Mi è stato girato questo video del professor Orsini, secondo il quale la limitata risposta israeliana all’attacco iraniano è spiegata dal fatto che l’Iran ha sistemi di difesa antiaerea che possono “colpire gli aerei Israeliani a 300-400km di distanza, cioè è in grado di colpire sia missili balistici di lunga gittata, sia i droni, sia i caccia di quinta generazione, cioè fondamentalmente gli F-35 americani, che sono i caccia più avanzati di cui Israele disponga.”
Non so neanche da dove iniziare. Se non fosse tutto deprimente, sarebbe divertente. Il professor Orsini parla chiaramente di cose che non conosce, ma con tono sicuro e frasi ad effetto (invocando “la logica”) cerca di impressionare gli ascoltatori, e chi è in studio. Poiché c’è un limite a tutto, qui riporto un po’ di fatti e di “logica”. Vado in ordine con le affermazioni fatte nel video.
Punto primo
Secondo il Prof. Orsini il sistema di difesa antiaerea iraniano Bavar-373 sarebbe in grado di colpire aerei avversari a 350-400km di distanza. Che un sistema di difesa antiaerea possa avvistare un obiettivo non significa che lo possa “colpire”, come suggerisce Orsini, e infatti le due cose sono completamente diverse. Per poter abbattere un aereo avversario in arrivo, un sistema di difesa antiaerea lo deve prima avvistare, poi identificare, poi seguire (track), e poi ingaggiare. Ovviamente, un missile terra-aria ha probabilità molto basse di colpire un aereo manovrabile come l’F-35 a 400km di distanza, perché questo avrebbe tutto il tempo di adottare contromisure e misure evasive.
Punto secondo
Il Bavar-373 è, secondo fonti del governo Iraniano, un sistema di difesa anti-aerea analogo a quello sovietico/russo S-300. E il sistema S-300 non può agganciare alcun aereo di quinta generazione (“stealth”) come l’F-35 -- a differenza di quanto sostenuto da Orsini.
Punto terzo
A tal proposito vale la pena ricordare come il sistema russo di difesa antiaerea più avanzato, l’S-400, possa ingaggiare (colpire) un F-35 a soli 34km di distanza – stima calcolata da Dan Katz per la rivista Aviation Week, usando i dati forniti dal produttore dell’S-400
Ciò è un problema: l’F-35 è dotato di missili aria-terra con un raggio di lunga superiore al raggio di ingaggio dell'S-400, e quindi l’F-35 può colpire un S-400 prima che questo lo possa intercettare.
Per Orsini, il sistema di difesa antiaerea iraniano avrebbe dunque una performance che è di un ordine di grandezza superiore a quello russo dal quale è stato sviluppato (34km rispetto a 350km). Una affermazione talmente assurda che, di suo, chiude la questione. D’altronde, come è possibile che l’Iran riesca a sviluppare un sistema di difesa antiaerea con una performance che è un’ordine di grandezza superiore al più avanzato sistema di difesa antiaerea russo – tenendo a mente che la Russia investe in sistemi di difesa antiaerea dal 1945?
E infatti, la domanda ci fornisce già la risposta: è altamente improbabile, per non dire impossibile. Soprattutto visto che il sistema Iraniano si basa su quello russo.
Punto quarto
Per poter abbattere un aereo manovrabile a 350-400km di distanza, a che distanza un Bavar-373 dovrebbe avvistarlo? E anche qui, la domanda fornisce la risposta. Per via della curvatura della terra, un sistema di difesa antiaerea terrestre non può avvistare un aereo oltre i 400km (fatta eccezione per OTH radar, che sono però una cosa completamente diversa dal Bavar-373). E’ sufficiente a tal proposito vedere questa immagine, che spiega i vantaggi di avere “AWACS” aerei dotati di un potente radar di bordo. Stando alle informazioni disponibili, l’Iran non è dotato di alcun AWACS moderno.
Inoltre, il professor Orsini insinua che il sistema Bavar-373 possa abbattere uno degli aerei occidentali più avanzati, l-F35, glissando però su due aspetti tecnici centrali. Da una parte, l’F-35 è un aereo sviluppato per minimizzare la visibilità a radar che emettono onde elettromagnetiche nella banda di frequenza X (8-12GHz). Questa è la banda di frequenza usata dai sistemi di difesa antiaerea (incluso il Bavar-373) per guidare i missili terra-aria. Come farebbe dunque il Bavar-373 a guidare un suo missile terra-aria verso un obiettivo che è disegnato proprio per minimizzare i riflessi di un’onda elettromagnetica nella banda di frequenza X? Inoltre, l’F-35 è dotato di un sistema di guerra elettronica che interferisce con le onde elettromagnetiche emesse da un sistema radar avversario così da minimizzare ulteriormemente la capacità di questo sistema di avvistarlo, identificarlo, seguirlo e ingaggiarlo.
D’altronde, israele ha colpito il consolato Iraniano di Damasco proprio con un F-35, che è riuscito quindi a penetrare lo spazio aereo siriano, difeso da sistemi Russi S-300, e negli anni ha più volte usato impunemente gli F-35 per colpire la Siria. In altre parole, un Paese meno sviluppato della Russia, l'Iran, secondo Orsini riuscirebbe a sviluppare difese anti-aeree più avanzate di quelle russe su cui si basano.
Punto quinto
Orsini si chiede “dove l’Iran ha piazzato il Bavar-373”, e risponde come segue: “Ora io non lo posso sapere, ma attraverso la logica ci posso arrivare: [l’Iran] ha piazzato i Bavar-373 al confine e li ha piazzati a difesa dei siti nucleari.”
Caro Prof. Orsini, forse sarebbe meglio lasciar stare la sua logica, perché se i paesi dessero retta a lei metterebbero i loro più importanti sistemi d'arma, tra cui appunto i sistemi di difesa anti-aerea, in pericolo. Le difese anti-aeree a lungo-raggio non funzionano come la Grande Muraglia Cinese o il Vallo di Adriano. I paesi generalmente hanno sistemi integrati di difesa antiaerea che vengono posizionati in modo “stratificato” (layered defense).
Punto cardine di questo approccio è proprio quello di non mettere i sistemi che ingaggiano veivoli avversari a lungo raggio al confine, perchè sarebbero facile preda per SEAD/DEAD (suppression/destruction of enemy air defenses). D’altronde, abbiamo un caso recente di un paese che ha implementato la “logica” del professor Orsini, l’Armenia in Nagorno-Karabakh nel 2020 durante la guerra con l’Azerbaijan, che ha posizionato alcuni dei suoi sistemi di difesa antiaera a lungo-raggio vicino al confine.
Il risultato non lascia molti dubbi: questi sistemi sono stati tra i primi obiettivi degli attacchi Azeri, che hanno così poi potuto annullare le difese antiaeree armene, e dunque operare indisturbati sopra i cieli del Nagorno-Karabakh.