Attacco a Toropets: droni colpiscono un arsenale missilistico

Nella notte tra il 17 e il 18 settembre 2024, un attacco di droni ha colpito la città di Toropets, nella regione di Tver (Federazione Russa), provocando esplosioni e incendi. Le testimonianze degli abitanti locali svelano la realtà nascosta dalla propaganda del Cremlino

Esplosione a Toropets, fotogramma video, Sky Tg24

Secondo fonti dell’SBU (Servizio di Sicurezza dell’Ucraina), l’obiettivo dell’attacco è stato un grande arsenale contenente missili e munizioni. Le autorità della Federazione Russa hanno ordinato l’evacuazione parziale degli abitanti, ma non hanno confermato ufficialmente l’esplosione nell’arsenale, limitandosi a riferire che i “detriti di un drone” avrebbero causato l’incendio. Questo tipo di risposta riflette una tendenza da parte delle autorità russe a minimizzare o a non confermare le perdite militari a seguito degli attacchi di droni ucraini.

Secondo i canali Telegram e le testimonianze locali, l’esplosione è stata molto più potente di quanto suggerito dai rapporti ufficiali, probabilmente causata dalla detonazione di munizioni. Toropets, che ospita un arsenale per lo stoccaggio complesso di missili e materiali esplosivi, rappresenta una risorsa strategica per l’esercito della Federazione Russa. Questo arsenale era stato costruito nell’ambito di un programma del Ministero della Difesa avviato nel 2012, destinato a migliorare la sicurezza dello stoccaggio delle armi ed a prevenire incidenti. Tuttavia, i blogger militari russi hanno denunciato che parte delle munizioni fosse immagazzinata all’aperto, rendendola facilmente individuabile ed attaccabile dai droni ucraini.

Un abitante di Toropets ha condiviso una testimonianza che riflette una realtà amara:

“Toropets è stata appena ristrutturata in occasione del 950º anniversario della città. Stavamo aspettando Putin per l’evento, ma i festeggiamenti sono stati posticipati più volte. Molte persone di Toropets sono partite per la guerra in Ucraina per soldi. Il cimitero della città era pieno di bandiere. Ora, nella zona del cimitero, tutto brucia e non restano che rovine.”

Questa testimonianza evidenzia ancora una volta come la guerra abbia un impatto diretto sulle vite degli abitanti, molti dei quali si arruolano per sfuggire alla povertà ed alla mancanza di opportunità economiche.

La guerra, che in Occidente molti ritengono iniziata a febbraio del 2022, è in realtà una guerra preparata da moltissimo tempo e ha radici troppo profonde per essere sradicata facilmente.

La costruzione dell’arsenale militare di Toropets nel 2012 ed i fondi ingenti spesi per la sua realizzazione (3,6 miliardi di rubli) dimostrano che la guerra era stata pianificata da tempo. Nel frattempo, in Occidente si è consolidata una narrazione propagandistica anti-ucraina e contro la democrazia, mentre all’interno della Federazione Russa è stata alimentata una propaganda anti-occidentale, integrata in una politica economica interna. La miseria degli abitanti della Federazione Russa, spesso celata dietro l’immagine di una nazione ricca e potente, è una realtà ereditata dall’Unione Sovietica. Durante l’era sovietica, l’estrema povertà conviveva con l’orgoglio per la potenza militare, e sin dalla giovanissima età i cittadini venivano educati ad essere pronti a sacrificarsi nelle guerre, chiamando questo sacrificio “il dovere internazionale.”

Oggi, questo schema si ripete: la mancanza di opportunità economiche spinge molti abitanti delle regioni più povere della Federazione Russa ad arruolarsi nell’esercito, vedendo nella guerra un modo per guadagnare denaro. Chiudendo gli occhi sulle questioni morali ed etiche, molti accettano la violenza e l’idea che gli ucraini siano nemici, ma soprattutto esseri inferiori, celebrando i soldati russi come eroi nazionali.

Toropets, Oblast' di Tver'

Tuttavia, per la Federazione Russa, la guerra non è solo uno strumento di potere geopolitico. È anche un meccanismo attraverso il quale il regime cerca di mantenere il controllo interno, sfruttando il conflitto per consolidare alleanze con altri regimi autoritari, sia all’interno della Federazione (come nel caso di Kadyrov), sia all’estero con alleanze ancora più pericolose, come con Iran, Cina ed Eritrea. Mentre l’Occidente continua a tollerare la presenza della Federazione Russa come membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, il Cremlino alimenta un vortice di guerra senza fine, promuovendo alleanze strategiche con altre potenze e perpetuando un ciclo di violenza che non solo tiene bloccate le risorse del paese in uno stato di conflitto permanente, ma costringe anche il mondo ad accettare questa situazione come la nuova realtà per il futuro.



Tetyana Bezruchenko

Attivista per i diritti umani e mediatrice linguistico culturale, co-fondatrice centro culturale Wikiraine

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