Ricominciamo da capo e proviamo ad andar per ordine.
- Perché molti si vaccinano ed esiste uno sforzo dei governi di far vaccinare? Perché da 18 mesi TUTTA l’evidenza scientifica prova che il virus chiamato Covid-19 esiste, è altamente infettivo e danneggia in modo grave e talora gravissimo la salute di una parte della popolazione.
- Per questa ragione si è teso (anche in Italia, dopo che Conte ed Arcuri son stati sostituiti da Draghi e Figliuolo) a vaccinare prima le persone maggiormente a rischio e poi, progressivamente, quelle collettivamente meno a rischio.
- I vaccini prodotti hanno effetti negativi collaterali infinitesimi o minimi, neanche lontanamente paragonabili a quelli del virus. Questo vale per la totalità dei gruppi demografici fatta eccezione, forse, per i giovani d’età inferiore ai 12 anni. Per questo gruppo demografico avremo la risposta medico-statistica chiara nell’arco di qualche settimana, forse un paio di mesi.
- Esiste una frazione ampia della popolazione che non intende vaccinarsi per le ragioni più svariate: ideologiche, d’irrazionale timore, di disinteresse o quant’altro. Esiste anche una seconda frazione, molto meno ampia ma sostanziale, di persone che per ragioni sanitarie non possono vaccinarsi anche se lo vogliono.
- Queste persone, a partire dagli immunodepressi per continuare con gli affetti da infermità gravi per i quali sia la vaccinazione che il contagio da Covid-19 potrebbero costituire un grave rischio, vanno protetti. Questo “vanno protetti” è ovviamente soggettivo: costituisce un atto di solidarietà sociale che, apparentemente, la maggioranza di noi intende perseguire ma che ad alcuni, altrettanto platealmente, non interessa. Fra costoro credo sia di particolare consistenza il gruppo di coloro che - ritenendosi a bassissimo o nullo rischio (sono sano, giovane, militesente emigrato Australia ...) - si negano ad essere vaccinati senza altra motivazione che “non mi va d’essere vaccinato”.
- Esiste anche una posizione dominante nell’opinione pubblica – frutto di 18 mesi di cattiva informazione e financo plateale disinformazione – che attribuisce al numero dei contagi un il valore di segnale assoluto di pericolo e che persegue un (tanto folle quanto impossibile) obiettivo di “zero covid”. Questa posizione dominante, pur non riflettendo le valutazioni della maggioranza, domina il dibattito pubblico perché su di essa si è attestata l’elite socio-politica nazionale. Questa “minoranza dominante” ha la capacità , mediatica e politica, d’imporre nuovamente drastiche e dannose misure di LD al resto del paese nel caso in cui il numero dei contagi (non dei ricoverati o dei morti) superasse una certa soglia.
- Infine: la variante Delta esiste per davvero e tutto dice che, pur non essendo clinicamente più grave delle precedenti, è tremendamente più infettiva. Ovvero capace di aumentare molto rapidamente i contagi se libera di circolare fra persone non vaccinate.
Questi i fatti che definiscono i termini della questione. In tali circostanze cosa credo necessario pragmaticamente fare?
- Convincere quante più persone possibili dell’enorme utilità , collettiva e personale, di vaccinarsi in ogni gruppo di età superiore ai 12. Rimaniamo in attesa di evidenza statistica e medica definitiva per le età inferiori ai 12.
- Evitare l’imposizione dell’obbligo vaccinale e, al contempo, di ulteriori misure di LD. Dal febbraio 2020, in questo paese più che in altri ma decisamente anche in troppi altri, abbiamo irresponsabilmente limitato le libertà personali sull’altare di un supposto obiettivo di “annullare il virus”. Aggiungere ulteriori restrizioni, obblighi e costrizioni a quelle già imposte darebbe un ultimo gravissimo colpo alla convivenza civile. Chi nega questa banalità è semplicemente un irressponsabile alla ricerca di un contraccolpo politico-sociale negativo e drammatico.
- Proteggere quella parte della popolazione a rischio che non può usare il vaccino come scudo estendendo il più possible l’effetto noto come “immunità di gregge”. Contrariamente a quello che un sistema mediatico irresponsabile continua a raccontare non esiste una soglia magica oltre la quale siamo “sicuri”. Esiste solo, al crescere del numero di immunizzati (guariti dall’infezione e vaccinati una progressiva diminuzione della probabilità di essere contagiati.
- Molto certamente percentuali di non immunizzati uguali o superiori al 30% della popolazione, a fronte di un virus che sembra avere un R0 “naturale” di circa 6, garantiscono solo diffusioni rapidissime del contagio con le drammatiche conseguenze discusse sopra.
- Introdurre incentivi ragionevoli e tali da non generare costi superiori ai benefici affinché quante più persone si vaccinino mi sembra una scelta pragmaticamente opportuna e financo necessaria.
- Quindi, sì al Green Pass per tutti quei luoghi ed attività che possano configurare una “assembramento duraturo” di un numero ampio di persone, incluse tutte le strutture dove vengono offerti servizi pubblici.
- Come calibrare l’obbligo del Green Pass? Pragmaticamente, per tentativi ed aggiustamenti. Si cominci con i luoghi “ovvii”, dai treni agli aerei agli uffici pubblici (eccezion fatta per le scuole con allievi d’età inferiore ai 12 anni) e si estenda o restringa l’area di copertura dell’obbligo a seguito dei risultati. Che andrebbero, per una volta, monitorati scientificamente da veri esperti e non dalla stampa.
- In luoghi di lavoro io credo debba valere la regola della contrattazione LOCALE fra rappresentanti delle parti sociali coinvolte. Vaccinarsi o meno può tranquillamente entrare a far parte del contratto di lavoro, come i DPI o l'orario o il titolo di studio o le mansioni.
Se ne discuta pubblicamente ed apertamente. La dicotomia {obbligo vaccinale, liberi tutti} serve solo a politici in malafede.
Questa posizione – a mio avviso del tutto pragmatica – è oggetto di svariate critiche che vanno dal comico alla plateale malafede.
Tipologia comica nr.1:
"Nel giorno da me richiesto l'unico posto in provincia era troppo lontano. Poi vado in vacanza. Quindi non mi vaccino".
Prova di nuovo, sarai più fortunato. Hai presente i club "fighi" dove fai la coda per ore per entrare? Ecco, fai conto abbia lo stesso valore per te.
Tipologia comica nr. 2:
"Ho colleghi non vaccinati ma io sono vaccinato quindi non mi preoccupa".
Ottimo, neanche a me PERSONALMENTE. Ma socialmente sì: mi preoccupo (mio difetto, lo capisco) anche per altri più fragili di me che non sono vaccinabili. Quindi non voglio contagiare gli altri ANCHE per evitare che i talebani dello zero-covid ci rinchiudano tutti in casa di nuovo.
Ottusità nr.1:
"Se sei vaccinato che paura hai? Vuol dire che vaccino non funziona!"
Voglio l'Italia aperta, non in lockdown; se c’è un’alta percentuale di non vaccinati maggiore sarà la probabilità di contagio e di sicuro il “partito” del LD rinchiuderà tutti a casa. Questo è il primo dei danni gravi che i non vaccinati causano ai vaccinati: gli impediscono di vivere!
Malafede nr.1:
Confronti con polio ed altre infezioni per cui la vaccinazione è obbligatoria: “Non hai paura di prendere la polio, perché' temi il Covid19?”
Appunto, la vaccinazione antipolio è OBBLIGATORIA! Vogliamo introdurre l’obbligo vaccinale anche in questo caso?
Malafede nr.2:
"Lei rischia di infettare anche da vaccinato. Si informi bene prima, cazzaro".
Appunto: proprio per questo voglio minimizzare il rischio che un non vaccinato (enormemente + contagioso di un vaccinato) contagi altri, siano essi vaccinati o immunodepressi!
Malafede nr.3:
"Nessuno la obbliga ad avere rapporti con persone non vaccinate".
Esatto: siccome non sono obbligato cercherò di fare il possibile per non averli. Se questo richiede intervento di legge, lo approverò con il voto. Demo-crazia.
Malafede nr.4:
"Ok, però lei quando ha firmato la GBD non voleva, esattamente, "infettarmi rischiando di uccidermi"?"
No. Sia GBD che altri studi distinguono livelli di rischio e richiedono protezione dei più vulnerabili. Quando il vaccino era assente la protezione dei vulnerabili è comportamentale (RSA, test, aree riservate, immunità guariti, ecc..). Ora la protezione si ottiene anzitutto attraverso vaccino per tutti.