Spesa Pubblica consolidata 2020 - Pubblica Amministrazione...e dintorni

Analisi dei conti pubblici 2022, lato spesa, tramite un bilancio consolidato che unisce Pubblica Amministrazione (PA nazionale, regionale e locale) al Settore Pubblico Allargato, in seguito SPA, anch’esso suddiviso nelle tre articolazioni territoriali.

Il fatto per CPT di comprendere il lato SPA è un unicum in Italia e permette di avere una visione d’insieme comprendente le circa 5’500 aziende statali e parastatali (controllate e participate) che costituiscono la zona griglia usata per “nascondere” spesa pubblica.  Non caso parlo di occultazione perché se per la sola PA arrivamo ad un totale di spesa pari a 881’884 miliardi  per il 2020 (il 53.1% del PIL) aggiungendo controllate e partecipate arriviamo a 1’102’394 miliardi (66.4% del PIL). Abbiamo quindi una spesa che di fatto è pubblica in quanto alimentata da tariffe pubbliche gestite da aziende controllate dal Tesoro o da enti regionali e locali.

Questi importi “parastatali” sono pari per il 2020 a 220’520 miliardi, equivalenti al 13.3% del PIL.

Il “data base” fornito dai CPT è imponente ed articolato. I singoli dati e le innumerevoli rappresentazioni che possiamo autonomamente costuire partendo dai tanti fogli Excel messi a disposizione sono potenzialmente migliaia. Partiamo da 9 tabelle di calcolo che si occupano delle entrate PA, 6 per le entrate SPA (dove si intende il consolidato PA+SPA), 14 tabelle per le spese PA e altrettante per le spese SPA, anche qui intese come spese consolidate. Ma prima di addentrarci occorrono come minimo due precisazioni.

La prima è il concetto stesso di bilancio consolidato. Questo implica di esaminare  l’insieme delle singole voci di entrata o spesa, eliminando le doppie imputazioni tra diverse entità, per evitare che il movimento di uscita da una, che è pari all’ingresso in un’altra, risulti due volte e “gonfi” il bilancio. La seconda, connessa alla prima, è che dato che i sistemi contabili del settore pubblico e del settore privato ubbidiscono a principi contabiili diversi, e normative di legge differenti, occorre applicare una sorta di “normalizzazione” tra pubblico e privato, ragion per cui gli importi che CPT pubblica per la PA differiscono da quelli ISTAT del settore pubblico.  Questo non tanto per entrate e spese in quanto tali ma per le operazioni di rettifica (minori/maggiori entrate e spese) e, per esempio, per la diversa valutazione delle operazioni di privatizzazione.

Chiarito questo CPT ci permette di esaminare e aggregare i dati di spesa ed entrata per i seguenti livelli: 1) anno, dal 2000 al 2020; 2) regioni a statuto ordinario e speciale, più livelli macro-territoriali; 3) Tipologia di amministrazione (nazionale, regionale e locale) come PA e SPA; 4) ben 30 missioni pubbliche (sanità, educazione, trasporti, giustizia, previdenza …) e 5) tipologie di spesa (personale, beni e servizi, investimenti, …)

Lo strumento che CPT consiglia per incrociare i dati è quello delle tabelle Pivot.
Purtroppo CPT non fornisce dati procapite e in proporzione al PIL (nazionali e regionali) per cui spetta a chi analizza privatamente i dati ricuperarli in altri DataBase o meglio reperire le serie storiche 2000-2020 per la popolazione e le serie storiche del PIL regionali e nazionali. Eurostat si è rivelata le fonte migliore.

L’analisi dei dati 2020 evidenzia una forte crescita (+3%) della già altissima spesa pubblica, più che comprensibile a fronte dell’epidemia di covid-19. Questa ha implicato chiusure (più o meno giustifcabili) e quindi una crescita della spesa pubblica a sostegno delle attività economiche in crisi. Inoltre il 2019 aveva visto a sua volta (pre pandemia) una crescita del 6% sul 2018 e quindi il biennio 2019-2020 vede una crescita totale (PA+SPA) di quasi il 9.2%. Da notare che durante il 2019 non si parlava di crisi pandemica (arriverà a febbraio-marzo 2020) ma era già in essere un altro tipo di pandemia per i conti pubblici: quella dei governi Conte (I e II).

A fronte delle migliaia di aggregazioni possibili inizierei con un paio di tabelle inerenti la spesa pubblica aggregata per il solo 2020.

Figura A: spesa 2020 per categoria di spesa e per tipologia di soggetti

Dalla tabella emerge che la spesa pubblica aggregata arriva ad un volume che è paragonabile al 66.4% del PIL 2020. In pratica, arrotondando, i 2/3 del Prodotto Interno Lordo. Non “quasi il 50%”, come siamo abituati a sentire. Piccola precisazione: i dati citati non vogliono sostenere che il 50% o il 66% del PIL sia costituito da spesa pubblica.

Infatti solo una parte della spesa pubblica entra a far parte del PIL (per esempio spesa del personale e spesa per beni e servizi) mentre il grosso (trasferimenti) non fa parte del prodotto interno lordo. Si suggerisce tuttavia che il totale generale della spesa sia paragonabile al PIL, per volume, più o meno come quando dopo un incendio si afferma che la superfice colpita è pari ad un certo numero di “campi di calcio”.

La superfice di questo “incendio” tuttavia non è omogenea in tutta l’Italia. Se il valore mediano è pari a 2/3 del PIL, ci sono regioni in cui la somma PA+SPA arriva (solo) al 53% oppure è inferiore al 60% e altre in cui si passa dall’80 al 90%, con un record del 98.3% in Calabria. E ribadisco che questo non vuol dire che quasi il 100% del PIL calabro oppure il 90% del PIL sardo siano costituiti strutturalmente da spesa pubblica, nel senso di spesa pubblica che può essere contabilizzata nel PIL in base alla normativa di legge. Si tratta solo di un confronto volumetrico. Ma assai significativo.

Figura B: La spesa aggregata a livello regionale

Il grafico seguente illustra invece la dinamica temporale più importante
 

Figura C: andamento temporale della spesa, del PIL e della spesa su PIL

La linea blu scura mostra la spesa a prezzi correnti (comprensiva dell’inflazione, che è attorno al 34.4% nel periodo). Osserviamo una crescita costante della spesa tra il 2000 e il 2008 seguita da una sostanziale stasi tra il 2009 ed il 2018. Si osserva poi una netta ripresa  a partire dal 2018 (chissà come mai). Nella scala a destra (linea verde) viene rappresentata la spesa in % al Pil (rosso) e si nota l’aumento nell’ultimo biennio, amplificato dal calo del PIL per effetto della pandemia.

In conclusione presento la spesa per missione 2020, dove potete osservare come la spesa per l’Amministrazione Generale dello Stato (105.7 miliardi) sia più del doppio della spesa per Istruzione e appena inferiore a quella della Sanità. Negli altri paesi europei la voce di spesa “amministrazione generale” grazie all’informatica e ad una gestione snella e non burcratica, incide per la metà su PIL. Nei più virtuosi arrivamo a 1/3. Sono quei paesi che (non a caso) vengono definiti “paradisi fiscali” come i Paesi Bassi e l’Irlanda.

 

Figura D: spesa 2020 per missione

Fonte: Conti Pubblici Territoriali. Guida alla comprensione dei dati.

Prossimamente, anche con video sui nostri canali, verranno approfonditi ulteriori dettagli

 

 

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