Cessate il fuoco in Nagorno-Karabakh. Varchi chiusi lungo la striscia di Gaza - Rassegna del 21/9/23

di Redazione Ucraina

Punto Stampa a Cura di: Michele Miceli, Franz Forti
Conducono: Barbara Marzialetti, Franz Forti
 

 

Link alla diretta/differita YT di questa rassegna 

 

Argomenti principali della giornata: Cessate il fuoco in Nagorno-Karabakh. Tensioni fra Canada e India per il presunto omicidio di un cittadino canadese di etnia Sikh in India. Chiusura dei varchi lungo la striscia di Gaza, in seguito a scontri tra Hamas ed esercito israeliano. UK ritarda ban alla vendita dei motori termici.

 

Ucraina

Lo stato maggiore ucraino ha dichiarato che le forze ucraine hanno continuato le operazioni offensive e hanno inflitto perdite significative alle truppe e alle attrezzature russe nella direzione di Melitopol (Oblast di Zaporizhia occidentale). Lo stato maggiore ucraino ha anche riferito che le forze ucraine hanno continuato le azioni offensive nella direzione di Bakhmut e si stanno consolidando in linee recentemente protette. Lo riporta ISW nel report del 20 settembre 2023 

 

Militari e blogger russi hanno rivelato che il comando militare russo ordina alle truppe russe di effettuare  contrattacchi “mal concepiti e non supportati” sul fianco meridionale di Bakhmut per riconquistare urgentemente il terreno perduto. [6] Elementi del 1° battaglione del 1442° reggimento dell'Altai Krai (un'unitĂ  mobilitata) hanno pubblicato un video appello in cui i soldati affermano di aver abbandonato il loro equipaggiamento militare nell'area di Klishchiivka (7 km a sud-ovest di Bakhmut) dopo aver ricevuto un ordine dal comando militare russo di formare un gruppo d'assalto e attaccare nella direzione di Bakhmut. I militari hanno notato che il comando militare russo ha iniziato a schierare diversi tipi di personale in prima linea (compresi i soldati che attualmente riposano nelle retrovie) senza fornire loro sufficienti proiettili di artiglieria funzionanti. I militari hanno notato che i loro proiettili non esplodono quando vengono sparati, il che è probabilmente un sintomo degli sforzi della base industriale di difesa russa (DIB) per accelerare la produzione di proiettili e del mancato rispetto delle misure di garanzia della qualitĂ  per farlo. I militari hanno aggiunto che l'unitĂ  soffre di morale basso dopo aver sentito rapporti secondo cui le forze ucraine hanno distrutto la maggior parte di un non specificato reggimento russo e quasi un intero gruppo d'assalto in ritirata nell'area. I militari hanno anche affermato di non avere posizioni difensive preparate e di dover fare affidamento su armi leggere, mentre gli ucraini hanno l'artiglieria

 

Le forze russe hanno condotto un altro round di attacchi con droni Shahed contro l’Ucraina nella notte tra il 19 e il 20 settembre. Funzionari militari ucraini hanno riferito che le forze ucraine hanno abbattuto 17 dei 24 droni Shahed 136/131 di fabbricazione iraniana lanciati negli oblast di Sumy, Poltava, Kirovohrad e Dnipropetrovsk e che alcuni dei droni hanno colpito una raffineria di petrolio nell'oblast di Poltava


 

Russia

La Direzione principale dell'intelligence militare ucraina (GUR) ha riferito che sabotatori non meglio specificati hanno danneggiato aerei strategici russi presso l'aeroporto di Chkalovsky, vicino a Mosca, il 18 settembre. Il GUR ha riferito il 20 settembre che i sabotatori hanno piazzato esplosivi su un An-148 e su un aereo Il-20 subordinato al 354° Reggimento dell'aviazione speciale russa e su un elicottero Mi-28N che le forze russe utilizzano per respingere i droni ucraini. Il GUR ha dichiarato che le esplosioni hanno danneggiato gravemente gli aerei, compresa la coda del Mi-28N, e hanno inflitto danni minori a un secondo An-148 nelle vicinanze. Al 20 settembre, le autorità russe non hanno ancora riferito di un attacco all'aeroporto di Chkalovsky.

Europa

UK:Il primo ministro inglese Rishi Sunak ha annunciato di voler ritardare i divieti alla vendita di macchine a benzina e diesel, pur mantenendo i target climatici di emissioni zero per il 2050 invariati, al fine di non penalizzare eccessivamente i consumatori e assicurarsi il supporto della popolazione verso i piani di transizione energetica. La modifica prevederebbe di spostare di cinque anni in avanti l’entrata in vigore del divieto di vendita di motori endotermici, al 2035 (la vendita di macchine a motore termico di seconda mano rimarrà consentita). In maniera simile, il ban per la vendita delle caldaie a gas per favorire le più ecologiche pompe di calore, entrerà anch’esso in vigore nel 2035, con solo l’obbligo di sostituire gli impianti rotti. Verranno tuttavia potenziate le sovvenzioni ai consumatori per l’acquisto alle suddette pompe di calore. Nel dilazionare i piani per la transizione, Sunak si è giustificando sostenendo che i vecchi target non fossero sufficientemente credibili e avrebbero solo diminuito il sostegno elettorale verso tutto il piano di decarbonizzazione, facendo poi notare come la stessa commissione europea abbia posto un divieto simile ai veicoli a benzina per il 2035. Il premier inglese ha inoltre affermato che gli UK potrebbero procedere più lentamente, in quanto molto avanti agli altri paesi in quanto a tecnologie verdi, e di essere quindi in grado di mantenere gli impegni presi. La Gran Bretagna in effetti è stata la prima grande economia a fissare un obiettivo legalmente vincolante di emissioni nette zero per il 2050 e dal 1990 le emissioni sono diminuite di quasi il 50% grazie alla chiusura delle centrali a carbone e al decollo dell'energia eolica offshore. Tuttavia gli esperti indipendenti del governo avevano già affermato in Giugno che il paese non stesse facendo abbastanza per rispettare gli impegni climatici.

Politica internazionale

Nord America

USA:Si è tenuto a margine dell’Assemblea generale ONU l’incontro fra Biden e Netanyahu, primo dalla rielezione del presidente israeliano in Dicembre. Scopo del meeting è stato il tentativo di rilassare relazioni diplomatiche piuttosto tese fra i due paesi. Tuttavia Biden ha comunque sottolineato le preoccupazioni che Washington riserva riguardo la questione sulla riforma giudiziaria in Israele, voluta dalla estrema destra con cui Netanyahu è al governo, e la sempre maggiore durezza di Israele nei confronti dei Palestinesi. Il tema principale sul tavolo è stato la possibilitĂ  di normalizzare i rapporti fra Israele e Arabia Saudita, in funzione anti iraniana. Seppur la svolta non sia vicina, Biden ha tenuto a enfatizzare i vantaggi che risulterebbero da un avvicinamento fra i due paesi, per la stabilitĂ  della zona. Tuttavia un tale accordo, difficilmente potrĂ  avvenire senza garanzie sui programmi nucleari civili da parte dei sauditi e delle possibili concessioni israeliane nei confronti dei Palestinesi. 

Medio Oriente

Azerbaigian: Gli armeni etnici della regione del Nagorno-Karabakh, “Repubblica di Artsakh” secondo il governo separatista locale, hanno accettato la proposta del contingente di pace russo per un cessate il fuoco e un disarmo completo delle forze militari, dopo che nella giornata di Martedì le forze azere hanno effettuato una serie di raid aerei, colpendo alcuni asset militari strategici, e sfondato le linee di difesa dei separatisti. I separatisti hanno dichiarato di aver inflitto pesanti perdite al nemico, nonostante la sproporzione di forze tra i due lati, ma di aver dovuto cedere, visto anche l’isolamento della regione. Il cessate il fuoco è entrato in vigore dalle 13 locali. Baku ha confermato l’armistizio, e indetto un incontro fra le autorità azere e la popolazione armena residente nella zona, nella giornata di Giovedì 21.

Uno dei top ufficiali del governo separatista ha riferito di circa 100 morti e svariate centinaia di feriti coinvolti nei combattimenti

Migliaia di locali armeni si sono riversati verso l’aeroporto della capitale Stepanakert, dove si trova uno dei contingenti di pace russi. 

Il governo azero è stato aspramente criticato da Usa e da alcuni paesi europei, visto l’uso della forza per risolvere la questione, e le giĂ  gravi condizioni umanitarie in cui riversa la ragione, a seguito di nove mesi di blocco dell’area da parte di Baku. 

In un'intervista all’agenzia di stampa russa Interfax, il primo ministro dell’Armenia, Nikol Pashinyan, ha dichiarato di aver preso atto del cessato il fuoco, senza aver partecipato alla stesura del testo. Ha ribadito inoltre la non presenza di forze militari ufficiali armene nella regione. Varie proteste si sono verificate per le strade della capitale armena, dove i manifestanti hanno chiesto le dimissioni del primo ministro, per non essere riuscito a supportare i separatisti dell’ Artsakh. Critiche alla Russia sono arrivate invece dai leader di opposizione armeni, che hanno accusato il Cremlino di essersi disinteressato della questione, lasciando soli i separatisti.

 

Israele: In seguito a violenti manifestazioni e scontri, Israele ha chiuso temporaneamente i varchi con la striscia di Gaza, impedendo il passaggio a circa 18.000 abitanti provenienti dell’enclave palestinese, con speciale permesso per lavorare in Israele o in Cisgiordania. Questi lavoratori forniscono un’iniezione vitale di denaro nella poverissima zona controllata dall’organizzazione terroristica Hamas, pari a circa 2 milioni di dollari al giorno. 

Il blocco è arrivato a seguito dei violenti scontri e proteste sostenute da Hamas, e scaturite da varie questioni, dal trattamento dei prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane alle visite degli ebrei al complesso della moschea di Al Aqsa, un sito sacro sia per i musulmani che per gli ebrei. I dimostranti lungo la barriera di separazione hanno lanciato pietre e ordigni esplosivi improvvisati, mentre le truppe israeliane hanno risposto con gas lacrimogeni e fuoco vivo. Martedì, un uomo palestinese è stato ucciso dalle forze israeliane durante le proteste e altri 11 sono stati feriti. Altri quattro sono stati feriti dagli spari israeliani Mercoledì.  Un portavoce della Cogat, l'agenzia del Ministero della Difesa israeliano, ha confermato la chiusura del valico di Erez a Gaza e ha detto che sarebbe stato riaperto "in base alle valutazioni della situazione". La chiusura del confine segue un breve divieto di esportazione da Gaza all'inizio del mese dopo che gli ispettori hanno trovato esplosivi in una partita di merci. 

Secondo i dati del FMI, il reddito pro capite a Gaza è solo un quarto di quello della Cisgiordania, mentre secondo Banca Mondiale la disoccupazione è quasi del 50%.

Asia e Pacifico

India: New Delhi ha sollecitato i connazionali indiani residenti in Canada, specialmente gli studenti, a prestare cautela, visto il recente deteriorarsi dei rapporti tra i due paesi. La tensione è cresciuta da quando il primo ministro Justin Trudeau ha dichiarato lunedì che il Canada stava indagando su "accuse credibili" circa il potenziale coinvolgimento di agenti del governo indiano nell'omicidio di Hardeep Singh Nijjar nella Columbia Britannica, a Giugno. Nijjar era un noto leader separatista proveniente dal Punjab, regione indiana a maggioranza etnica Sikh, caratterizzata da cruente insurrezioni negli anni 80’ e 90’ che portarono a decine di migliaia di morti. Le crescenti tensioni sono sfociate nell’espulsione a vicenda di due rispettivi diplomatici da entrambi i paesi. Il primo ministro indiano Narendra Modi ha respinto categoricamente le accuse canadesi riguardo ad un eventuale coinvolgimento del governo indiano nell’omicidio. La sollecitazione indiana è arrivata in coda a quella simile emessa Martedì da Ottawa ai cittadini canadesi nella regione indiana del Kashmir. Gli ufficiali canadesi si sono al momento rifiutati di mostrare prove a sostegno delle loro accuse.

Sebbene oggi in India non vi sia quasi alcun sostegno all'insurrezione, piccoli gruppi di Sikh in Australia, Gran Bretagna, Canada e Stati Uniti, gli indiani appoggiano la richiesta separatista e occasionalmente organizzano proteste davanti alle ambasciate indiane. Nuova Delhi ha già esortato in passato Ottawa ad agire contro gli elementi anti-indiani, avendo il Canada la più grande popolazione di Sikh al di fuori dello Stato indiano del Punjab, contando circa 770.000 persone. Secondo alcuni analisti indiani, Ottawa non tiene a freno i manifestanti sikh perché sono un gruppo politicamente influente.

 

Indietro
  • Condividi