatura con cui “purtroppo” qualcuno deve averci a che fare per forza come se fosse una faccenda esclusivamente politica.
Tutta una serie di regolamenti, che oltre ad essere fumosi, improvvisati e poco chiari, vengono forniti spesso all’ultimo momento gettando letteralmente nel panico chi ai quali poi si dovrebbe attenere.
Quello che non si capisce, o almeno io non capisco, è precisamente “a chi” e “per chi” questi regolamenti vengano davvero scritti.
Purtroppo io non sono più sicuro che al centro dell’attenzione ci siano i bambini, i ragazzi e gli adolescenti in genere.
Se da un primo momento emergenziale, in cui tutti comprensibilmente potevamo essere spaventati da qualcosa di “ignoto”, è altrettanto vero che dopo due anni siamo alle prese con una serie di burocratizzazioni, inefficienze, inconsapevolezze, storture informative, paure e mancanze di ogni genere che a parer mio sono inaccettabili e forse dovrebbero essere come tali prima di tutto proprio agli stessi insegnanti che, al di là del fatto di come considerino il loro lavoro, sono volenti o nolenti comunque investiti da una grande responsabilità: quella di formare generazioni solide, con cultura adeguata al mondo che le circonda cercando di renderle capaci di affrontare la vita al meglio delle loro possibilità. Non è una cosa da poco.

E invece?

Invece vengono difesi e osteggiati indiscriminatamente mezzi, regole e sistemi come la DAD, che ormai hanno convinto i ragazzi stessi che la scuola non sia più necessaria al pari degli insegnanti che diventano complici di questo scempio.

Non faccio altro che percepire dall’alto un continuo messaggio di paura che riduce la voglia di fare attività, di socializzare che sono fattori imprescindibili della crescita sana e dello sviluppo di un bambino o di un ragazzo.
Quanto incideranno oggi determinati comportamenti imposti sulla psiche dei più giovani?
Quanti di loro rischieranno di essere depressi o di avere problemi sociali?
Lo sapete che i decessi in USA, nella fascia di età tra i 13 e i 18 anni per uso di droga e alcool, nel 2020 è raddoppiata rispetto al 2019?
Raddoppiata.
A molti verrà da dire che di Covid si muore… è vero, verissimo ma è anche ormai assodato che non si muore di solo Covid DA virus.

Quanto peserà in futuro avere una considerevole fetta di giovane popolazione dipendente da psicofarmaci o altro?
Quale sarà, a quel punto il vero bilancio che dovremmo scrivere in relazione ai danni della pandemia e quanto di quel danno sarà ascrivibile esclusivamente ad una responsabilità umana e ad un egoismo personale?

Ecco, per questi motivi ma anche per altri, io penso che oggi (e sottolineo oggi) la scuola in presenza vada assolutamente difesa e portata aventi a tutti i costi.

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