OltreFrequenze | 7 Hz

28/02/25 - 13/03/25
Pubblicato il | di G. Solari

Probabilmente le due settimane qualitativamente più dense ad oggi. Folgorato dall’esordio di un croccante ensemble di ragazzacci atterrati nel bel mezzo della scena direttamente dalla Cordigliera delle Ande. Non particolarmente convinto della svolta dei BDRMM, rapito dal rumore degli Asino e un pò deluso dai nuovi dischi di Monde UFO, Lust For Youth, serpentwithfeet e The Men.

tryin to be born

di Emile Mosseri
Uscita: 28/02/2025 | Genere: Indie-Folk  

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C’è un senso di rinnovamento e di riscoperta che pervade tryin to be born, il secondo album solista di Emile Mosseri. Già noto per le sue composizioni cinematografiche e per i suoi lavori con The Dig, Mosseri abbraccia qui una dimensione ancora più intima, spogliandosi di qualsiasi orpello per lasciar parlare la pura essenza melodica e in qualche modo drammaticamente sentimentale.

Registrato dal vivo su nastro con una band selezionata con cura (tra i vari, Meg Duffy (Hand Habits), Dougie Stu e Kosta Galanopolous) il disco si avvicina a quella sensibilità lo-fi che ha reso album come Hardy Boys (progetto in coppia con Sam Gendel) piccoli gioielli di minimalismo emotivo. Ogni traccia è permeata da un calore analogico, con arrangiamenti essenziali che esaltano la fragilità della voce di Mosseri, la quale sembra quasi sospesa tra l’eco di Elliott Smith e la delicatezza pop di Paul McCartney nei suoi momenti più raccolti.

Brani come don’t fall Back so easily e not going anywhere esprimono una vulnerabilità disarmante, mentre la produzione di Bobby Krlic (The Haxan Cloak) aggiunge profondità ed echi di esperimento, senza mai tradire la semplicità del progetto. Mosseri non cerca l'effetto sorpresa, ma piuttosto un dialogo sincero con l’ascoltatore, esplorando il bisogno di rinnovarsi, di cercare un nuovo punto di partenza. Un disco che, come suggerisce il titolo, è una stentata rinascita per chiunque decida di donarsi. Il giorno che è uscito questo album ne ho conosciuto l’incarnazione: frangia scomposta, occhi di un colore mai visto e una disperata voglia di dannare chiunque la desiderasse. A circa tre settimane di distanza, in qualche modo, sono ancora bloccato in quella stanza che sembra esistere solo grazie a tryin to be born.


Soft Spot

di Honningbarna
Uscita: 28/02/2025 | Genere: Punk-Rock / Post-Punk

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Se c’è una cosa che gli Honningbarna non hanno mai fatto è rallentare. E Soft Spot non fa eccezione. L’album è un altro pugno in faccia di chitarre abrasive, batterie che esplodono e un’energia viscerale che li ha resi uno dei gruppi punk più interessanti della Scandinavia. Ma questa volta il suono si apre a nuove sfumature; meno istinto cieco, più controllo, più costruzione. Non per questo la furia si spegne, semplicemente si fa più intelligente.

Se la loro attitudine rimane aggressiva e frenetica, come una versione nordica dei Refused o dei Metz, nonché un’incarnazione più cruda degli iceage, c’è anche spazio per aperture emotive che li avvicinano al post-punk più articolato, più vicino a loro pezzi passati quali Åh Bliss. Brani come Schäfer e MP5 si muovono invece su coordinate sonore incendiarie e più vicine a quel post-hardcore alla At the Drive-In.

L’album mantiene il suo cuore anarchico e viscerale, ma al tempo stesso dimostra una maturità artistica che li spinge oltre il semplice rumore. Con Soft Spot, gli Honningbarna dimostrano di non essere solo una band da moshpit, ma di avere una pelle tale da costruire un suono che trascende il punk più immediato, abbracciando elementi post-hardcore e alternative senza perdere un grammo della loro urgenza espressiva. È il disco di una band che non ha paura di crescere, senza smettere di essere se stessa.


Sinister Grift

di Panda Bear
Uscita: 28/02/2025 | Genere: Electronic / Experimental-Pop

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Panda Bear, al secolo Noah Lennox, ha sempre avuto la capacità di costruire universi sonori unici. Con Sinister Grift, il suo viaggio musicale assume toni più luminosi e accessibili, muovendosi tra influenze reggae, pop psichedelico e melodie avvolgenti. Se Person Pitch e Buoys avevano già esplorato territori sperimentali, qui l'approccio è più diretto e melodico, quasi solare. L'album si apre con Praise, caratterizzato da ritmi rilassati e armonie vocali che richiamano le atmosfere calde e accoglienti dei Beach Boys. Poi arrivano tracce come 50mg, in grado di incorporare saggiamente elementi reggae sottili (King Tubby!!!), mostrando la capacità di Lennox di fondere generi diversi mantenendo una coerenza stilistica. Poi vabbè, l’epilogo, il riff inconfondibile di Cindy Lee e io sto bene.

Il filo conduttore dell'album è la semplicità e l'accessibilità. Ogni traccia si sviluppa in modo organico, con strutture chiare che immergono l'ascoltatore in un viaggio musicale piacevole e coinvolgente. Un Panda Bear in stato di grazia, che dimostra ancora una volta di essere uno degli innovatori più imprevedibili della musica contemporanea.​


Luminescent Creatures

di Ichiko Aoba
Uscita: 28/02/2025 | Genere: Ambient-Folk / Dream-Pop / Acoustic

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Un’artista fuori da ogni concezione canonica del tempo. La sua voce sussurrata e la chitarra acustica diventano un veicolo illuminato da fiamme celesti, le cui melodie si dissolvono come nebbia all’alba. Luminiscent Creatures richiama il mondo sonoro di Windswept Adan, ma con una maggiore enfasi sulle ambientazioni cinematografiche, dove ogni brano sembra narrare di un film che nel 1924 devono ancora musicare. Qua e là viene evocato saggiamente il minimalismo di Haruomi Hosono mentre la sua maestria nel combinare elementi di folk giapponese con influenze dream pop la avvicina a figure come Joanna Newsom e Nick Drake, dotata di un’estetica ancora più rarefatta e onirica. 

​Con la sua ottava opera in studio e ispirata dalle sue immersioni nell'arcipelago delle Ryukyu e dall'osservazione delle creature marine bioluminescenti, Aoba crea paesaggi sonori che catturano l'essenza incantata della natura e la sua interconnessione.


Nothing

di DARKSIDE
Uscita: 28/02/2025 | Genere: Electronic / Experimental / Psychedelic

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I DARKSIDE hanno sempre sfidato le definizioni di genere e con Nothing, loro terzo nonché, senza troppi indugi, migliore album, il progetto si espande ulteriormente con l’integrazione del batterista Tlacael Esparza, proseguendo nell’esplorare territori sonori al confine tra elettronica, rock psichedelico e ambient. Psychic era già un album notturno e sensuale però qua il mood si fa ancora più introspettivo e minimale. Non so cosa dire ma ci ho sentito “the King of rock’n roll”, sua maestà Elvis, in preda ad un trip di ayahuasca e melatonina. Nei tre pezzi finali (rispettivamente Hell Suite Pt. I, Hell Suite Pt. II e Sin El Sol No Hay Nada) la voce baritonale di Jaar si intreccia con una sezione ritmica frenetica, evocando un senso di inquietudine e urgenza e rispecchiando perfettamente la deriva faustiana di questo viaggio designato alla perfezione da due fenomeni di nome Nicolas Jaar e Dave Harrington. Qua la presenza di Esparza alla batteria aggiunge una dimensione organica al suono del gruppo, creando una tensione dinamica tra l'elettronica e l'esecuzione dal vivo. 

Rispetto ai lavori precedenti, c’è una maggiore libertà espressiva e i pezzi si dilatano nel tempo, con improvvisazioni che ricordano la scuola del krautrock. Usando aggettivi “faustiani” in precedenza, qua gli stessi Faust sbucano a più riprese, così come altri loro colleghi di reparto quali Can e Neu!, il tutto filtrato dal prisma dell’elettronica contemporanea. 

L'album si apre con SLAU, una traccia che stabilisce subito le regole del gioco attraverso un ritmo lento e avvolgente che richiama le influenze dub di Linton Kwesi Johnson, volendo di quel capolavoro di Bedouin Sound Clash, sicuramente di King Tubby (sì di nuovo, tocca dedicargli il numero di OltreFrequenze). Inoltre in S.N.C. vengono introdotti elementi funk, con un clavinet dalle parti di Stevie Wonder, mentre Are You Tired? (Keep On Singing) sorprende con una jam in stile Grateful Dead, dimostrando la versatilità del trio.


City Of Clowns

di Marie Davidson
Uscita: 28/02/2025 | Genere: Electronic

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Nota per la sua capacità di fondere introspezione e ritmi da club, Marie Davidson crea combinazioni estetiche e sonore che sfidano le convenzioni della musica elettronica. Con City of Clowns, il suo sesto album in studio, l'artista canadese collabora con i Soulwax e Pierre Guerineau per offrire una critica tagliente al “capitalismo della sorveglianza”, direttamente ispirata dal libro The Age of Surveillance Capitalism di Shoshana Zuboff. 

L'album si apre con Validations Weight, dove una voce filtrata recita testi che riflettono appunto sulla perdita di libertà nell'era digitale. Demolition e Push Me Fuckhead utilizzano ritmi serrati e martellanti, sintetizzatori squillanti da distopia fantascientifica, fondamentalmente proponendo l’immaginario di un'eroina che affronta un mondo dominato dalla tecnologia.

Davidson mantiene in tutti e 48 i minuti un tono ironico e provocatorio, sfidando l'ascoltatore a riflettere sul proprio ruolo in una società sempre oggettivamente più monitorata. Opera tanto accattivante quanto riflessiva e affascinante.


Natura/Morta

di Asino
Uscita: 28/02/2025 | Genere: Experimental / Industrial / Noise-Rock

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In questo disco c’è tutto quello che cerco in un album, specialmente se proveniente da un paese i cui mezzi di diffusione artistica sono a dir poco intasati da una concezione di qualità e giudizio meramente collegata ai numeri e a chi riempie prima San Siro. Irriverenza, indiscutibile maestria nel maneggiare e rendersi conto dell’infiammabilità dei liquidi trasportati, portentosa freschezza sia sul versante industrial/noise che su quello più “rockettaro” diciamo. Quello che fa questo duo di marmorea essenza, direttamente dalla toscana di Massa e di Carrara, è tanto ricercato quanto volutamente ironizzante. Ho percepito una premura nel manifestare il disagio dell’”Era Post-Covid”, un disco che volutamente abbraccia un rumore più schietto, il riverbero e il tremare, rispetto ai tre album precedenti. Siamo diventati nature morte, in balia di un disagio provinciale che contorna un nazionalismo misero e riflesso di un’intrinseca decadenza. I motivetti di Campari 1312/La Sagra di Satana e Dino/Sauro esprimono alla perfezione lo sbeffeggiare l’ingenuità assimilata al rumore di una nave che affonda. Questo paese è appeso ad un filo e che non siano forse questi scossoni a poterlo salvare. Fissavo a terra e ho trovato fossili e funghi, cosa ve lo dico a fare. Meraviglia.


Doctor Dark

di The Residents
Uscita: 28/02/2025 | Genere: Experimental

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Senza scrupoli e senza filtro. Esattamente come la carriera di questi geni radicali. Un album molto difficile da digerire ma dotato di una compostezza di fronte allo screpolarsi delle architetture sociali da catapultarmi ai piedi di un recente parallelo cinematografico, ovvero l’ultimo capolavoro di Francis Ford Coppola, Megalopolis.

 


La Brea

di Hesse Kassel
Uscita: 01/03/2025 | Genere: Post-Rock / Noise-Rock

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  1. Vi devo chiedere un favore. Interrompete qua la lettura e volate ad ascoltare questo monolite. Una volta tornati, quello che ho da dirvi è che questo sextet proveniente da Santiago del Cile mi ha tirato uno di quegli schiaffi che non si scordano. Una cinquina d’esordio condita da territori sonori affini a Godspeed You! Black Emperor e Swans. 80 minuti di catarsi. In apertura un microcosmo, Postparto; chitarre intrecciate da riff discordanti, con Renatto Olivares, frontman della band, che alterna vocalizzi frenetici a linee di sassofono noir. E non c’è barriera linguistica che tenga, muro che regga, l’intento è chiaro. La lingua universale dello smuovere, della rivoluzione. Di lì in poi una sinergia che ricorda i primi Black Country, New Road. I due brani in chiusura, A. Latur e Yo La Tengo collaudano una perizia post-hardcore e una potenza sonora tale da evocare l'energia di gruppi come Shellac e Lightning Bolt. E non è neanche solo questo perchè Anova, Americana e Moussa danno vita ad epifanie di pura bellezza, con vocalizzi corali, landscape e tempeste sonore. Non ho dubbi, siamo davanti ad uno dei migliori album dell’anno.

All In The Game

di Moreish Idols
Uscita: 07/03/2025 | Genere: Post-Punk / Art-Rock / Alternative-Rock

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E se a tratti rischia di scivolare in quella che definirei la wave britannica del momento, questo quintetto londinese non sembra arrendersi alla prima e derivativa soluzione. Un debutto che fonde influenze di band iconiche come Pavement e Sonic Youth con un tocco contemporaneo. Prodotto da Dan Carey e pubblicato dalla Speedy Wunderground, il disco esplora temi esistenziali, memoria e malattia, offrendo una prospettiva fresca sulla scena indie rock londinese. Slouch riporta ad un approccio sulle orme di complessi come Beta Band e Radiohead, ACID è già dritto dritto tra i singoli dell’anno mentre brani come Railway e Pale Blue Dot mostrano la capacità della band di mescolare ritmi math-rock con melodie accattivanti. La produzione di Carey aggiunge profondità e coesione all'album, con sperimentazioni sonore che mantengono l'ascoltatore coinvolto dall'inizio alla fine. Lp d’esordio di una band UK che ha talento da vendere. 


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