Orlok vs. Dracula: libertà creativa e diritto d'autore nel cinema

1922: esce in Germania il capolavoro dell’espressionismo gotico Nosferatu, realizzato senza pagare i diritti agli eredi di Bram Stoker, autore di Dracula. È l'inizio di una delle prime battaglie legali sul copyright della storia del Cinema, primo capitolo di una lotta più che centenaria tra libertà creativa e diritti di sfruttamento economici che continua ancora oggi.

Illustrazione elaborata da L. Allevi

L’articolo che state per leggere tratta del primo caso eclatante di violazione di copyright della storia del Cinema. Come ogni film contemporaneo che si rispetti, questo è solo il primo di una trilogia che ripercorre le principali tappe della lotta tra libertà creativa e diritto di copyright sul Grande Schermo, che prosegue fino ai giorni nostri. Buona visione, anzi, buona lettura. 
 

I. Un film non-morto

Italia, 2025. 
Debutta nelle sale cinematografiche Nosferatu, remake del regista Robert Eggers del precedente film di Werner Herzog Nosferatu il Vampiro, a sua volta rifacimento di Nosferatu, una sinfonia del Terrore, del maestro F. W. Murnau del 1922. Solo alcuni degli spettatori in sala sanno però che l'opera di Eggers, così come il Conte Orlok agli occhi attoniti delle sue germaniche prede di metà Ottocento, in base al diritto d’autore, non dovrebbe esistere.
 

II. Una sinfonia del Terrore (legale)

Serbia, 1916. Prima Guerra Mondiale.
Un contadino locale rivela ad Albin Grau, soldato tedesco con la passione per l’occulto, che suo padre è un vampiro e un non-morto. Da quel momento in poi, per Grau, realizzare un film sui vampiri diventa un’ossessione. (1)

Berlino, 1922. 
Esce nelle sale della Repubblica di Weimar Nosferatu, una sinfonia del Terrore, prodotto dalla Prana Films di Albin Grau. L’opera è un grande successo di pubblico, tra i primi esperimenti di film dell’Orrore nella storia della Settima Arte. Del resto il conte Orlok (il cui aspetto, simile ai ratti,  era stato plasmato dallo stesso Grau (2)), vampiro straniero giunto nella città di Wisborg per diffondere la Peste e cibarsi della bella Ellen, non poteva non colpire l’immaginario dei tedeschi coevi, da poco sconfitti dalle potenze dell’Intesa nel corso della Grande Guerra e colpiti duramente dalla pandemia di Spagnola del 1918-1920. Il problema è che molti dei personaggi del film e gran parte della trama (come il “trasloco” del Nosferatu dal castello alla città a bordo della nave Demetra) sono copiati dal romanzo Dracula (1897)di Bram Stoker; Si dice che Grau, non potendo permettersi di pagare i diritti agli eredi dello scrittore irlandese, nel frattempo morto nel 1912, abbia modificato apposta il film (cambiando la città da Londra a Wisborg e modificando i nomi dei personaggi, da inglesi a tedeschi), sicuro così di evitare una probabile futura causa legale. È più probabile che il produttore non si sia preoccupato affatto del problema, nella convinzione che un semplice “liberamente ispirato a…” -effettivamente presente nelle prime versioni della pellicola- inserito nei titoli di testa bastasse per evitare problemi. (3)

Florence Balcombe, vedova Stoker e manager dei diritti d’autore del marito scomparso, non è dello stesso parere.

Cornice della porta di Nosferatu usata in SpongeBob Squarepants. (fonte: Wikimedia Commons)

III. Dracula v. Orlok.

Berlino, a pochi giorni dall’uscita di Nosferatu.
Un avvocato tedesco, su mandato della British incorporated Society of Authors, presenta formale ricorso contro la Prana Films. (4)

Quali tutele legali ha la vedova Stoker? Per saperlo, è necessario fare un breve riassunto di cosa sia il diritto d’autore.Quest’ultimo ha un duplice contenuto: morale, ovvero, il diritto sempre garantito all’autore di un’opera dell’ingegno (sinonimo di creazione semplicemente artistica, distinta dai brevetti industriali) a vedersi riconosciuto il diritto alla paternità e originalità dell’opera stessa; (5) economico, ovvero il diritto di sfruttamento esclusivo dell’opera o di sue singole parti per un certo periodo di tempo. (6) Il copyright è parte del contenuto economico del diritto d’autore e consiste nel diritto di riprodurre e vendere la creazione artistica a proprie spese. (7) Quest’ultimo, tramite un apposito contratto di edizione, può essere trasferito dall’autore ad un editore (o produttore, in caso di un film o di una pièce teatrale) dietro compenso. Tutti coloro che, in violazione del contratto di edizione, riproducono e sfruttano economicamente un’opera dell’ingegno senza il permesso dell’autore o dell’editore, stanno violando il copyright e possono essere colpiti da un’azione di interdizione delle violazioni (conosciuta in ambito anglosassone come cease & desist order).

I firmatari della Convenzione di Berna per la protezione delle opere letterarie e artistiche. (fonte: Wikimedia Commons)

Nel 1922, sia la Gran Bretagna sia la Germania hanno sottoscritto la Convenzione di Berna per la protezione delle opere intellettuali ed artistiche del 1886, il cui articolo 7, alinea 1 recita: “La durata della protezione concessa dalla presente Convenzione comprende la vita dell'autore e un periodo di cinquanta anni dopo la sua morte”. Questo vuol dire che i diritti economici, compreso il copyright, delle opere di Bram Stoker sarebbero scaduti solo nel 1962, quarant’anni dopo. Florence Balcombe, dato che il diritto d’autore è protetto da tutti i firmatari della Convenzione in automatico, senza necessità del pagamento di speciali concessioni,(8) ha quindi diritto a chiedere il risarcimento danni alla Prana Films per plagio, poiché la trama del film è largamente copiata dal Dracula di Stoker ma senza che a questi ne sia riconosciuta la paternità, e per violazione del copyright, in quanto Grau non ha in alcun modo contattato la vedova Stoker per ottenere il permesso di sfruttare economicamente l’opera del defunto marito. L’intento della signora Stoker è evidentemente quello di tutelare le opere dello scrittore, all’epoca ancora non così noto come oggi, ricavandone al contempo denaro sufficiente per poter trascorrere serenamente la sua vecchiaia. Non è noto il contenuto del processo, durato sette anni; i faldoni sono stati probabilmente distrutti dal tritolo e dal fosforo incendiario degli Alleati nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Sappiamo, però, che il giudice tedesco dà ragione agli eredi dello scrittore irlandese e ordina che tutte le copie del film siano distrutte. Ma è troppo tardi: riproduzioni della pellicola sono già state realizzate e distribuite illegalmente fin negli Stati Uniti, i quali in quel momento non hanno ancora firmato la Convenzione di Berna (lo faranno solo nel 1988) e quindi possono disapplicare la sentenza del giudice di Berlino. Il Conte Orlok è dunque riuscito a sfuggire ai suoi persecutori. Di più, ha trovato il modo di prosperare. 
 

IV. Epilogo: una nuova (non-)vita.

Nonostante la Prana Films non sia riuscita a godere del successo planetario del primo film dell’Orrore, in quanto fallita nel corso della battaglia legale contro Florence Stoker, la sua unica creatura ha dimostrato al mondo delle produzioni hollywoodiane la fattibilità economica di una simile operazione commerciale. Nel 1931, a soli due anni dalla fine del processo a Nosferatu, la Universal Pictures compra i diritti cinematografici di Dracula per 40.000 $ (circa 584.000 $ attuali), consacrando definitivamente sul grande schermo il non-morto transilvano. Ma il nuovo adattamento non rinnega il precedente: alcune scene, infatti (ad esempio una in cui un personaggio si ferisce di fronte al vampiro, suscitando la sua “sete”), sono assenti nel romanzo del 1897 ma presenti nel film del 1922. Nessun successivo film sui vampiri, da quelli della britannica Hammer degli anni ‘50, al Dracula di Coppola, ai vampiri tex-mex di Dal Tramonto all’Alba, ha mancato di omaggiare in un modo o in un altro il capolavoro di Murnau, il quale del resto è stato poi fino ad oggi riadattato per ben due volte. E così, un mostro cinematografico, nato in un’epoca segnata dalla guerra e dalla pandemia, è tornato a inquietare i nostri sonni, a più di cento anni dalla sua supposta “morte”. In barba al copyright e alle sentenze.

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