Ant Group, la società che gestisce i pagamenti e finanziamenti del colosso cinese dell’e-commerce Alibaba, si sarebbe dovuta quotare in borsa ad Hong Kong e Shanghai, ma 48 ore prima della data prevista l’operazione è stata sospesa dalle autorità di vigilanza competenti.
Stiamo parlando di quella che doveva essere la più grande quotazione iniziale (IPO) della storia per un controvalore tra i 35 e i 40 miliardi attribuendo all’azienda un valore teorico superiore ai 300 miliardi e assimilabile a quello di JP Morgan Chase ed equivalente a quattro volte la capitalizzazione di mercato di Goldman Sachs.
Le motivazioni addotte per la sospensione riguardano il venir meno di alcuni requisiti informativi nei confronti dei sottoscrittori in merito a recenti modifiche della normativa sui microfinanziamenti concessi on line.
Questo evento lontano che sembra coinvolgere realtà esoteriche e meccanismi complicati può fornirci almeno tre lezioni utili per il futuro prossimo delle nostre banche.
Prima di parlare delle lezioni, facciamo un breve riassunto delle puntate precedenti. Alibaba è una specie di versione cinese di Amazon, un colosso del commercio elettronico che vende merci on line, ma si trova di fronte un paese dove pochi possiedono una carta di credito e la modalità di pagamento preferita è il contante. Per poter vendere le proprie merci, Jack Ma, il fondatore della società si rende conto di dover creare una piattaforma per i pagamenti elettronici che inizialmente si chiama Alipay e poi diventa Ant Financial e Ant Group.
L’iniziativa ha un successo strepitoso al punto da acquisire una propria autonomia ed espandersi dai pagamenti alla concessione di finanziamenti, alla distribuzione di prodotti di risparmio gestito ed assicurazioni.
Quella che di fatto è una banca digitale si scontra già una volta con le autorità di vigilanza che gli chiedono di accantonare una quantità maggiore di fondi a fronte di finanziamenti. Ant risponde aggirando la norma e configurandosi come distributore dei prodotti di altre banche tradizionali alle quali applica una commissione per l’attività di istruttoria che realizza in modo automatizzato grazie alle informazioni di cui dispone (in larga parte derivante dalle transazioni di Alibaba) e ai modelli di intelligenza artificiale basati su queste informazioni.
Tre giorni prima della quotazione arriva una nuova norma, mirata ai micro finanziamenti distribuiti on line che sembra scritta appositamente per arrestare la corsa di quello che è diventato un concorrente temibile per le banche tradizionali di cui il governo cinese è socio e sulle quali esercita un’ingerenza molto forte.
Qual è la morale della favola e le lezioni da tenere a mente?
La prima che è che non si può avere libertà economica senza libertà politica. Il governo cinese, che per certi versi sembra lasciare ampi spazi al libero mercato, ha come priorità la difesa della proprio potere politico e all’occorrenza non ha alcuna remora nel far saltare una operazione di queste dimensioni, pur di mandare un chiaro segnale in merito al proprio primato.
La seconda riguarda la dialettica tra regolatori e operatori che caratterizza l’intermediazione finanziaria: a ben guardare le restrizioni che il governo cinese vuole imporre ad Ant, sono ben poca cosa rispetto alle normative alle quali sono soggette banche e assicurazioni in Europa e negli Stati Uniti. Dunque per quanti benefici ed efficienze possa portare la tecnologia la gestione dell’interesse pubblico dei cittadini, dalla gestioni dei dati personali (che fanno gola al governo cinese) alla tutela del risparmio rimane un elemento di criticità fondamentale.
Dulcis in fundo la terza lezione riguarda le nostre banche e i nostri politici: il vento dell’innovazione digitale ha una forza inarrestabile. Lo ha dimostrato prima consentendo a centinaia di milioni di persone di passare in pochi anni dai pagamenti contanti alle transazioni con riconoscimento biometrico e poi riuscendo ad aggirare prima e contenere poi le pretese del governo cinese che rallentando la quotazione ha vinto una battaglia temporanea, ma rimane diversi passi indietro all’impresa che cerca di controllare.
Nel nostro paese al centro delle discussioni sul sistema bancario c’è la banca più antica del mondo che è stata nazionalizzate e che ha bisogno di aumenti di capitale miliardari per essere resa presentabile, mentre la Popolare di Bari spalma le sue perdite su tutto il sistema: che prospettive possono esserci nel futuro prossimo in cui gli italiani gestiranno sempre più i propri pagamenti, risparmi e finanziamenti con smartphone e pc?