Elezioni anticipate in Portogallo: uno slancio a destra

Foto: Russell Butcher / Pexel

1. ELEZIONI ANTICIPATE, COSA È SUCCESSO?

Il 10 marzo 2024, 10.819.122 elettori registrati sono stati chiamati a votare nelle elezioni legislative lampo del Portogallo, per eleggere i 230 membri dell’Assemblea della Repubblica. Il 3 marzo, 208.007 di questi elettori avevano probabilmente già espresso la loro preferenza servendosi della modalità di “voto anticipato” e “voto anticipato in mobilità”.
Prima di analizzare quali forze politiche si sono scontrate per la guida del paese e quale tra queste abbia trionfato, è bene parlare delle motivazioni che hanno portato il Presidente Marcelo Rebelo de Sousa ad indire le elezioni anticipate in questione.

1.2. SCANDALI DI CORRUZIONE: LA CADUTA DEL GOVERNO

Nonostante il grande risultato alle elezioni del 2022, il governo di Costa si dimostrò presto piuttosto instabile: in poco più di un anno di governo ben 11 segretari di Stato e 2 ministri – della Salute e delle Infrastrutture e dell’Edilizia – avevano presentato le loro dimissioni, finché il 7 novembre del 2023 la situazione non degenerò in seguito alla notizia secondo la quale la Polizia di Pubblica Sicurezza (PSP) e il Pubblico Ministero stessero effettuando una serie di perquisizioni in diversi ministeri e nella stessa residenza del Primo Ministro Costa. Le perquisizioni avvennero nell'ambito di un'indagine su degli scandali di corruzione e illeciti inerenti “concessioni per l'esplorazione del litio nelle miniere di Romano (Montalegre) e Barroso (Boticas)", "un progetto per un impianto di produzione di energia ad idrogeno a Sines - presentato da un consorzio che ha chiesto lo status di Importanti Progetti di Comune Interesse Europeo (IPCEI)" e un "progetto di costruzione di data center sviluppato nella Zona Industriale e Logistica di Sines dalla società Start Campus". Le perquisizioni hanno portato ben presto all’arresto del capo di gabinetto di António Costa, Víctor Escária, nonché all’arresto del suo stretto collaboratore Diogo Lacerda Machado, del sindaco di Sines e di due dirigenti dell'azienda Start Campus; nei confronti del Primo Ministro Costa invece, in quanto sospettato, un comunicato rese noto che la Corte Suprema di Giustizia avrebbe aperto un'indagine nei suoi confronti.

L’accaduto ha portato António Costa a presentare immediatamente le sue dimissioni al Presidente della Repubblica Marcelo Rebelo de Sousa e ad annunciare che non si sarebbe ricandidato per un quarto mandato.
Dopo aver ascoltato tutti i partiti, il 9 novembre 2023 il presidente ha indetto le elezioni anticipate in questione, sebbene le dimissioni di Costa siano state ufficializzate circa un mese dopo per consentire l’approvazione da parte del Parlamento del Bilancio per il 2024.

Dopo una campagna elettorale iniziata il 25 febbraio e durata due settimane, i risultati alle urne sono stati tutto sommato in linea con quanto previsto dai sondaggi. Come è possibile constatare dal grafico e dalla tabella, l’Alleanza Democratica (AD) – una coalizione di centro-destra – guidata dal leader del PSD Luís Montenegro ha ottenuto la vittoria col 29,5% dei voti e un guadagno di due seggi (79 in totale) rispetto alle elezioni del 2022. Il Partito Socialista guidato dal successore di Costa, Pedro Nuno Santos, segue all’AD con uno scarto minore dell’1% (28,7%) e 77 seggi, un numero decisamente inferiore rispetto ai 120 dello scorso governo. Il risultato più interessante è in parte inaspettato è stato, tuttavia, il 18,1% dei voti e i conseguenti 48 seggi ottenuti dal partito populista di destra “CHEGA!” (CH) guidato dal leaderAndré Ventura.

3. UNA VITTORIA INCERTA

I dati parlano chiaro: nonostante la sua vittoria, l’Alleanza Democratica e i suoi partiti non sono riusciti a ottenere la maggioranza dei seggi in Parlamento; lo stesso destino è toccato al Partito Socialista. Entrambi però hanno espresso la volontà di non voler in alcun modo negoziare con CHEGA, che con un tale risultato si trova in una posizione di grande vantaggio.

3.1. LA POSIZIONE DI VANTAGGIO DI CHEGA

Dal momento che il leader del PS ha dichiarato che non voterà alcuna mozione di rigetto per impedire l’insediamento di Luís Montenegro, ci si aspetta che il Presidente Marcelo Rebelo de Sousa, che incontrerà da martedì 12 fino al 20 marzo i vari partiti politici, lo inviti formalmente a formare un governo. Quest’ultimo però sembra essere condannato all’instabilità se il leader del PSD non accetterà di andare al governo con CHEGA.

Per comprendere la posizione di vantaggio ricoperta da CHEGA si deve tenere in considerazione non soltanto la grande influenza nella legislazione guadagnata con la vittoria di ben 48 seggi, ma anche la futura approvazione del progetto di Bilancio per il 2025. Se infatti AD decidesse di lavorare con il Bilancio attuale (approvato dal Parlamento prima dell’ufficializzazione delle dimissioni di Costa), il suo governo di minoranza potrebbe avere respiro solo fino ad ottobre, quando il progetto di Bilancio per il 2025 dovrà essere presentato al Parlamento e approvato. La motivazione di ciò sta nel fatto che Ventura, leader di CHEGA, ha già reso noto in un'intervista all'emittente TVI che voterà contro il Bilancio statale se l'AD non lo negozierà con il suo partito; la bocciatura del progetto di Bilancio scatenerebbe con molta probabilità nuove elezioni anticipate.

4. L’ASCESA DI CHEGA

È già stato reso abbastanza chiaro che il vero protagonista di queste elezioni, pur non avendole vinte, è il partito di André Ventura. CHEGA è stato fondato da quest’ultimo nel 2019 e nello stesso anno è stata accettata dalla Corte costituzionale la sua inclusione nel registro dei partiti politici portoghesi, permettendo a Ventura di partecipare alle elezioni nelle quali ottenne l’1,3% dei voti e un seggio in Parlamento. Nel 2022, CHEGA ha poi guadagnato un totale di 12 seggi grazie al 7,2% dei voti, per passare poi al 18,1% e 48 seggi con le elezioni di marzo 2024. In soli cinque anni dalla sua nascita, il piccolo partito di estrema destra è quindi riuscito a convincere più di un milione di elettori e a segnare un nuovo capitolo per il Portogallo, che dalla “Rivoluzione dei Garofani” e il rovesciamento della dittatura di destra dell’Estado Novo di Salazar ha visto primeggiare e alternarsi solo i due partiti tradizionali (PS e PSD).

4.1. IL PARTITO DI ANDRÉ VENTURA

André Ventura, professore di Diritto, ex-ispettore del fisco, ed ex-commentatore di calcio televisivo è stato soprattutto anche membro di quello stesso Partito Socialdemocratico (PSD) che ora vorrebbe tentare di escluderlo da ogni forma di collaborazione post-elettorale. Distaccatosi dal PSD, Ventura fondò “CHEGA!” (che è possibile traduttore in italiano con “BASTA!”) che si piazzò immediatamente tra la destra e l’estrema destra dello spettro politico. I suoi cavalli di battaglia attuali sono sicuramente la lotta alla corruzione (visti gli ultimi eventi che hanno visto protagonista il Partito Socialista ma anche lo stesso PSD) e l’immigrazione. CHEGA chiede infatti una politica di tolleranza zero nei confronti dell’immigrazione clandestina e l'espulsione di tutti gli immigrati con precedenti penali e di quelli economicamente inattivi. Si oppone inoltre al multiculturalismo e all’estremismo islamico, dopo che in passato si è più volte scagliato anche contro la comunità rom.

È importante evidenziare che il partito ha fatto proprio una versione leggermente modificata del motto del dittatore António de Oliveira Salazar: "Deus, Pátria, Família" (Dio, Patria, Famiglia). Ciò non sorprende, vista la presenza di simpatizzanti fascisti, nostalgici di Salazar e suprematisti bianchi fra le fila del partito.

4.2. UN’EUROPA A DESTRA

Per concludere, l'emergere di un partito populista di estrema destra è degno di nota, non solo poiché avviene proprio un mese prima delle celebrazioni per il cinquantesimo anniversario della famosa "Rivoluzione dei Garofani" del 1974, ma anche perché il risultato di queste elezioni riflette il quadro politico attuale in Europa, dove si osserva un aumento del consenso per i partiti di destra ed estrema destra.

Questo solleva inoltre interrogativi sull'eventuale impatto che questa tendenza potrebbe avere sulla vicina Spagna, guidata dal fragile governo di minoranza di Pedro Sánchez. Prima di queste elezioni in Portogallo, infatti, l'intera penisola iberica era tradizionalmente caratterizzata dalla predominanza dei partiti socialisti, rappresentando così uno degli ultimi punti di riferimento in Europa di questa orientazione politica rispetto ai conservatori.

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