L'impatto della divisione Est-Ovest sulle elezioni tedesche

La scorsa settimana su POLITICO.eu la giornalista Lucia Mackenzie ha spiegato in un lungo articolo l’importanza della divisione Est-Ovest per le prossime elezioni tedesche. Il 23 febbraio infatti in Germania si terranno le elezioni per il Bundestag, il parlamento federale tedesco, e molti analisti ritengono che gli elettori residenti nell’ex Germania Est avranno un ruolo fondamentale.

Foto: FreePik

In effetti, nonostante i tedeschi dell’est siano meno di un quinto della popolazione totale, fin dalla caduta del Muro di Berlino l’elettorato dell’ex DDR si è spesso rivelato decisivo per gli esiti del voto. Questo è dovuto al fatto che le preferenze di voto nell’ex Germania Est tendono ad essere molto più volatili rispetto a quelle degli elettori del sud o dell’ovest della Germania, che dagli anni ’90 hanno invece votato in maniera più stabile per lo stesso partito.

Questa spaccatura tra Est e Ovest diventa ancora più rilevante alla luce della crescita dell’estrema destra di Alternative für Deutschland (AfD) negli stati orientali. Infatti, nonostante AfD stia crescendo in tutto il paese, solo nell’ex DDR è capace di trovare i consensi necessari a formare un governo statale, faticando ancora ad imporsi a livello federale.

Le differenze tra Germania Est e Germania Ovest non sono scomparse con la caduta del muro di Berlino nel 1989. Sebbene siano stati fatti significativi investimenti in infrastrutture, i dati socio-economici ci mostrano come continui a esistere un importante spaccatura tra le due parti dell’odierna Repubblica Federale di Germania. Le regioni dell’ex DDR, rispetto al resto del paese, sono caratterizzate da una popolazione più anziana e con meno stranieri, nonché da un peggiore quadro economico  inficiato da un più alto livello di disoccupazione giovanile e salari più bassi.

I partiti tradizionali che hanno sempre dominato la politica nell’ovest, come SPD e CDU, sono meno radicati nell’Est a causa del passato comunista della regione. Questo contesto ha aperto la strada alla crescita di nuovi attori politici, come l’estrema destra di AfD e l’estrema sinistra rappresentata dal Die Linke.

Secondo diversi ricercatori, la mancanza di consenso verso i partiti tradizionali sarebbe anch’essa causata dai fattori socio-economici sopra citati , in grado di influenzare le scelte dell’elettorato, generando sfiducia nei confronti dei partiti dell’establishment. Inoltre studi recenti hanno evidenziato come parte di questo malcontento sia dovuto alla carenza di rappresentanti dell’ex Germania Est nei posti chiave dell’apparato politico-economico federale.
Tutto questo crea nella popolazione dell’est un senso di “second-class citizenship”, ovvero la convinzione di essere trattati come cittadini di serie B rispetto ai loro pari occidentali. AfD, pur non presentandosi esplicitamente come un partito regionale, con le sue battaglie sfrutta questo senso di isolamento dell’elettorato orientale, puntando su una narrazione di rivincita anti-establishment. Intervistato qualche mese fa dal Guardian, il sociologo Steffen Mau ha collegato il successo di AfD nell’ex DDR anche al cosiddetto processo di “ossifikation”, un irrigidimento delle posizioni politiche e culturali dell’elettorato orientale.

Un'altra importante dinamica della divisione Est-Ovest è la maggiore propensione dell’elettorato dell’ex DDR a sostenere politiche accomodanti nei confronti della Russia di Putin. Questo spiegherebbe i maggiori consensi per i partiti con posizioni filo-russe, a prescindere dal loro collocamento sullo spettro politico. Proprio tra questi si è fatta notare ultimamente anche la Sahra Wagenknecht Alliance (BSW), un movimento populista capace di ottenere ottimi risultati nelle ultime elezioni europee e statali grazie alla sua carismatica leader di estrema sinistra.

Contattato da POLITICO, il politologo Martin Elff ha descritto la BSW come una combinazione unica di elementi ideologici, in grado di unire posizioni tradizionalmente di sinistra sui temi economici con una feroce opposizione all’immigrazione tipica dei movimenti di destra. Tuttavia la sorprendente crescita della BSW non sembra realizzarsi a discapito dell’AfD, che continua a rimanere sorprendentemente forte nei sondaggi, nonostante i due partiti si muovano su piattaforme elettorali simili.
E proprio la forza di AfD in questa regione potrebbe, paradossalmente, aumentare il senso di isolamento percepito dagli elettori dell’Est. Infatti la crescita dei parlamentari di AfD dovrebbe avvenire a spese di molti rappresentanti della CDU, partito attualmente in testa nei sondaggi a livello federale e probabile perno del prossimo governo tedesco. Questo inevitabilmente ridurrà il numero di esponenti dell’Est nella nuova coalizione di governo, un’eventualità che non farà che rafforzare il malcontento dell’elettorato della regione.

Esprimendosi a riguardo sul The Guardian, il sociologo Steffen Mau e la storica Christina Morina hanno suggerito come l’unico modo per fermare l’avanzata di AfD nella regione sia combattere proprio questo senso di isolamento degli elettori, cercando di coinvolgerli direttamente con nuovi strumenti, come l’istituzione di assemblee cittadine locali. Per i due ricercatori la politica può agire su questa spaccatura politico-culturale solo uscendo dagli schemi convenzionali del passato, interagendo con i cittadini in modo più diretto.

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