COMUNICATI Associazione

Il palcoscenico della Vergogna: ospitare il "braccio destro musicale" di Putin è inaccettabile in una democrazia

Pubblicato il

Mentre a Parigi si commemorano le vittime della repressione del Cremlino, con un tributo speciale a un artista russo, Pavel Kučnir, morto in carcere per aver suonato Chopin contro l’invasione dell’Ucraina, in Italia si sceglie di aprire le porte di un’importante istituzione culturale a Ildar Abdrazakov, cantante lirico e sostenitore dichiarato di Vladimir Putin.

Dal 19 gennaio 2025, il Teatro San Carlo di Napoli, finanziato con fondi pubblici italiani, ospiterà il “braccio destro musicale” di Putin, nonostante Abdrazakov sia stato giustamente bandito dai principali palcoscenici occidentali.
 

Chi è Ildar Abdrazakov e perché è importante?

Abdrazakov non è solo un artista. Negli ultimi anni è divenuto un attivo sostenitore del regime di Putin, criminale di guerra ricercato a livello internazionale

Ha sostenuto la “lista Putin” alle elezioni presidenziali russe, con discorsi pubblici a favore delle politiche del Cremlino. 

È stato premiato da Putin con un ruolo nel Consiglio Presidenziale per le Arti e la Cultura, sostituendo chi si era espresso per la pace.

È elencato tra i “war enablers”, Sostenitori attivi della guerra dalla Anti-Corruption Foundation di Navalny, per il suo sostegno attivo al regime.

A causa del suo attivissimo ed evidente impegno politico, Abdrazakov è stato bandito da tutti i principali palcoscenici europei, con concerti cancellati a Parigi, Zurigo, Vienna, Roma nonché dai maggiori teatri statunitensi.

Tuttavia, alcuni teatri italiani, come il Teatro San Carlo di Napoli, sembrano ignorare le responsabilità morali che l'ingaggio di Abdrazakov comporta.

Approfondimenti:

Per approfondire meglio la figura di Ildar Abdrazakov e i suoi collegamenti con il regime russo

clicca qui
 

Perché protestiamo?

Il Teatro San Carlo riceve oltre 27 milioni di euro di fondi pubblici all’anno. 

Consentire a un sostenitore del regime di Putin di esibirsi su un palcoscenico finanziato dai contribuenti italiani significa tradire i valori democratici su cui si fonda la nostra società.
Ci chiediamo come sia possibile permettere tutto ciò e con quale coraggio si abdichi ai valori che il Teatro San Carlo rappresenta per la città e l’Italia.
 

Non è censura, ma responsabilità civica.

Abdrazakov non viene giudicato per le sue opinioni, ma per le sue azioni: la sua stretta collaborazione con un regime criminale. 

Un'istituzione come il Teatro San Carlo necessita di assumere una posizione chiara rispetto a queste scelte. Prendere le distanze da figure che legittimano crimini di guerra è un atto di difesa dei valori fondanti di questo Teatro e della cittadinanza tutta.

Ospitare Abdrazakov significa normalizzare il regime di Putin.
Questo non è solo un problema ucraino: è una ferita alla nostra stessa democrazia. 

Invitiamo il Teatro San Carlo a riflettere e agire con responsabilità, affinché l’Italia resti un esempio di libertà, dignità e giustizia.
 

Cosa chiediamo:

Annullamento immediato dei concerti di Abdrazakov.

Maggiore trasparenza da parte delle istituzioni culturali italiane sull’uso dei fondi pubblici, affinché siano coerenti con i valori costituzionali di libertà e democrazia.

Coinvolgimento attivo della cittadinanza e delle autorità per garantire che l’Italia non diventi un rifugio per la propaganda del Cremlino.


F.A.Q.

No.
La censura, come quella presente in Russia, è subire una punizione per l’espressione di una opinione o di un pensiero.

La nostra richiesta non è contro la musica, ma contro l’uso degli spazi pubblici per ospitare chi supporta un regime responsabile di crimini di guerra.


In Italia e nel mondo libero l’azione civica, che include il boicottaggio, è comune per indirizzare la politica e far pesare i propri valori nel contesto circostante. Ci sono boicottaggi per motivi ecologici, per motivi etici, per motivi economici. Noi vogliamo sostenere un’azione civica basata sul rifiuto e la repulsione che i crimini russi generano in noi.


Come incontro tra diverse associazioni e cittadini l’impegno nasce dal rifiuto dei crimini di guerra che avvengono in Ucraina per mano russa, ma trovano particolare tolleranza in Italia, come dimostra il fatto che Abdrazakov è stato bandito in tutti gli altri paesi occidentali.
Questo è il nostro punto. Ogni singolo cittadino ed ogni associazione avrà sicuramente impegni ed interessi terzi a cui dedicherà altrettanta passione. Non crediamo però che sia utile, per un’azione civica, muoversi secondo una “lista della spesa” che includa ogni problematica possibile. Il nostro punto, oggi, è la permeabilità della società italiana al regime di Putin. Una debolezza che rischia di danneggiare la nostra democrazia nelle fondamenta.


Decine di artisti russi sono regolarmente ospitati sui palcoscenici italiani, ma non hanno contribuito attivamente a sostenere Putin. Non c’è nessuna ragione etnica, è unicamente il ruolo politico di Abdrazakov a muovere il nostro dissenso


Ripetiamo: Abdrazakov può cantare dove vuole. Solo che le azioni portano conseguenze che devono far parte del curriculum di una persona. Sostenere attivamente un criminale di guerra ricercato, crediamo dovrebbe generare nel pubblico sdegno e repulsione. Dovrebbe inoltre chiudere le porte di istituzioni che, rette dal finanziamento pubblico di uno stato democratico e fondate su valori costituzionali, avrebbero il dovere di prendere le distanze da chi ha un ruolo centrale in un regime che compie crimini di guerra.


Indietro
  • Condividi