Un appello per l’Ucraina

La controffensiva ucraina e l’attentato al ponte di Kerch hanno dato nuovi argomenti a quella parte di elite italiana, politici giornalisti ed accademici soprattutto, che continua a rifiutare le responsabilità della guerra e vorrebbe scambiare la libertà degli ucraini con un appeasement salottiera e pelosa con il criminale di Mosca. Pace che peraltro non otterrebbe, perché le prove che Putin si fermerà solo quando la resistenza di Kiev sarà piegata sono numerose ed evidenti.

Nonostante i massacri di Bucha e Izyum, nonostante le fosse comuni, nonostante le camere di tortura, nonostante i continui bombardamenti sui civili da parte dei russi, a doversi fermare secondo costoro dovrebbe essere “il pazzo di Kiev”che interrompe il traffico di rifornimenti di armi su un ponte illegittimo costruito su territorio ucraino.
 

Contro questa narrazione distorta e disturbante abbiamo deciso di lanciare un appello alla società civile e alle associazioni di cittadini perché la richiesta di pace passi attraverso una netta individuazione delle responsabilità della guerra. La Russia di Putin è uno Stato terrorista e solo attraverso il riconoscimento di questa realtà storica si potrà arrivare ad una pace giusta. Non c’è pace senza verità, non c’è verità senza libertà.

L’appello è stato subito accolto da Marco Bentivogli di Base Italia ed è stato sottoscritto da altri cittadini.

Il 13 ottobre e nei giorni a seguire porteremo la nostra voce davanti all’ambasciata russa chiedendo, in questo modo, che sia la Russia a fermare la guerra. Il messaggio non sarà rivolto solo ai rappresentanti russi ma anche ai tanti, troppi, che in Italia continuano a raccontare una verità distorta.

Michele Boldrin, Costantino De Blasi

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