Test PISA, le considerazioni dell'unione matematici

di L. Milita

Istruzione & CulturaScuola

Lo scorso 5 dicembre, nell’Aula Magna del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi Roma Tre, sono stati presentati i risultati dell’Indagine internazionale PISA 2022 (Programme for Interna-onal Student Assessment) condotta dall’OCSE.

Foto di Pixabay

Restringendo l’analisi sulle prestazioni relative all’ambito della matematica, si ha che l’indagine, avviata nell’anno 2000, si rivolge a studenti tra i 15 e i 16 anni d’età (indipendentemente dal grado scolare di appartenenza e dalla tipologia di scuola frequentata) e, nel 2022 ha interessato 81 Paesi, inclusi 37 membri OCSE. In Italia, 10.552 studenti hanno sostenuto la prova (51% femmine e 49% maschi) rappresentativi di una popolazione di circa 496.000.

Il dibattito conseguente nei media complessivamente ha inteso i risultati come un indicatore di un calo drammatico delle prestazioni da parte degli studenti e dalla incapacità di insegnare la matematica da parte degli insegnanti, qui in Italia.

L'Unione Matematici Italiani ritiene che certamente vi siano criticità, ma che, per innescare un fruttuoso tentativo di miglioramento dello status attuale sia necessaria un’analisi più approfondita.  Per l’UMI, considerando che tale indagine sia campionaria e che quindi produce stime, occorre valutare quali siano le differenze significative tra i vari paesi.

Il calo che i nostri studenti registrano in matematica è in linea con il calo che si registra nella maggior parte degli altri Paesi OCSE.

PISA fa riferimento alla literacy matematica, definita nel nuovo quadro di riferimento come «la capacità di una persona di ragionare in modo matematico e di formulare, utilizzare e interpretare la matematica per risolvere problemi in svariati contesti del mondo reale. Il ragionamento matematico (sia deduttivo che induttivo) sono parte integrante della literacy matematica proposta.

Il contributo del quadro di riferimento di PISA 2022, diversamente dai precedenti, è quello di evidenziare la centralità del ragionamento matematico sia nel ciclo di risoluzione dei problemi sia nella literacy matematica in generale. Il punteggio medio nelle scale dei processi matematici, quello italiano è risultato in linea con la media internazionale.

Le scale dei quattro ambiti di contenuto (Quantità, Spazio e forme, Cambiamento e relazioni e Dati e incertezza), non mostrano, per l’Italia, particolari punti di forza o di debolezza rispetto ai punteggi medi dei paesi OCSE.

Il calo significativo dei paesi suggerisce che forse sia stato accentuato dalla carenza di formazione derivata dalla pandemia della Sars-Covid, nonostante però che vi erano cali precedenti in lettura e scienze, a differenza invece della matematica

In Italia comunque si registra una differenza significativa delle prestazioni relativa al genere, per un punteggio medio superiore di rendimento dei ragazzi rispetto alle ragazze per tutto il territorio. L’UMI ritiene che tale divario implica aspetti ulteriori a quelli scolastici, nella fattispecie quelli legati alla sociologia, all’antropologia culturale.

Nonostante tutto le criticità vi sono e per l’UMI un fattore dirimente è quello relativo alla formazione continua degli insegnanti e ad una loro organica pianificazione del reclutamento degli insegnanti.

Occorre che sia favorito l’uso di metodologie innovative in classe, l’implementazione di attività didattiche interdisciplinari, il potenziamento del problem solving e didattiche esplorative anche sacrificando aspetti più tecnici e aulici della disciplina. Con un concomitante approccio che consideri sia la componente emotiva sia quella riflessiva per incentivare la motivazione all’apprendimento della matematica.

Ed è fondamentale favorire la sperimentazione verso applicazioni concrete, proprio di un approccio laboratoriale stretto.

Dalle riflessioni finali dell’Unione Matematica Italiana vi sono indicazioni condivisibili anche per chi non è dentro tali attività di studio e di lavoro, ma non sono nuove. Se si leggono gli studi, i programmi, i testi dei convegni, le migliaia di sperimentazioni attuate per decenni in tutta Italia, tutto ciò è già stato proposto, richiesto, riformulato, indicato, esortato. Se si leggono le sperimentazioni già per l’allora scuola elementare degli anni ottanta del secolo scorso, tutto questo fu già trascritto in modo ineccepibile, rigoroso, coerente.

E allora proprio da questi risultati OCSE PISA 2022, come dai precedenti degli ultimi venti anni, al minimo, occorre compiere un passo in più. Poiché la formazione dei docenti è già praticata e che ogni Collegio dei Docenti in tutta Italia esprime il compito, il dovere, l’auspicio, l’impegno a una relazione stretta tra una didattica che sia attiva, concreta, flessibile, attenta alle individualità di ogni studente e studentessa, allora il punto di discussione è sulla natura, sulla logica, sull’estensione, sull’impiego non straordinario, ma consueto e giornaliero di tale approccio.

Ad esempio: la formazione dei docenti è correlata strettamente alla episodicità e alla forma particellare della contrattazione, quindi a una negoziazione buona, giusta e doverosa, ma che agisce in modo contingente, induttivo, e alla fine con ricadute isolate.

E allora perché non cominciare a riflettere su una politica di intervento organica in cui la formazione permanente sia correlata agli scatti stipendiali, all’anzianità, a possibili benefit e possibilità di scelta e di promozione di ruoli ulteriori di responsabilità per gli insegnanti?

Esistono queste pratiche negli altri paesi dal punto di vista normativo, organizzativo, gestionale?

Sì.

Con riferimento alle pratiche di didattica laboratoriale, queste erano già praticate negli istituti tecnici industriali e professionali da decenni. Tra insegnanti di laboratorio tecnico pratici e quelli di “teoria”. Hanno avuto e hanno il limite di essere state e di essere ancora oggi, locali, personali, e quindi non intersoggettive o sistemiche, nonostante la mole oceanica di sperimentazioni e scritti sepolti nella polvere reale e quella digitale.

Si può fare tutto, ma è ora veramente necessario un passo in avanti pratico, diretto, operativo, e non più una esortazione o invito alle masse e alle anime pie.

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