Allora vediamo con un po' di dati come funziona questo inferno neoliberista chiamato Italia.
Prima di tutto però una risposta alla domanda che ho posto ieri: cos'è il neoliberismo?
Al di là delle supercazzole, abbondanti nel dibattito pubblico sul tema, la definizione più efficace che ho letto è quella del prof. Luciano Gallino: "[società] governata da razionalismo economico e strumentale".
Mi domando se il razionalismo possa avere connotazione negativa.
Vediamo ora i numeri:
La spesa pubblica, secondo il bilancio di previsione assestato, è nel 2022 pari a 1.097 miliardi, il 57,1% del PIL. Negli anni passati la spesa su PIL è sempre stata intorno al 50%
Poi c'è SACE, trasferita da CDP al MEF, presente in tutte le maggiori iniziative italiane all'estero. Da SACE dipende anche Invitalia che finanzia ricerca, operazioni di investimento, gestione di crisi ecc.
Invitalia vuol dire, tra gli altri, MCC ovvero Banca per il Mezzogiorno SpA che partecipa alle attività produttive con il rilascio di controgaranzie del credito a soggetti privati.Tutti questi enti, più quelli delle oltre 8.000 partecipate locali, hanno governance politica.
La scuola è quasi interamente in mano al settore pubblico con 40749 istituti pubblici e 12564 paritarie su un tot di 66181 La sanità è pubblica e universale (sebbene sia, diciamo, migliorabile) e costa 125 miliardi l'anno.
E' pressoché tutto pubblico il sistema pensionistico e anche quando gestito da casse private regolamenti, prestazioni e contributi sono decisi dalla legge. INPS, che eroga 354 miliardi di prestazioni, non starebbe in piedi senza 144 miliardi di trasferimenti dallo Stato
A quelli che il liberismo è Pinochet e i Chicago Boys, ricordo che gli attivi dei fondi pensione (privati) mettono l'Italia al 24° posto fra i paesi OCSE
La tv pubblica, tramite la controllata SIPRA raccoglie il 20% del mercato pubblicitario televisivo. In più, ca va sans dire, raccoglie il canone e il management è scelto dalla politica. Lo Stato finanzia anche l'editoria (35 milioni) e numerose attività minori.
Nel trasporto passeggeri è pubblica Trenitalia, che riceve tra l'altro trasferimenti nell'ordine dei 4 miliardi l'anno, ed è pubblica l'infrastruttura. Dopo la vicenda Ponte Morandi è tornata in mano pubblica gran parte della rete autostradale ed è pubblica tutta la rete ANAS. Sono pubbliche quasi tutte le reti di trasporto pubblico locale che ricevono gli incarichi con affidamento diretto e senza gara. Sono pubblici gran parte dei servizi amministrativi e tutti quelli anagrafici.
Poi c'è Alitalia/ITA. Una triste vicenda pluriennale di spreco di risorse, costata al contribuente finora più di 13 miliardi in cambio del misero 8% del trasporto aereo da e per l'Italia.
Sul fonte europeo le cose non vanno diversamente. il Bilancio 2023 UE è di 186,6 miliardi e quello pluriennale vale 1.700 miliardi. Nel framework del bilancio UE c'è naturalmente il PNRR che vale 191,5 miliardi di spesa in 6 anni.
Nelle fasi di crisi, ad esempio il covid, è stato sospeso il divieto di aiuti di Stato e tutti i Paesi ne hanno approfittato. Massicci interventi pubblici sono stati fatti in tutti i settori produttivi.
Infine ci sono le authorities. Consob, Banca d'Italia sono le più note ma ci sono, mal contate, altre 14 commissioni e garanti che regolano, vigilano e sanzionano sui più disparati aspetti della vita quotidiana. Questo è a grandi linee il panorama neo-ordo-turboliberista che qualcuno vorrebbe combattere perché ha prodotto ingiustizie e favorito disuguaglianze. Ma se questo neoliberismo di Stato ha prodotto tali sciagure, forse la definizione di Gallino non trova in Italia giustificazione.
Il razionalismo economico e strumentale vorrebbe tutt'altro: efficiente allocazione delle risorse, pari opportunità per tutti, libertà civili ed economiche, regolamentazione della concorrenza e tutela dalle posizioni dominanti.
Il contrario di ciò che avviene.
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