Studiare i dinosauri è davvero così inutile? Forse bisogna fare una lezione al ministro Valditara.

Il ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara di recente ha sostenuto che bisogna riformare i programmi delle scuole primarie perché è inutile studiare i dinosauri. Ma è davvero così?

Spesso ci si chiede, soprattutto quando si è studenti, del perché a scuola si studiano determinate materie o qual è l'utilità nel studiarle. Domande legittime, che con un pò studio e meno malafede possono trovare risposta e giustificazione. Purtroppo molte volte, sia per ignoranza che per deformazione ideologica qualcuno “sente la necessità di fare un’esternazione, che rivela un’attitudine imbarazzante nei confronti delle materie scientifiche e della biologia in particolare”.

È questo il caso del ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, che alla XXII edizione di Futuro Direzione Nord (kermesse promossa dalla Fondazione Stelline insieme a Inrete, in collaborazione con Assolombarda e con il contributo di Regione Lombardia) è intervenuto a proposito dei programmi scolastici.
Secondo il ministro infatti, riferendosi in particolare ai programmi della scuola primaria, così si esprime: “c'è troppa roba. In terza elementare si vanno a spiegare tutte le specie dei dinosauri, tutto questo a che serve? E poi non conosciamo le esperienze più importanti del nostro passato che ci hanno dato i grandi valori dell'Occidente [...]. Bisogna semplificare e far prevalere la qualità sulla quantità.” 
Tralasciando per il momento la questione dei cosiddetti “valori occidentali” sui quali torneremo più avanti, bisogna soffermarsi sulla questione della presunta inutilità dello studio dei dinosauri. Le dichiarazioni del ministro Valditara, mostrano una notevole ignoranza e di certo una, ancor più grave, insensibilità ai valori del pensiero critico e razionale di cui la scienza rappresenta la massima espressione, che forse non si addicono proprio bene alla carica da lui ricoperta. 

Perché è importante studiare i dinosauri?
Ma a cosa serve quindi studiare i dinosauri? Perché si studiano esseri estinti circa 65 milioni di anni fa?
Tentiamo di spiegarlo al nostro caro Ministro.

Lo studio dei dinosauri, e in generale la paleontologia, ha svolto un ruolo cruciale nello sviluppo della teoria dell’evoluzionismo e di altri concetti scientifici, dalla tettonica a placche alla biogeografia. Come sostiene Enrico Bucci (Professor presso la Temple University di Philadelphia, noto biologo e autore del libro “Cattivi Scienziati”, particolarmente attivo nel campo dell’Etica ed integrità della ricerca scientifica) all’interno del suo articolo per “Il Foglio”, il quale si scaglia duramente contro le assurdità di Valditara: “Tutte queste attività nascono come risultato dell'innata curiosità dell'umanità di indagare come funziona il nostro mondo e dove ci collochiamo nel mondo naturale che vediamo intorno a noi. I reperti fossili documentano che oggi conviviamo con una frazione minuscola di tutti gli organismi esistiti in passato sul nostro pianeta.

Eppure, siamo collegati a tutti questi organismi, passati e presenti, attraverso la lunga storia evolutiva della vita”. Tutto questo sapere può essere utile ancora oggi, infatti il professore continua: “Come illustra la documentazione fossile di dinosauri e altri organismi, i cambiamenti climatici e gli episodi di estinzione hanno alterato il corso della storia della Terra per miliardi di anni, una prospettiva che può aiutarci a comprendere meglio anche le sfide che dobbiamo affrontare attualmente.” I dinosauri sono uno strumento essenziale “per far comprendere ad un bambino qual è il posto degli esseri umani sul nostro pianeta, allo svolgersi della sua lunghissima storia di miliardi di anni e, in prospettiva, il posto della nostra specie nella ricchissima, variegata e stupefacente manifestazione della diversità dei viventi; un concetto che, per tutta la vita, è un potente vaccino contro l’antropocentrismo di ideologie, filosofie e religioni che da sempre pongono l’uomo come culmine di un qualche ipotetico processo, che avrebbe il suo fine nella sua generazione e che lo metterebbe una spanna al di sopra di ogni altra specie e lo porrebbe al riparo dalle conseguenze delle sue azioni”.

L’idea di estinzione di massa, di evoluzione della vita, di variazione e selezione di Darwin, tutto ciò che l’evoluzionismo comporta (si consiglia a proposito la lettura di “Darwin e la filosofia” di Antonello La Vergata) “fanno parte del bagaglio cognitivo indispensabile che ogni essere umano dovrebbe possedere, e sono idee che, proprio guarda caso tramite i dinosauri, possono essere illustrate agli scolari elementari in ragione del grandissimo fascino che quelle creature posseggono per i bambini di tutte le età.” Enorme fascino quello esercitato sui bambini dai dinosauri, dimostrato dal successo della vendita di giocattoli, gadget, film a tema dinosauri, che li rende un'occasione per l’insegnamento di concetti scientifici, metodo scientifico ed interesse per la scienza che altrimenti sarebbe, se non impossibile, impresa ardua per i docenti.
Lo studio dell’evoluzione inoltre, trascende lo stretto ambito delle scienze biologiche. È infatti una tematica altamente interdisciplinare, che consente di comprendere altri aspetti della nostra vita: dalla psicologia, alle nostre credenze, dalla morale fino ai rapporti tra noi, l’ambiente, gli ecosistemi e le altre specie viventi. Liquidare quindi a qualcosa di lontano ed inutile lo studio dei dinosauri come ha fatto il ministro rappresenta una grave e ingiustificata superficialità.

Approfondiamo adesso alla questione dei “valori dell’occidente” di cui parlava Valditara. Innanzitutto non si capisce a quale valori il ministro si stia riferendo. Infatti, tra i grandi valori che abbiamo ereditato dal nostro passato vi sono sicuramente quelli del pensiero critico e razionale, che come massima espressione hanno quella della scienza.

Questo sproloquio di Valditara, vago e senza sostanza, dal sapore molto oscurantista, sembra più che altro un goffo attacco all’autonomia della scuola e all’insegnamento di materie scientifiche, e in particolare ci si può chiedere “quale giovamento possa trarre un ragazzino di terza elementare dalla rimozione di qualche manciata di nozioni sui dinosauri [...] Per sostituirla con cosa? Con le eroiche gesta di qualche personaggio storico caro alla retorica nazionalista? Forse che i dinosauri non sono epici? Forse che la loro esistenza non ci insegni qualcosa sulle nostre origini?”, scrive il paleontologo Andrea Cau, nel suo blog Theropoda. ll ministro Valditara ritiene forse che certe nozioni e certi interessi non vadano coltivati e instillati, e che bisogna pensare fin dalla tenera età all’inserimento nel mondo del lavoro, altrimenti, come lui ha dichiarato, “che uno arrivi poi a disperdersi?” Ma come dice Enrico Bucci “uno di quegli scolari elementari che “si è disperso” inseguendo anche a scuola i dinosauri sono io; e le assicuro che il lavoro non mi manca, anche perché ciò che seguendo quei bestioni ho imparato di generale ed importante sulla scienza [...] non mi è stato per nulla di imbarazzo, nonostante qualche ministro dia dimostrazione che ignorando l’importanza di certi fatti si può comunque fare carriera”.
Attraverso questi argomenti, speriamo di controbilanciare le affermazioni del Ministro, soprattutto, in un paese, ricco di siti di ritrovamento fossili, in cui però si esprime difficoltà nel reperire finanziamenti e proseguire nel mondo della ricerca.

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