Raid israeliano a Gaza. Tra diplomazia e il rischio escalation, con E. Brogi - Rassegna del 27/10/23

di Redazione Ucraina

Punto Stampa a Cura di: Tommaso Leva, Aurelio Iacono, Franz Forti
Revisione a cura di: Marco Todisco

Conducono: Barbara Marzialetti, Franz Forti

 

Ospite

Emiliano Brogi: "La diplomazia e il rischio escalation" - La dialettica tra USA e Israele, il ruolo del Qatar,  il mancato ruolo di Erdogan e i messaggi dell'Iran".

 

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Argomenti principali della giornata: Gli israeliani cominciano una limitata incursione lungo la costa di Gaza. la Russia raddoppia i suoi sforzi per catturare Avdiivka. L’Intelligence inglese conferma che la Russia abbia ricevuto munizioni dalla Nord Corea. La Slovacchia interrompe gli aiuti militari all’Ucraina. La BCE mantiene i tassi invariati. Il PIL degli USA è cresciuto ad un tasso annualizzato del 4,9% nel terzo trimestre. Il governo del Nicaragua sta usando la minaccia migratoria come arma di politica estera nei confronti degli USA. Le forze paramilitari RSF del Sudan hanno preso il controllo della seconda città più grande del paese. L’Armenia si impegna a stilare un accordo di pace con l’Azerbaijan.

 

Israele

Tel Aviv sembra aver iniziato una nuova fase del conflitto, lanciando un limitato ma sostanziale raid terrestre lungo la costa di Gaza, condotto con l’ausilio della fanteria, sostenuta da almeno una dozzina di carri armati, e di bulldozer blindati: attacco potenzialmente prodromico ad un’invasione, evocata ulteriormente dal premier Netanyahu, seppur senza un preciso riferimento temporale.

L’operazione si è inoltrata per un chilometro nel territorio di Gaza e ha avuto l’obiettivo di individuare il sistema di tunnel di Hamas e di testare le capacitĂ  di risposta del gruppo terroristico, soprattutto da parte delle unitĂ  che sarebbero dotate di missili guidati anti-carro Kornet, grande preoccupazione per Israele. 

Da entrambi gli schieramenti giungono prospettive di escalation del conflitto, mentre secondo la bozza finale di un testo in procinto di essere approvato, il Consiglio Europeo, che raccoglie i leader dei 27 Stati-membri, chiede la creazione di corridoi umanitari e la previsione di tregue a tal fine a favore dei civili palestinesi; il Consiglio di Sicurezza ONU risulta invece paralizzato per i contrasti tra Stati Uniti e Russia.

In ogni caso la situazione nella striscia rimane molto critica: 1,4 milioni di persone sono sfollate dal 7 ottobre e le consegne di aiuti risultano assolutamente insufficienti: proprio a causa della penuria di carburante, dovuta anche all’opposizione di Tel Aviv, la principale agenzia dell’ONU in loco, l’UNRWA, che fornisce rifugio agli sfollati e aiuti umanitari e nel 2021/22 ha garantito l’istruzione per 300.000 studenti, ha annunciato che entro un giorno sarà incapace di operare.

Da sottolineare che il carburante è il bene cosiddetto dual use per antonomasia, risultando vitale per la conduzione delle ostilità da parte di Hamas, ma essendo altrettanto importante per i bisogni della popolazione civile, tra cui la distribuzione degli aiuti tramite camion e l’operatività degli impianti di desalinizzazione, che garantiscono acqua salubre e potabile.

Ucraina

In quella che sembra una replica della sua campagna lunga e costosa per catturare Bakhmut, la Russia sta raddoppiando i suoi sforzi per catturare Avdiivka, un’altra città in prima linea vicina alla capitale della provincia di Donetsk, in mano ai russi. Avdiivka, che è stata completamente abbandonata dai suoi trentamila abitanti, è di ridotto valore strategico, ma ha acquisito una valenza simbolica. Le forze armate russe hanno fatto piccoli progressi, ma stanno perdendo un altissimo numero di uomini e di veicoli blindati. In ogni caso ormai di quella che era una piccola cittadina di frontiera fra i due paesi ora in guerra, rimangono solo macerie.

In dettaglio il rapporto ISW precisa che le pesanti perdite di equipaggiamenti russi intorno ad Avdiivka probabilmente mineranno le capacitĂ  offensive russe a lungo termine. Il portavoce del gruppo delle forze ucraine di Tavriisk, colonnello Oleksandr Shtupun, ha dichiarato il 26 ottobre che le forze russe hanno subito 5.000 morti e feriti tra il personale e 400 veicoli blindati vicino ad Avdiivka e Marinka (a sud-ovest della cittĂ  di Donetsk) dal 10 ottobre. Le immagini satellitari hanno confermato che l'esercito russo ha perso almeno 109 veicoli militari, principalmente veicoli corazzati da combattimento e carri armati, vicino ad Avdiivika tra il 10 e il 20 ottobre. Un ufficiale di riserva ucraino ha dichiarato che le forze russe sembrano utilizzare meno veicoli corazzati vicino ad Avdiivka, anche se le forze russe potrebbero riorganizzarsi per rinnovare grandi assalti meccanizzati come hanno fatto tra gli assalti meccanizzati iniziali del 10 ottobre e una seconda serie di grandi assalti meccanizzati in ottobre. 19 e 20. Il comando russo ha inviato forze aggiuntive sul fronte di Avdiivka per compensare le pesanti perdite di manodopera e mantenere la capacitĂ  dell'esercito russo di sostenere il suo continuo sforzo offensivo. 

 

Sempre secondo ISW le forze ucraine sono avanzate marginalmente sulla riva orientale (sinistra) dell'oblast di Kherson e hanno continuato le operazioni offensive vicino a Bakhmut e nell'oblast di Zaporizhia occidentale. I filmati geolocalizzati pubblicati il ​​25 ottobre mostrano che le forze ucraine sono avanzate marginalmente a nord di Pidstepne (15 km a est della cittĂ  di Kherson). Lo stato maggiore ucraino ha riferito che le forze ucraine hanno continuato le operazioni offensive nelle direzioni Bakhmut e Melitopol (oblast occidentale di Zaporizhia). 


 

Russia

L’intelligence inglese ritiene quasi certo, nonostante le smentite russe, che le munizioni offerte dalla Nord Corea abbiano raggiunto i depositi nella Russia occidentale, che supportano direttamente la guerra in Ucraina. Se Pyongyang manterrà il recente ritmo di spedizioni militari (più di 1000 container nelle ultime settimane) diventerà uno dei maggiori fornitori di Mosca assieme a Iran e Bielorussia.

Al momento non è chiaro cosa la Russia abbia accettato di fornire in cambio alla Corea del Nord, ma probabilmente si tratterà di un mix di compensazioni finanziarie, aiuti economici, tecnologia bellica e cooperazione in altri settori, come quello spaziale.

ISW segnala che un emendamento alla legge sulla cittadinanza russa che consente la revoca della cittadinanza russa naturalizzata è entrato in vigore il 26 ottobre, fornendo al governo russo un nuovo meccanismo per costringere i migranti al servizio militare russo. L'emendamento consente in particolare alle autoritĂ  russe di revocare la cittadinanza russa a cittadini naturalizzati condannati per aver screditato l'esercito russo e aver commesso "alcuni crimini che ledono la sicurezza pubblica e personale" indipendentemente da quando è stato commesso il crimine, dalla data della sentenza, o per da quanto tempo il condannato possiede la cittadinanza russa. 

Europa

Unione Europea: Nell’ultimo meeting della BCE, tenutosi ieri a Francoforte, si è deciso per la prima volta dall’inizio dell’innalzamento dei tassi di interesse, di tenerli invariati, in linea con le politiche adottate dalla Fed statunitense e dalla Banca d’Inghilterra. 

Nel mese scorso l’inflazione dell’eurozona è scesa al 4,3%, con un calo dei costi del carburante e un’attenuazione dei picchi dei prezzi dei prodotti alimentari, rispetto al 5,2% di agosto. Ma la guerra tra Hamas ed Israele sta aggiungendo incertezza alle prospettive economiche, in particolare per il rischio che il conflitto si allarghi ad altri paesi arabi e/o all’Iran, circostanza che indebolirebbe ulteriormente l’Europa, vista la sua dipendenza dalle importazioni di energia.

Indipendentemente dagli ultimi sviluppi geopolitici, la situazione risultava già preoccupante: l'impatto dell'inflazione sui consumatori è stato uno dei motivi principali per cui l'Europa non ha registrato quasi alcuna crescita quest'anno, registrando zero nel primo trimestre e lo 0,2% nel secondo. Secondo le previsioni del Fondo monetario internazionale, la Germania quest’anno subirà una contrazione dello 0,5%, rendendola, tra le principali economie al mondo, quella con la performance peggiore.

 

Slovacchia: Come promesso in campagna elettorale, il neo primo ministro Fico, leader del partito populista di sinistra Smer, ha annunciato che il Paese non invierĂ  piĂą armamenti a Kyiv, limitandosi a quelli umanitari, invitando la stessa UE a mutare approccio: da fornitore di armi a “pacificatore”. 

Si tratta del primo Paese a prendere una decisione del genere dopo aver fornito in un primo momento aiuti militari all’Ucraina: in quest’ambito il precedente esecutivo slovacco centrista aveva invece dimostrato un certo attivismo, inviando diversi veicoli militari, sistemi di difesa aerea S-300 e alcuni vecchi caccia MiG-29.

In ogni caso Bratislava, dopo le consegne degli ultimi mesi, ha ormai poco da offrire e tale cambio di rotta non avrĂ  dunque conseguenze impattanti, come dimostrato anche dalle reazioni non di certo entusiaste del Cremlino. PiĂą rilevante per Mosca sarĂ  la volontĂ  di Fico di unirsi a Viktor Orban nei tentativi di ostacolare le sanzioni europee.

Politica internazionale

Nord America

USA: Il PIL statunitense è cresciuto ad un tasso annualizzato del 4,9% nel terzo  trimestre, un aumento molto forte rispetto al 2,1% del secondo trimestre ed il tasso piĂą veloce in almeno due anni. L’economia statunitense rimane forte, nonostante gli alti tassi di interesse, incoraggiati da una spesa robusta da parte dei consumatori e salari piĂą alti. Giusto qualche mese fa la maggior parte degli analisti prediceva che al momento attuale l’economia americana sarebbe dovuta andare in recessione. 

America Latina

Nicaragua: Secondo un’indagine dell’Associated Press e di Orozco, direttore del programma di migrazione dell'Inter-Dialogo Americano, il governo del Nicaragua sta usando la minaccia migratoria come arma di politica estera nei confronti di Washington, consapevole di non avere molti altri mezzi: dall’inizio di agosto il presidente Ortega ha consentito a diverse compagnie aeree charter di far arrivare da Haiti ben 31.000 persone tramite 268 voli e da Cuba altre 17.000 persone tramite 172 voli. Dall’indagine emerge che costoro, che per il biglietto hanno pagato un prezzo dai $3000 ai $5000, siano migranti desiderosi di raggiungere gli Stati Uniti.

Ortega, oggetto di sanzioni da parte di Stati Uniti e UE a causa del suo regime oppressivo, potrebbe sperare di ottenere un allentamento delle stesse, così come avvenuto con il governo venezuelano di Maduro, dopo la promessa da parte di costui di garantire elezioni democratiche.

Nel mentre l’amministrazione Biden cerca di affrontare la questione, divenuta cogente: le autorità US hanno fermato nell’ultimo anno più di due milioni di migranti lungo il confine messicano e lo scorso gennaio hanno annunciato un piano volto scoraggiare l’immigrazione clandestina, promettendo l’ingresso e la possibilità di lavorare a 30.000 persone al mese da Haiti, Cuba, Nicaragua e Venezuela, purché arrivassero legalmente.

Africa

Sudan: Secondo diverse fonti della BBC le forze paramilitari RSF che si stanno scontrando contro l’esercito sudanese in una guerra civile da aprile, hanno preso il controllo, dopo mesi di combattimenti che hanno dato vita a centinaia di migliaia di sfollati, della seconda città più grande del paese, Nyala, capitale della regione del Darfur meridionale e in una posizione strategica che collega il Sudan con la Repubblica Centrafricana: l’operazione è stata guidata da Abdulrahim Daglo, sanzionato dagli Stati Uniti per il ruolo svolto nella pulizia etnica in Darfur e Emergency ha dichiarato che membri del suo staff sono stati prelevati da un centro pediatrico della città e arrestati dalle RSF.

Tutto ciò giunge mentre le due fazioni hanno ripreso i colloqui di pace nella città costiera saudita di Jedda, sotto la mediazione di Riyad e Washington.

Asia e Pacifico

Armenia: Nikol Pashinyan, primo ministro armeno, ha annunciato il suo impegno a stilare un accordo di pace con l’Azerbaijan nei prossimi mesi; il leader armeno ha anche dichiarato di non ritenere più utile la presenza militare russa nel paese, consistente in una guarnigione in due località e una base aerea, confermando gli attriti con Mosca, che erano iniziati con le accuse da parte dell’Armenia, che aveva lamentato l’assenza di supporto da parte della Russia, suo alleato, contro le offensive azere.

Precedentemente anche il presidente dell'Azerbaigian Ilham Aliyev aveva affermato che entro la fine dell'anno potrebbe essere firmato il trattato di pace con Yerevan.

 

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