Trap e inquisizione padana

Tra le grandi proposte della Lega per migliorare il nostro Paese, vi è quella di limitare la diffusione della musica trap che, a loro dire, sarebbe una delle cause dell’illegalità e del crimine che dilagano nei nostri quartieri. Questo approccio semplicistico rischia di violare le libertà fondamentali e di non affrontare le vere cause dei problemi che pretende di risolvere.

Foto: Luis Quintero / Pexel

La musica è da sempre lo specchio di come i giovani vedono la società e la trap, come molti altri generi musicali controversi nel corso della storia, riflette i problemi sociali esistenti piuttosto che crearli. Censurare queste espressioni artistiche non farà scomparire i problemi sottostanti. Se guardiamo alla storia, tentativi di censura musicale (come quelli contro il rock'n'roll negli anni '50, il metal o il rap negli anni '90) si sono rivelati inefficaci e spesso controproducenti, aumentando la popolarità della musica "proibita".

La libertà d'espressione, inclusa quella artistica, è un pilastro fondamentale della democrazia. Che la politica creda di decidere quali forme d'arte sono accettabili e quali no, non solo dimostra che questi personaggi non capiscono il mondo in cui vivono, ma che credono di avere la facoltà di limitare la società, rendendola meno libera e creativa. Molti generi musicali inizialmente considerati controversi (jazz, punk, hip-hop) si sono poi rivelati importanti contributi culturali e valvole di sfogo a quel malessere che sarebbe potuto diventare altro. Lungi da me paragonare la trap al jazz, ma anch’essa potrebbe avere un valore culturale, dando voce a vissuti e prospettive altrimenti ignorate.

Voglio aggiungere che l’approccio educativo è molto più efficace di quello repressivo. Invece di censurarli, ci si dovrebbe concentrare sull'educare i giovani al pensiero critico che, a quanto pare, manca soprattutto a qualche politico. Ciò li renderebbe più resilienti alle eventauli influenze negative.

Famiglie e scuole hanno un ruolo cruciale in questo processo educativo. La Lega dovrebbe pensare a promuovere alternative positive e opportunità per i giovani, piuttosto che semplicemente vietare ciò che l’Alta Inquisizione Padana non reputa adeguato. Considerare la musica trap causa del fenomeno delle baby gang è estremamente semplicistico. Come al solito, certi politici cercano un capro espiatorio per nascondere la loro incapacità di gestire la cosa pubblica. Il problema delle baby gang ha radici profonde in fattori socioeconomici come povertà, mancanza di opportunità, disgregazione familiare e alienazione sociale. Incolpare la musica trap per questi problemi è un trucchetto che distoglie l'attenzione dalle vere cause e dalle possibili soluzioni.

L’eurodeputato Paolo Borchia, fautore della proposta, vorrebbe «limitare la diffusione e la promozione, da parte delle case discografiche», tutto ciò nell'era di internet! Gli andrebbe spiegato che, al giorno d’oggi, è praticamente impossibile impedire l'accesso a qualsiasi forma di contenuto. I giovani troveranno sempre modi per ascoltare la musica che desiderano. Inoltre, vietare qualcosa spesso la rende più attraente, creando un "effetto frutto proibito" che ne aumenterebbe la popolarità. Quelli della Lega, paladini del cristianesimo, dovrebbero conoscere la cara vecchia storia di una certa Eva e di una certa mela.

In conclusione, oltre a consigliare il celebre film “The Boat That Rocked” diretto da Richard Curtis all’eurodeputato in questione, gli consiglio anche di recuperarsi la live fatta proprio dalla redazione giovani di Liberi Oltre sulla musica trap. La censura della musica è la solita soluzione semplice a problemi complessi che non affronta le vere cause di ciò che si dice di voler combattere. Invece di reprimere le espressioni artistiche, sarebbe gradito che i politici si concentrassero nel cercare di dare un futuro ai giovani, soprattutto dando loro voce e non imbavagliandoli.

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