I diversi satelliti della burocrazia

Il Centro Storico di Roma è Patrimonio dell'Umanità UNESCO, perciò soggetto a "tutela rinforzata". Non si mette un chiodo senza parere della Soprintendenza.

Avendo intenzione di installare alcuni pannelli solari sul tetto di un locale tecnico non visibile da strada e praticamente osservabile solo da satellite (sic!) mi sono rivolto alla Soprintendenza capitolina. 

Telefonicamente mi assicurano che rispettando le indicazioni della loro Circolare (2016) non ci sarebbero stati ostacoli per un parere positivo. Mi do da fare. È possibile. Faccio di più. Il progetto rispetta in pieno il Piano Territoriale Paesaggistico Regionale (2021).

Quest'ultimo prevede che nei Centri Storici del Lazio si possano installare impianti fotovoltaici e termici ESCLUSIVAMENTE integrati (parzialmente o totalmente) sui tetti. Vieta ASSOLUTAMENTE impianti non integrati, di grandi dimensioni, su pensiline, su serra.

Come finirà?

Presento il progetto alla Soprintendenza statale, competente per il parere. Il parere è negativo. La Soprintendente infatti è intenzionata a salvaguardare e a conservare le "visuali dall'alto". Nel caso specifico, da satellite!

Ok! La Legge è Legge!

Però anche la curiosità è curiosità. Andiamo a vedere 'sto benedetto satellite. E... ops! Il Centro Storico di Roma Patrimonio dell'Umanità UNESCO è letteralmente tappezzato da pannelli solari! Qui solo esempi appositamente realizzati. Viale Manzoni, Via Luzzatti, Via Druso, Via di Sant'Erasmo, Piazza della Pilotta e Via del Tritone (queste ultime due praticamente dietro il Quirinale). Sono solo alcuni esempi (ne ho documentati a decine) disseminati nel Patrimonio UNESCO. Chi saranno i fortunati?

 

A Via Luzzatti c'è la ASL e a Via di Sant'Erasmo il complesso dell'Ospedale San Giovanni-Addolorata. Entrambi direttamente dipendenti dalla Regione Lazio. Gli impianti solari dunque rispetteranno di sicuro il Piano Territoriale Paesaggistico Regionale. No. Nessuno dei due.

A Via Druso c'è la Protezione Civile di Roma. Rispetta di sicuro la Circolare 2016 (non visibilità da strada). Eh no, non la rispetta. Rispetta allora il Piano Regionale 2021 (divieto impianti a terra). No, nemmeno quello. La Protezione Civile...

Vabbè. Andiamo avanti. Viale Manzoni, Piazza della Pilotta e Via del Tritone sono privati. Certamente autorizzati. Ma la Circolare 2016 non imponeva che l'impianto non fosse visibile da strada? E il Piano Regionale non pretendeva che l'impianto fosse integrato al tetto?

Se i pochi pannelli (e le antenne) sugli edifici di Piazza della Pilotta si possono apprezzare perfino dal balcone del Quirinale e non sembrano destare particolare turbamento ai visitatori della vicina Fontana di Trevi, che dire del megaimpianto di Via del Tritone?

I grandi impianti nei Centri Storici sono espressamente vietati dal Piano Territoriale Paesaggistico Regionale 2021. Ma evidentemente per La Rinascente è valsa la pena chiudere un occhio. Quello del satellite, beninteso, sul Patrimonio dell'Umanità UNESCO.

E vabbè, direte voi, sei andato a pescare immagini satellitari del 2019, allora era diverso... adesso le autorizzazioni saranno state bloccate, per salvaguardare i tetti del Centro Storico di Roma! Invero il Gestore dei Servizi Energetici non pare della stessa opinione.

La mappa del sito del GSE aggiornata al 2022 riporta gli impianti di produzione di elettricità da fotovoltaico inseriti nel sistema nazionale. L'incremento è praticamente quotidiano. A riprova del fatto che il Centro Storico di Roma quasi ovunque presenta installazioni.

Quindi delle due l'una: o sono impianti autorizzati - e quindi la visuale dall'alto del Patrimonio dell'Umanità UNESCO non sembrerebbe compromessa dal loro effetto cromatico - o sono impianti non autorizzati: e allora abbiamo più di un problema! A mio avviso il problema principale è non avere un criterio uniforme di trattamento per il Centro Storico di Roma: Soprintendenza statale, Soprintendenza capitolina, Regione non sono riuscite ad armonizzare le rispettive direttive. Ed è un grave danno per tutti. C'e di più.

Nel Centro Storico di Roma vivono centinaia di migliaia di cittadini, ma ci sono anche istituzioni e organizzazioni internazionali. Queste ultime - intelligentemente - hanno installato impianti solari nella misura del possibile. La visuale dall'alto non è stata compromessa.

Impedire ai cittadini che possono farlo di contribuire - laddove le condizioni ragionevolmente lo permettano - a una forma di consumo energetico più rispettosa dell'ambiente in nome della salvaguardia delle visuali dall'alto è insensato.

Ma giornalisti curiosi di approfondire come sta andando la transizione ecologica nei Centri Storici ce ne sono? A Roma sarei interessato...
Una delle critiche più comuni è che si può far tutto "ma non coprire Roma di pannelli solari".
Ringrazio @susanna_le di darmi l'opportunità di alcune precisazioni. Cerco di sintetizzare, quindi mi scuserà l'approssimazione.

1) Roma non è tutta uguale. Il tetto di Palazzo Farnese non è lontanamente paragonabile a quello di un anonimo condominio qualsiasi, spesso abitato da povera gente. Da una parte non si deve manomettere il patrimonio artistico, dall'altra non si può manomettere la vita.

2) Tutti pagano in bolletta gli incentivi sulle rinnovabili. Se ad alcuni si impedisce di trarne beneficio in nome di valori costituzionalmente rilevanti (il paesaggio, i beni culturali...) si crea un conflitto che richiede una forma di ristoro. @StefanoCeccant 
Il sistema degli incentivi è perverso. Permette cioè un travaso di fondi dal meno al più: i meno abbienti, che non si possono permettere la spesa, finanziano i più abbienti che possono impiantare pannelli.

3) Le città esistono per essere abitate, dunque al servizio dell'umanità. Se una città non serve più a chi la abita (costa troppo, non è vivibile, non si può modificare, ecc.) viene disabitata. È quanto accade di fatto ai Centri Storici come Roma. 
https://twitter.com/QuinziUgo/status/1603260126856724481?t=Irrkl_-

4) Il Centro di Roma non risolve certo tutti i problemi dell'ecologia planetaria. Ma se questo ragionamento si estende ad ogni borgo o paesaggio esistenti nulla si modificherà. E avremo mura e paesaggi perfetti ma clima impazzito. Anche il clima è Patrimonio dell'Umanità.

5) Sono romano di mamma sabina: prima di me solo Romolo . Roma è una bellissima città. Ma non è l'ombelico del mondo. Se qualcosa si può fare per favorire la transizione ecologica, pure Roma ha il dovere di farlo. E se è l'ombelico del mondo, allora deve farlo prima.

I più acuti si staranno chiedendo: ma non hai fatto nulla dopo il parere negativo? Altroché! Per esempio ho scritto al Ministro esponendo il mio caso. Volete sapere se ha risposto (ed eventualmente cosa)? 

Il Ministro ha risposto tramite il Capo della sua Segreteria Tecnica. Ottimo! Cosa avrà detto? Dopo l'elogio della "grande Bellezza" italiana e il richiamo agli obblighi che ne derivano, l'elogio del lavoro delle Soprintendenze. Ma pure la proposta di creazione di Comunità Energetiche Rinnovabili (qui ci interessa, @giorgiobenigni) per evitare interventi privati spot.

"Il decreto-legge che dovrebbe promuoverle, atteso da prima dell'estate, è ormai in arrivo", scrive l'illustre Capo. In realtà siamo in attesa di un decreto attuativo del MASE, più volte annunciato, per allocare 2,2mld del PNRR.

Sul sito del Ministero la pagina risulta aggiornata al 28.11.2022 e del Decreto non c'è traccia. Invece la mia domanda per l'impianto risale ad aprile 2022. E le due cose, che c'azzeccano? [Link al sito del ministero]

Vabbé, l'informazione è sempre utile. Come anche quella che Firenze ha voluto completamente escludere i pannelli solari dal suo Centro Storico Patrimonio UNESCO. Ok. A parte il fatto che il Centro Storico di Firenze è grande quanto un piccolo quartiere di Roma..

 

... A parte il fatto che il solo Centro Storico di Roma è più esteso dell'intera città di Parigi:

  • Roma: 1285 Kmq
  • Parigi: 120Kmq

Ma allora: perché non ecludere COMPLETAMENTE gli impianti, invece di consentirne alcuni e rifiutarne altri? In base a quali criteri, visto che le eccezioni sono la regola?

E a proposito di eccezioni. Il Capo della Segreteria Tecnica conferma di fatto che le eccezioni sono la norma per gli edifici pubblici e per gli interventi *più complessi* decisi dal Campidoglio. A Roma come ad agosto, legge mia non ti conosco.

Potevo esimermi, dunque, dal ricorrere? Ci mancherebbe altro! Per una serie di ragioni ho optato per il Ricorso Straordinario al Presidente della Repubblica. Due tra loro sono fondamentali:

1) La decisione del Capo dello Stato è autorevole e dà un segnale a livello nazionale
2) In caso a me sfavorevole, sono pronto a portare la questione davanti alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo in modo che esca dalle pastoie nazionali e abbia adeguata visibilità

Accanto al Ricorso Straordinario ho anche scritto al Presidente della Repubblica per illustrargli la situazione.
 

Ma prima parliamo un po' della "grande Bellezza" decantata dal Capo del Servizio Tecnico del Ministero della Cultura.

Sapete che a Roma è vietato calare cavi sulle facciate dei palazzi del Patrimonio UNESCO?

E cosa pensereste di un accampamento in pieno Patrimonio UNESCO proprio di fronte agli uffici della Soprintendenza? Qui è il giorno in cui insieme all'ingegnere che ha seguito il progetto siamo andati dalla Funzionaria responsabile del procedimento.

Ah, non ve l'avevo detto? L'abbiamo incontrata di persona, perché si era resa disponibile a "valutare congiuntamente una soluzione alternativa"...Ma ve ne parlerò poi...

Torniamo per un momento sugli interventi spot stigmatizzati dal Capo del Servizio Tecnico del Ministero della Cultura. Lo riconoscete in foto? È l'albero di natale 2022 del Sindaco Gualtieri a piazza Venezia. Centro Storico, impianto a terra, >25mq. Questo non è spot.

 

Piazza Venezia

Pannelli fotovoltaici per alimentare l'albero di natale, posti a terra (temporaneamente!) in barba al Piano Territoriale Paesaggistico Regionale 2021, che li vieta. Ookkeeii! Si tratta di un messaggio promozionale ecologico. Però non aiuta a districarsi nella selva legale.

INTERVALLO.

Qualche dato. Il GSE (Gestore dei Servizi Energetici) certifica che nel 2020 il Lazio ha sostanzialmente fallito, anche se per poco, gli obiettivi posti nel 2012. Se volete controllare la vostra Regione fatelo seguendo il link.

La domanda centrale è: siamo sicuri che, incrociando tutti i vincoli e tutte le necessità (pe terreni coltivati), il Lazio (e forse altre regioni italiane) sia in grado di raggiungere gli obiettivi del 2012? Dico senza il contributo di microinterventi privati possibili?

Il discorso si allargherebbe molto se si volesse ragionare CON REALISMO sulle rinnovabili e su come ridurre drasticamente (11,2% in 8 anni NON È DRASTICAMENTE) la dipendenza da combustibili fossili. Credo che sia sempre più necessario tornare a parlare di energia nucleare.

Continuiamo il nostro percorso relativo alla Soprintendenza romana. Come ricordavo precedentemente, A Roma è vietatissimo calare cavi sulle facciate degli edifici del Centro Storico. Indovinate che cos'è l'edificio delle foto?

Eh sì, è proprio lui, il Ministero della Cultura. Sul quale, evidentemente la Soprintendenza non ha autorità... Come di sicuro non ce l'ha sugli edifici adiacenti, che possono installare pannelli solari senza troppi problemi di visibilità dal satellite...@jacopogiliberto. I pannelli solari indicati dai cerchi si trovano nel cuore del Centro Storico sul tetto degli edifici delle Commissioni parlamentari.

Continuiamo il nostro percorso di approfondimento dei pannelli solari posti su edifici del Centro Storico di Roma, Patrimonio dell'umanità UNESCO. A due passi dal Colosseo c'è la Facoltà di Ingegneria. E vuoi che proprio lì manchino i pannelli solari? Glielo vuoi negare?

Giustamente la Soprintendente @susanna_le afferma che "la PA non è in grado di individuare, verificare e perseguire tutti gli abusi". Ma io sono convinto che non sempre si tratti di abusi. Perché altrimenti resterei molto perplesso nell'osservare...Palazzo Massimo alle Terme, sede del Museo Nazionale Romano, della Soprintendenza Archeologica di Roma e della Soprintendenza Speciale per il Colosseo, in un annesso del quale sembrano installati almeno 6 pannelli solari, peraltro visibili da strada (cosa vietatissima).

Continuiamo a dare uno sguardo ai tetti del Centro Storico di Roma, Patrimonio dell'umanità UNESCO. La Soprintendenza nega il parere ad una installazione perché disturba le visuali dall'alto, ma all'Accademia delle Belle Arti e al Liceo Artistico la pensano diversamente.

La pensano diversamente anche a Montecitorio, dove hanno installato una serie di pannelli solari su due porzioni di tetto in laterizio. Dunque la tutela delle visuali dall'alto vale per un palazzo popolare, ma non per un palazzo che inizia la sua storia nel 1600.

Montecitorio

Ultimo (per ora) palazzo di cui da satellite si vede qualcosa è Palazzo Spada, sede del Consiglio di Stato, una sezione del quale si occupa di Ricorsi Straordinari. Eh sì, in una nicchia nel tetto sembra proprio vi siano tre pannelli con tanto di serbatoio di accumulo.

Torniamo ai privati. Via Firenze, Via Napoli, Via del Viminale, Via Napoleone III, Via del Corso, Via del Parlamento... Possibile,@susanna_le,  che siano tutti "strategici"? Possibile che solo quelli da installare da me disturbino la visuale dall'alto del Centro Storico?

Nella sede del Comune di Roma, tra il Dipartimento SVILUPPO e la IV Commissione AMBIENTE, 16 pannelli solari. Il consigliere comunale, Francesco Carpano, può confermare, li vede dalla finestra. Ma loro non disturbano la visuale dall'alto.

L'incontro con la Funzionaria della Soprintendenza.
E' arrivato il momento di parlare dell'incontro con la Funzionaria della Soprintendenza. 
La Funzionaria, dichiaratasi disponibile ad una soluzione, ha ricevuto l'Ingegnere che segue i lavori e me proponendosi di dare un parere positivo se avessimo installato il prodotto che ci sottoponeva (dandoci documento scritto): i coppi fotovoltaici dell'Azienda Dyaqua. Breve spiegazione. I coppi in questione sono considerati "fotovoltaico invisibile" e raccomandati dalle "Linee di indirizzo per il miglioramento dell'efficienza energetica nel patrimonio culturale" e pare siano stati installati a Pompei. ENEA si occupa dell'ottimizzazione.

Veramente io ho provato a contattare l'URP di ENEA chiedendo di poter avere qualche pubblicazione in proposito, ma non ho ancora avuto risposta. Considerato che il prezzo di un impianto sarebbe CARISSIMO in rapporto alle prestazioni penso ci sia poco da ottimizzare.

Ma quando la Funzionaria ci ha dato in mano il foglio con il prodotto, l'Ingegnere ed io ci siamo guardati: nella relazione era ben specificato che il tetto era coperto da tegole marsigliesi! La Funzionaria non l'aveva nemmeno letto! Non aveva nemmeno guardato le foto!

La differenza, non piccola, è che i coppi del Centro Storico di Roma hanno una storia secolare (e costi notevoli), le tegole marsigliesi, brevettate alla fine dell'800, sono state installate sui manufatti romani dalla metà del '900 (a costi popolari). Patrimonio UNESCO? 

Nel corso del colloquio con la Funzionaria è emerso che l'ostacolo maggiore al parere favorevole era "l'orribile colore nero" dei pannelli solari sui tetti di Roma. Chi glielo dice che i suoi colleghi del Parco Archeologico del Colosseo sono di diverso parere cromatico?

Qualche tweeter ha fatto notare l'iter amministrativo da seguire per l'installazione degli impianti solari. Vorrei finalmente e definitivamente mettere un punto fermo: è una giungla normativa. E in quanto tale espone a possibilità di arbitrio. Si prenda il caso di specie.
L'immobile non ricade nella tutela prevista dal D.Lgs. 42/04, quindi si potrebbe procedere con una semplice comunicazione, secondo quanto previsto dal PTPR 2021. Al limite con un PAS. MA siccome è inserito nel Centro Storico di Roma Patrimonio UNESCO c'è la Soprintendenza.

Ma a Roma le Soprintendenze sono tante, comunali e statali, con una miriade di uffici diretti da una miriade di persone, ciascuna con sensibilità diverse. Hai voglia a pubblicare circolari e linee di indirizzo se non si è in grado di contestualizzarle nei casi concreti.

La lettera al Presidente della Repubblica

Rendo aperta la lettera che ho inviato al Presidente della Repubblica a settembre scorso. La lettura non è breve, qui metto in risalto solo alcuni elementi.
Se, come sostiene la Soprintendente @susanna_le, "sono tutti abusivi", le Istituzioni sono in grave difetto e si può anche pensare che la Corte dei Conti sarebbe da coinvolgere. Ma, come precisato dal Capo dei servizi tecnici del Ministero della Cultura, certe autorizzazioni ci sono

Installazioni abusive e danno erariale

Non ho ragione di dubitare del fatto che le installazioni visibili e certificate siano state regolarmente autorizzate. Se così in qualche caso non fosse, si tratterebbe di abusi che le Autorità competenti dovrebbero far cessare senza indugio. Al tempo stesso sarebbe logico e auspicabile che procedessero a far rimuovere gli impianti non compatibili con il PTPR, che prevede l’impossibilità di sanatorie, per uniformare la tutela del Centro Storico di Roma Patrimonio dell’Umanità UNESCO a quella dell’intera Regione.

Lei poi, Signor Presidente, in qualità di supremo Magistrato della Repubblica, è sicuramente consapevole che la negligenza delle Autorità preposte alla vigilanza è causa di un danno erariale, laddove l’installazione di pannelli solari e la produzione di energia elettrica dell’impianto che non risponde ai requisiti di legge vengano sovvenzionate da fondi pubblici.

Da parte mia mi impegno certamente a promuovere nelle sedi opportune la ricerca del rispetto delle leggi e del risarcimento del danno all’erario.

 

E poi, qual è il futuro dei Centri Storici? Possibile che un coppo del '600 e una marsigliese del '900 siano uguali? Se così fosse, i proprietari di Palazzo Farnese avrebbero tutte le ragioni di lamentarsi. Converrebbe valutare caso per caso ciò che vale la pena tutelare.

 Il futuro dei Centri Storici

Le precedenti considerazioni pongono importanti questioni intorno al futuro dei Centri Storici altamente tutelati, come quello di Roma. Infatti se la tutela significa solo conservare immutabilmente le cose come stanno, è ragionevole ipotizzare che saranno le persone umane a rimetterci. Una qualsiasi città vive perché le persone che la abitano la fanno vivere, la modificano secondo le esigenze del momento storico, impongono nuovi e più vivibili contesti. Come apparirebbe assurdo in nome della tutela di un Centro Storico tornare a percorrerlo a cavallo o a piedi per non sciuparlo con le autovetture, così sarebbe insensato ritenere di tutelare un paesaggio impedendo in assoluto alle persone che lo creano e ne fanno parte di seguire il flusso della vita sociale e delle sue innovazioni.

A questo proposito occorre osservare che le Autorità Pubbliche, tenute a far rispettare la Costituzione e le leggi, possono e debbono esprimersi anche con atti di diniego di fronte a richieste insensate o compromettenti. Nel caso specifico della transizione ecologica tuttavia gli obblighi istituzionali si devono misurare con il bene superiore delle esigenze ambientali ed energetiche che non riguarda più il singolo Stato nazionale nella sua forma attuale, estendendosi ai confini dell’intero Pianeta e delle generazioni future, quindi divenuto un bene dell’umanità non meno prezioso della morfologia e dell’effetto cromatico dei tetti del Centro Storico della Capitale soprattutto, come nel caso specifico, non siano così rilevanti nel loro contributo stilistico all’insieme del patrimonio tutelato.

La precedente osservazione assume un valore ancor più pregnante in considerazione del momento storico che, accanto ad una ormai acclarata emergenza climatica, vede affermarsi in tutta Europa una nuova e più preoccupante emergenza energetica, alle quali ritengo sia doveroso che le Istituzioni rivolgano la loro attenzione favorendo il più possibile soluzioni alla portata dei privati cittadini. In tale direzione mi pare vadano anche i recenti interventi legislativi operati per rendere più snelle le norme sulle installazioni degli impianti di energie rinnovabili nei centri storici (cfr DL 17/2022, emendamenti Muroni).

 

E che dire del fatto che i cittadini dei Centri Storici siano di fatto economicamente discriminati? Persino le Linee Guida del Ministero si sono poste quasi 10 anni fa il problema, ma finora nessuna risposta è stata data.

Discriminazione economica e diritti dei cittadini

Non da ultimo, il problema che sorge nell’affrontare la questione della transizione ecologica è la disparità di trattamento degli abitanti dei Centri Storici rispetto agli altri cittadini. Essi, infatti, potrebbero venire esclusi dai benefici presenti e futuri previsti dalle leggi (si pensi agli incentivi per il fotovoltaico e per il solare, con tutte le ricadute in termini di risparmio energetico e di remunerazione degli impianti), mentre sono costretti, al pari di tutti, a finanziare (per esempio attraverso le tariffe elettriche) in favore di altri quei benefici di cui loro non possono godere.

Si viene a creare, pertanto, un cortocircuito di diritti dovuto alla loro compressione, che favorisce una inequivocabile discriminazione economica degli abitanti dei Centri Storici alla quale finora nessuna legge ha posto attenzione.

In altri termini, laddove la legge limiti i diritti di una categoria di persone per tutelare un bene collettivo superiore, come il paesaggio, la medesima legge dovrebbe essere tenuta ad offrire agli stessi soggetti una forma di risarcimento o quantomeno di sostegno, onde evitare l’insorgere di squilibri economici e, come di fatto accade nei Centri Storici, la mancanza di convenienti condizioni di permanenza. Non è un caso che siano in molti a ritenere il Centro Storico di Roma invivibile e perciò si assista ad un lento e progressivo svuotamento di residenti.

Il diritto a vivere nel luogo che si desidera è riconosciuto come diritto umano. Il diritto ad un pari trattamento di tutti i cittadini di fronte alla legge è stabilito dalla Costituzione italiana. Ogni condizione che limiti tali diritti per via di legge senza peraltro offrire soluzioni risarcitorie troverebbe senza dubbio attenzione e ascolto presso le sedi titolate, come la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.

Transizione ecologica e rispetto della “casa comune

Per formazione e convinzione personali ritengo che non sia più rinviabile adottare, da parte della comunità e da parte dei singoli cittadini, ogni iniziativa volta a favorire e realizzare la maggiore tutela dell’ambiente e la maggiore sostenibilità energetica. Tutto ciò si traduce di fatto nel concetto di “transizione ecologica”, nella speranza di consegnare alle generazioni future una “casa comune”, come è stata definita la Terra da Papa Francesco, meno ferita e più accogliente.

 

E poi, Soprintendente, il mio "piccolo interesse personale", come lei lo chiama, è sì piccolo, ma solo perché non posso permettermi di più per la nostra "casa comune" e per la "solidarietà" prevista dalla nostra Costituzione.

Impegno personale e appello al Presidente della Repubblica

Da parte mia mi impegno a realizzare un impianto solare ibrido, come detto, di superficie inferiore ai 25mq, nel rispetto dei criteri enunciati dalla Circolare 2016 della Soprintendenza capitolina (non visibilità dell’impianto da strada, completa integrazione nel tetto) e delle indicazioni dal PTPR 2021 (stessa inclinazione e stesso orientamento della falda, nessuna modifica della sagoma dell’edificio, superficie dell’impianto non superiore a quella del tetto). Mi impegno a gestire responsabilmente l’energia prodotta e non autoconsumata perché sia condivisa con soggetti che possano utilmente beneficiarne, applicando i principi di solidarietà previsti dalla nostra Costituzione.

 

Altrimenti l'avrei fatto.

 


Aggiornamento 31/03/2023

Sono tornato a scrivere al Presidente della Repubblica Italiana, per alcuni aggiornamenti e per gli auguri di Pasqua. Con una lettera aperta, così da dare la più ampia pubblicità alla vicenda. Dallo scambio con la Soprintendente: "Da quel che si desume è più facile, più rapido, meno oneroso che un cittadino agisca al di fuori della legge e senza rispetto per le Istituzioni... piuttosto che si applichi, attraverso gli strumenti legali, nella ricerca del bene possibile".

È l'amara conclusione che respingo con tutte le forze e per cui chiedo aiuto al Presidente.

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