Si informa che il presente comunicato è stato rettificato e sostituito da un nuovo comunicato emesso in data 07 Marzo. Si prega di fare riferimento al nuovo comunicato per informazioni aggiornate e corrette.
Il 28 febbraio 2025 si è consumata una delle pagine di politica internazionali più basse e tristi della storia.
All’interno dello studio ovale il Presidente di un popolo invaso, ucciso, stuprato è stato trattato peggio del suo aggressore totalitario mediante una dialettica propagandistica e non basata sui fatti.
Oltre al tentativo di estorsione delle terre rare dietro minaccia del ritiro del supporto militare, Trump ha - e continua - ad indicare in Zelenskyy come responsabile per la guerra e a suggerire la resa dell’Ucraina.
In questo modo mette sullo stesso piano aggressore e aggredito andando contro qualsiasi logica, giuridica e umana nella valutazione di una guerra che sta portando morte e distruzione in un paese europeo. Un paese libero e con la visione di un futuro di miglioramento e di crescita.
Riconoscere il diritto della Russia a decidere le sorti e calpestare i diritti di un altro popolo apre la strada alla caduta dei valori e degli ideali occidentali e crea un gravissimo precedente che potrebbe portare ad ulteriori escalation da parte russa o da parte di altri regimi o ideologie totalitarie.
Riconoscere alla Russia il diritto di decidere vuol dire considerare legale un regime dittatoriale.
Il progetto americano voluto da Trump e dai suoi seguaci è scritto nelle dichiarazioni nel suo programma politico ed è finalizzato a rendere l’America grande secondo un punto di vista distorto in relazione ai valori fondanti delle democrazie liberali. Nella realtà significa renderla isolata calpestando i diritti pubblicizzata attraverso una dialettica in cui a prevalere sono semplicemente logiche economiche e neo imperialiste.
Il mondo sta cambiando rapidamente. La nuova amministrazione statunitense si mostra sempre più allineata con la dittatura russa, sganciata dalla realtà e sprezzante del diritto internazionale.
Schiacciati tra la dittatura russa e l’inaffidabilità degli alleati statunitensi che vogliono l’Europa a brandelli ci siamo noi.
È arrivato il momento di ribadire che il progetto europeo, nato in un momento storico dove i diritti e la libertà erano stati calpestati e con una visione nata durante la prigionia di Spinelli a Ventotene, risulta essere il solo progetto che storicamente ha garantito pace e stabilità nel continente europeo per più di ottant’anni. Non ci sono alternative se non la perdita della nostra identità. Pur riconoscendo le difficoltà di un progetto tanto ambizioso non è possibile eliminare quanto di buono è stato fatto in questi anni e che ha portato l’Europa a forgiare una delle più importanti potenze economiche e culturali mondiali. L’unico limite che abbiamo in questo momento è quello di non riuscire a concretizzare pienamente tali forza e posizione a livello mondiale a causa dei nazionalismi che sono presenti e che stanno purtroppo ricevendo sostegno da parte di una classe politica miope e di fatto isolazionista e nazionalistica che non ha mai portato ad un miglioramento, anzi ad un peggioramento della situazione.
È arrivato il momento in cui le persone che hanno a cuore i valori europei prendano una posizione e agiscano.
È arrivato il momento di riconoscere e di apprezzare quanto di buono e di positivo è stato raggiunto in questi decenni.
È arrivato il momento di riconoscere i limiti di questo progetto e superarli in una visione proattiva che ci contraddistingua come uomini contro una visione distruttiva, barbarica.
È arrivato il momento di far fronte comune a favore delle democrazie del mondo libero rispettose dei trattati internazionali.
È arrivato il momento di far fronte comune e di unire le forze di quell’Europa frutto di secoli di storia, di cultura e di ideali che ci accomunano, iscritti all’interno del nostro DNA.
È arrivato il momento di superare le divisioni, molte volte fittizie, fra popoli e di unirsi intorno agli ideali di libertà, di pace giusta, di progresso scientifico e di attenzione al diritto internazionale.
È arrivato il momento di unire le forze per prendere in mano quella che è stata la difesa dell’ordine mondiale degli ultimi decenni condivisa sino ad ora con uno dei principali competitor, e che si è svenduto ad un sistema privo di ideali. Se vogliamo combattere le derive totalitarie e fondamentaliste che sono presenti alle porte del nostro continente è necessario ritrovare in primis una vera unione europea, ma anche una ferma unione all’interno del patto Atlantico andando ad occupare quelli che sono gli spazi ideologici e forse un domani economici che lasceranno gli Usa.
È anche per questo che aderiamo all’appello di Michele Serra “Una piazza per l’Europa”.
In questo particolare momento condividiamo il pensiero di Serra: “una manifestazione di sole bandiere europee, che abbia come unico obiettivo […] la libertà e l’unità dei popoli europei, avrebbe un significato profondo e rasserenante per chi la fa, e si sentirebbe meno solo e meno impotente di fronte agli eventi.”
Invitiamo quindi a prendere parte alle manifestazioni che si organizzeranno voi più vicine portando la propria voce e bandiera europea.
Slava Ukraïni 🇺🇦 Viva l’Europa Unita 🇪🇺