Da ormai diverse settimane si possono trovare online le immagini di diversi libri di testo di Geografia delle scuole medie italiane che nella loro presentazione dell'Europa orientale, e dell'Ucraina in particolare, sembrano riproporre acriticamente narrazioni provenienti dalla propaganda russa.
La storia è già comparsa su social media e stampa online, ma grazie agli sforzi di Maryana Trofymova, autrice di un utilissimo thread sul tema, abbiamo avuto modo di analizzare i contenuti di questi libri di testo e il quadro che ne è emerso è abbastanza preoccupante.
Di che libri di testo parliamo?
Quella di seguito è una lista, non esaustiva, dei libri di testo in questione che da quanto ci risulta sono attualmente in uso in diverse scuole medie di città quali Bologna, Brescia, La Spezia, Lecce, Novara, Padova, Pomezia, Roma, Salerno e Torino.
Le principali narrazioni
Nei testi in questione si ritrovano un misto di affermazioni false, flagranti omissioni, mezze verità e profonde distorsioni, talvolta fra loro contradditorie, ma da cui è senz'altro possibile individuare almeno quattro narrazioni di principali:
La Regione Russa
Il curioso termine "regione russa", che non ha alcuna valenza dal punto di vista geografico, compare in ben quattro di questi testi (Namaskar 2, Katmandu 2, Aral 2 e La Via della Seta) e tende ad includere, oltre al territorio della Federazione Russa, anche quelli di Bielorussia, Ucraina, Moldova, Estonia, Lettonia e Lituania. Quella russa viene descritta come la cultura che questi paesi hanno in comune.
Su Namaskar 2 si legge come la regione si caratterizzi per «uno stretto legame fra identità nazionale e religione cristiana ortodossa». Peccato che almeno tre dei paesi inclusi non siano ortodossi per tradizione o cultura: le identità nazionali di Estonia e Lettonia sono infatti radicate nel Luteranesimo, mentre la Lituania è un paese cattolico. Non solo: pur essendo l’Ucraina oggi un paese a maggioranza ortodossa, la storia della nazione ucraina non può essere separata da quella della Chiesa Uniate o Greco-Cattolica.
Quindi l'idea di un legame stretto fra ortodossia e nazionalità è un fatto che riguarda prevalentemente la Russia e un certo nazionalismo russo, ma che qui viene esteso a tutta la regione come norma.
Nella prima pagina di presentazione della "regione russa", Katmandu 2 riporta le immagini di tre luoghi simbolo di questa regione: la foresta di Bialowieza in Bielorussia e Polonia, la Chiesa di Santa Sofia a Kyiv e il Centro storico di Riga, nessuno dei quali si trova in Russia, ovviamente.
Su Aral 2 si legge che i Paesi di questa regione hanno in comune molte caratteristiche linguistiche, tra cui l'uso dell’alfabeto cirillico. Peccato che nella maggioranza di questi Paesi (Estonia, Lettonia, Lituania e Moldova) si usi l'alfabeto latino. Sempre su Aral 2 si chiede all’alunno, come esercizio, di calcolare le distanze fra diverse città per "organizzare un viaggio in Russia". Tra le città "russe" elencate troviamo Tallinn, Odessa, Riga, Vilnius, Kiev (non Kyiv), Lvov (non Lviv o Leopoli) e Kharkov (non Kharkiv).
Su La via della Seta,infine, si parla di una regione «dominata dalla cultura russa che comprende la lingua russa e la religione cristiana ortodossa». Ancora una volta, la religione cristiana ortodossa diventa quindi "russa".
La Crimea come parte della Federazione Russa
Su quasi tutti i libri citati, la Federazione Russa viene presentata come comprendente la Crimea non solo in termini di territorio, ma anche di popolazione. Now! descrive perfino i territori occupati nelle regioni di Donetsk e Luhans’k come parte delle Federazione Russa.
Con l’eccezione de La via della Seta, in tutti i libri si dice chiaramente che l'annessione russa della Crimea non è riconosciuta dalla comunità internazionale, non si dice però che essa sia illegale e costituisca la prima invasione e annessione di territorio da parte di un paese nei confronti di un altro nella storia europea dal 1945 ad oggi.
Now! scrive che nel 2014 in Crimea «fu indetto un referendum per chiedere la separazione dall’Ucraina» senza menzionare da parte di chi e in che contesto. In particolare si omette il fatto che la Crimea era stata invasa e occupata militarmente dalla Federazione Russa e che si trattò di un referendum farsa architettato dalle forze di occupazione nella più totale violazione del diritto internazionale.
Aral 2 sembra fare confusione con la cronologia degli eventi affermando che il referendum in Crimea si sarebbe tenuto al termine della "guerra civile" nel Donbas, in realtà iniziata un mese dopo l’annessione russa della Crimea.
La Via della Seta parla della Crimea come abitata principalmente da "popolazione di nazionalità russa", non chiarendo cosa si intenda per "nazionalità", e del referendum come un fenomeno spontaneo di autodeterminazione dei popoli «non riconosciuto dal governo ucraino» senza alcun riferimento all’invasione e occupazione russe.
Conflitti etnici e "guerra civile"
Quella delle divisioni etniche fra russi e ucraini all'interno dell’Ucraina è un’altra narrazione ricorrente in tutti i testi. Si noti che se da un lato nessuno di questi testi si preoccupi di illustrare le peculiarità della situazione linguistica dell'Ucraina, lasciando il lettore completamente alla mercé della narrazioni sulle divisioni etniche, dall'altro però La Via della Seta si premura di raccontarci come in Russia popoli e culture diverse convivano in armonia e come la società russa abbia saputo integrarli.
Now! parla di "forti minoranze russe" in Ucraina senza chiarire cosa si intenda (minoranze etniche, linguistiche, immigrati?). Poche righe dopo queste minoranze sono diventate dei "russi" a tutti gli effetti che costituiscono una maggioranza in Crimea e nell’est dell’Ucraina e vogliono unirsi alla Federazione Russa. La guerra in Donbas viene perfino descritta come un «conflitto armato fra regioni orientali e occidentali» e il coinvolgimento russo è a malapena menzionato.
Secondo sia Katmandu 2 che Aral 2 «la convivenza tra l’etnia ucraina e quella russa è stata da sempre molto difficile» e gli «ucraini russi hanno sempre desiderato che il paese ritornasse a far parte della Russia».
Chiunque conosca un minimo del contesto ucraino sa che l'idea che nel Paese vi siano due gruppi etnici, russi e ucraini, chiaramente distinguibili e tra loro contrapposti è una completa invenzione e riflette un tentativo di applicare gli schemi del conflitto etnico, osservabili in altre parti del mondo, ad una realtà completamente diversa. Il fatto che la costituzione ucraina abbia stabilito la nazionalità secondo un principio civico e non etnico è completamente omesso. Sempre su Aral 2 se da un lato si riconosce che all’origine del conflitto vi è la volontà di Vladimir Putin di «ripristinare l’influenza politica ed economica della Russia nei confronti dei paesi ex sovietici» dall'altro se ne giustifica l’invasione di Georgia e Ucraina come misure preventive per non "ritrovarsi accerchiato" dalla NATO.
Nel raccontare gli eventi di Euromaidan e della rivoluzione della dignità, La Via della Seta ricorre alla schematica quanto erronea narrazione di un'Ucraina spaccata in due, con un ovest nazionalista che gravita verso l'Europa e un est filorusso. Quello che salta più alla vista però sono le numerose omissioni. Nel raccontare Euromaidan si parla di "proteste" e "scontri", senza dire fra chi o parlare della violenta repressione da parte del governo di Yanukovych. Se da un lato il ruolo della Russia viene descritto come di protezione nei confronti dei separatisti filorussi coinvolti in una guerra civile contro l'esercito ucraino, dall'altro all'Unione Europea è attribuito quello di "soffiare sul fuoco" e far aggravare la crisi. Nella conclusione si avanza perfino l'ipotesi che l'Ucraina possa presto cessare di esistere come paese indipendente e unitario, prospettandone la divisione in «fette di territorio controllate da diverse fazioni in guerra, simile a tanti paesi dell’Asia centrale - Iraq e Afghanistan in testa».
L'Ucraina come paese povero, corrotto e senza speranza
In tutti i libri l'Ucraina viene descritta non solo e non tanto come un paese povero, fatto innegabile rispetto agli standard europei, ma soprattutto come un paese antiquato, arretrato, e in continuo peggioramento. Nessuno dei libri di testo parla dei cambiamenti della società ucraina dal 2014 in poi o delle molte aree di progresso, ad esempio nella rivoluzione digitale, negli ultimi anni. La tendenza di tutti questi testi poi è di suggerire che le difficoltà economiche dell'Ucraina siano frutto della corruzione interna dell'Ucraina e della sua separazione dalla Russia e nel farlo spesso si citano dati falsi, distorti o antiquati.
Su Namaskar, ad esempio,il PIL dell'Ucraina viene quantificato a poco più di $60 miliardi, meno della metà della sua reale entità ($154) nell’anno di pubblicazione del libro (2018) e meno di un terzo del suo livello al 2021 ($200).
La Federazione Russa viene descritta come principale partner commerciale dell’Ucraina, quando in verità il principale partner dal 2012 in avanti è stato l’Unione Europea.
Now! descrive la situazione economica ucraina come in continuo deterioramento dalla crisi finanziaria del 2008, con una situazione esacerbata dalla pandemia del Covid-19. Questo nonostante il fatto che nel 2021 il PIL ucraino fosse al suo massimo storico in termini sia nominali che reali.
Secondo La Via della Seta la disoccupazione femminile in Ucraina supererebbe il 40%. Si tratta di un dato inventato e completamente assurdo: negli ultimi 5 anni il tasso di disoccupazione femminile è stato fra il 7% e il 10%, inferiore, per intenderci, a quello italiano.
Poco dopo sempre La Via della Seta scrive «le donne ucraine emigrano in massa all’estero dove lavorano per lo più come badanti e collaboratrici domestiche. L’Italia è una delle loro prime destinazioni».
Anche in questo caso l’autore sembra aver elevato a verità un luogo comune molto diffuso in Italia. In primo luogo, l'emigrazione "di massa" fu un fenomeno che caratterizzò l’Ucraina prevalentemente fra il 1994 e il 2002. Dal 2003 il tasso netto di emigrazione è stato per lo più positivo, fino al 2014 quando torna ad essere negativo a causa dell’invasione russa, per poi tornare a stabilizzarsi poco sotto/sopra lo zero dal 2019 in poi.
Nel 2021 in Unione Europea erano residenti 1.5 milioni di cittadini ucraini, di cui 230k in Italia. Di questi 1.5 milioni il 50% sono uomini. La categoria più diffusa fra gli immigrati ucraini in Europa sono gli uomini fra 30-44 anni. I settori dell'economia in cui i residenti ucraini sono più impiegati sono edilizia, manifatturiero, agricoltura e ristorazione.
Conclusioni
Quelli riportati non sono solo banali errori o inesattezze: rappresentano invece una coerente e sistematica operazione di disinformazione destinata a promuovere presso gli studenti delle scuole medie italiane narrazioni vicine alla propaganda del Cremlino.
La parte più triste di tutto questo non è solo la tendenza, purtroppo diffusa anche altrove, a descrivere tutto ciò che è stato in passato occupato dall’Unione Sovietica come "russo" e appartenente al "mondo russo", ma anche il fatto che queste narrazioni passino anche per il discredito dell'Ucraina e degli Ucraini e, in alcuni casi, dell’Unione Europea.
Uno studente italiano abbastanza sfortunato da dover studiare su uno di questi libri di testo ne emergerebbe con un bagaglio di nozioni completamente estranee alla realtà e con una visione del mondo, della regione in questione, e della sua storia recente conforme a narrazioni create nei secoli dalla propaganda russa per legittimare l'imperialismo moscovita in Europa orientale.
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