“Le Linee guida, ai sensi di quanto previsto dall’articolo 1 della Legge, mirano innanzitutto a favorire e sviluppare nelle istituzioni scolastiche la conoscenza della Costituzione italiana – riconoscendola non solo come norma cardine del nostro ordinamento, ma anche come riferimento prioritario per identificare valori, diritti, doveri, compiti, comportamenti personali e istituzionali finalizzati a promuovere il pieno sviluppo della persona e la partecipazione di tutti i cittadini all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese – nonché delle istituzioni dell’Unione Europea. La conoscenza della Costituzione – nelle sue dimensioni storiche, giuridiche, valoriali – rappresenta il fondamento del curricolo di educazione civica.” (da “Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica”)
Le linee guida a firma del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, si rifanno alla Legge 20 agosto 2019, n.92[1], che ha introdotto l’insegnamento dell’educazione civica ed ha previsto appunto la redazione di specifiche linee guida, dettate in prima battuta dal Decreto ministeriale 22 giugno 2020, n.35 [2].
L’attuale Ministro ha adottato le nuove linee guida, oggetto di questa disamina, con Decreto ministeriale n.183 del 7 settembre 2024 [3].
Andando per ordine, il primo punto su cui si concentra la normativa è l'importanza della nostra carta costituzionale, da cui il Ministro parte per sottolineare la centralità dell’individuo come cardine intorno al quale costruire un curriculum che ne valorizzi i compiti all’interno della compagine sociale.
Il singolo è perciò titolare di diritti ma anche di doveri, è responsabile delle proprie azioni ed contribuisce, attraverso la propria realizzazione in quanto cittadino, a quella della società nel suo complesso.
In questo senso le linee guida, che dovranno essere messe a terra attraverso una serie di attività trasversali al curriculum scolastico in un monte ore annuo non inferiore alle 33 ore, pongono subito l’accento su come i principi fondamentali della Costituzione siano il mezzo attraverso il quale si può concretizzare la piena integrazione nel paese degli alunni di origine straniera e più in generale l'integrazione di ciascuno studente all'interno dell’Unione Europea e del consesso internazionale nella sua globalità.
I punti salienti messi in evidenza dalla normativa sono:
Uno degli aspetti su cui le linee guida puntano è la trasversalità dell’insegnamento dell’educazione civica. Nel documento si legge che “Il Collegio dei Docenti e le sue articolazioni, nonché i team docenti ed i consigli di classe, nella predisposizione del curricolo e nella sua pianificazione organizzativa, individuano le conoscenze e le abilità necessarie a perseguire i traguardi di competenza fissati dalle Linee Guida, attingendo anche dagli obiettivi specifici in esse contenuti.” In questo senso i singoli istituti sono chiamati a predisporre attività che, coerentemente con i contenuti specifici di ogni disciplina e trasversalmente a ognuna di esse, si richiamino ai concetti chiave descritti nel documento in oggetto in modo da rendere i contenuti coerenti con i temi trattati quotidianamente dai singoli docenti.
La sezione dedicata alle indicazioni metodologiche merita particolare attenzione.
All’interno delle linee guida si fa riferimento all’ambiente scolastico come ad un ambiente integrato in cui spazi, docenti e alunni collaborano in un’ottica laboratoriale al fine di trasformare le aule in veri e propri spazi di convivenza civile.
Si deve per questo privilegiare un approccio che ponga al centro il lavoro cooperativo, la progettualità, la consapevolezza attiva dei processi di apprendimento da parte degli alunni, indipendentemente dai contenuti veicolati, in modo da trasformare la scuola in un vero e proprio spazio civico in quanto tale, che vada al di là della memorizzazione dei principi contenuti nella carta costituzionale, che vanno vissuti ed interiorizzati nella pratica quotidiana.
Nello specifico si legge che “le visite e le uscite sul territorio, le attività di cura e di responsabilità come il service learning, i progetti orientati al servizio nella comunità, alla salvaguardia dell’ambiente e delle risorse, alla cura del patrimonio artistico, culturale, paesaggistico, gli approcci sperimentali nelle scienze sono tutte attività concrete, da inserire organicamente nel curricolo, che possono permettere agli studenti non solo di “applicare” conoscenze e abilità, ma anche di costruirne di nuove e di sviluppare competenze.”
L’insegnamento dell’educazione civica, nel primo ciclo d’istruzione, è affidato in contitolarità ai docenti di classe in base al curriculum dell’area di insegnamento utilizzando anche l’organico dell’autonomia. Nel secondo ciclo d’istruzione il ruolo di coordinatore è affidato ad un docente di discipline giuridico-economiche, se presente, a più docenti “competenti per i diversi obiettivi/risultati di apprendimento condivisi in sede di programmazione dai rispettivi Consigli di classe”, se invece non presente il succitato docente di discipline giuridico-economiche.
In ogni caso i contenuti dell’insegnamento dovranno essere condivisi trasversalmente da più docenti curricolari ciascuno secondo i contenuti specifici delle proprie discipline in armonia con gli argomenti inseriti nelle linee guida.
È prevista la possibilità di assegnare una quota oraria settimanale specifica dedicata a uno o più contenuti delineati dal Ministero.
Coerentemente con quanto previsto dal PTOF (Piano Triennale dell’Offerta Formativa) di ciascun istituto, la valutazione delle competenze acquisite dovrà essere valutata trasversalmente dai docenti coinvolti nell’insegnamento dell’educazione civica, che sono invitati a una costante osservazione dei progressi degli alunni attraverso strumenti condivisi quali griglie di osservazione e rubriche, al fine di arrivare a una decisione valutativa realmente collegiale.
I contenuti legati all’insegnamento dell’educazione civica andranno proposti sin dalle prime fasi dell’insegnamento, quelle della scuola dell’infanzia, fino alle fasi conclusive, quelle del secondo ciclo di istruzione.
Lo scopo è educare gli alunni alla consapevolezza di sé e degli altri fin da piccoli per arrivare gradatamente alla comprensione del concetto di comunità, a partire da quella scolastica per arrivare a quella nazionale e sovranazionale nel rispetto dei diritti e dei doveri cui ciascuno è chiamato a partecipare. A questo scopo si richiede la graduale conoscenza della struttura dello stato attraverso i suoi organi competenti e componenti a partire dal Comune fino ad arrivare alla Comunità Europea, ma si chiede anche di approfondire “le principali realtà economiche del territorio e le formazioni sociali e politiche, le forme di regolamentazione e di partecipazione (Partiti, Sindacati, Associazioni, organismi del terzo settore…)”.
Per la prima volta si pone l'accento sul concetto di patria, inserito nel curriculum della scuola primaria.
Infine: “I traguardi per lo sviluppo delle competenze e gli obiettivi di apprendimento delineano i risultati attesi in termini di competenze rispetto alle finalità e alle previsioni della Legge e sono raggruppati tenendo a riferimento i tre nuclei concettuali: Costituzione, Sviluppo economico e sostenibilità, Cittadinanza digitale” si legge nel documento ministeriale.
Le linee guida approvate dal Ministro contengono riflessioni di ampio respiro che, se applicate gradualmente ed in un contesto collaborativo, possono portare a una maggiore consapevolezza del ruolo di ciascuno di noi all’interno della società in cui viviamo.
Lo sforzo richiesto agli istituti scolastici non è poca cosa e richiede un investimento notevole in termini di risorse e di competenze sia a livello scolastico sia a livello extrascolastico con particolare riferimento alle proposte territoriali. A tal proposito la speranza di chi scrive è che il Ministero possa allocare le giuste risorse per una proposta tanto ambiziosa.
Quello che appare d’altro canto peculiare e che caratterizza il decreto da un punto di vista squisitamente politico è la sottolineatura del concetto di Patria, uno dei vessilli della campagna elettorale dell’attuale compagine governativa e che, se non sembra aggiungere molto a livello pratico, molto dice a livello ideologico.