RENZI (MA NON SOLO) e ACCOUNTABILITY

Renzi, prima in Senato e poi come ospite durante la trasmissione Carta Bianca, riesce nell'incredibile impresa di continuare a rendersi ridicolo dicendo parole in generale condivisibili.

Vi ricordate di quando il nostro PDC Giuseppe Conte, in occasione della vicenda Open Arms nell’agosto del 2019, scrisse due lettere aperte contro Salvini per le quali ricevette un plauso generale?
Qui la sostanza non cambia, l’uomo è quello che è; gli uomini sono quelli che sono.

Renzi fa esattamente lo stesso: si trincera dietro parole validissime, per carità, ma se poi manchi di ogni forma di coerenza allora sei out o almeno dovresti esserlo. Certo, dal punto di vista pragmatico e magari anche un po’ cinico, si potrebbe dire che in fondo, in politica, un po’ di ipocrisia potrebbe essere accettabile.

Sinceramente invece, oggi, credo sia assolutamente indispensabile per tutti noi smettere di avvallare dal basso (fosse anche solo implicitamente) comportamenti simili che non lasciano spazio a validi processi di accountability di cui invece, mai come nel presente, il Paese ha un disperato bisogno.
Alla fine, tutte le situazioni che stiamo vivendo ora sono anche figlie di un’omertà caratterizzata da comportamenti da piede in “due scarpe” .

Coerenza prima di tutto e non dopo tutto; dovrebbe essere proprio questo il vero biglietto da visita di un politico e non le sue parole (che magari neanche scrive lui).
Non si possono giudicare le singole azioni separandole da quelle generali soprattutto se ci sentiamo di dover dare un giudizio sull’uomo politico.

Quest'ultimo si misura sulla distanza: come fu per Conte quando uscì con la sua lettera, anche per Renzi potremmo giudicare le sue parole un’azione positiva ma visti i precedenti il tutto non si può che perdere nel nulla del contesto generale.
In definitiva, se non possiamo credere che quanto scritto risponda nei fatti al reale pensiero dell’uomo allora tutto diventa una falsità e come tale perde di qualsiasi significato.

Non siamo di fronte ad uno scienziato che possiamo giudicare in base ad una sua scoperta infischiandocene dell’uomo; la politica è anche espressione umana, della persona, della propria etica e soprattutto della propria coerenza oltre che della propria capacità.

Gli auspici dei vari “Renzi” (sì perché sono moltissimi) valgono meno di zero con i loro presupposti, perdono di significato, non valgono il tempo speso per il fiato come non valevano, per Conte, la carta e l’inchiostro su cui fu scritta quella lettera.

Credo fermamente che sia un errore in politica separare gli aspetti umani ed etici di una persona dalle decisioni e dai singoli comportamenti estrapolandoli perfino dalla coerenza dimostrata.
I confini della credibilità di un politico non si definiscono attraverso le sue parole ma “quando” (e non “se”) sostenuto dal popolo; il “quando” rischia di essere o diventare solo populismo.

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